Il folklore giapponese è uno scrigno colmo di antiche storie e tradizioni che hanno plasmato la coscienza collettiva del popolo per secoli, influenzando l’arte, la letteratura e perfino la vita quotidiana dei giapponesi. Ritengo doveroso ricordare che il termine folklore si riferisce all’insieme di tradizioni culturali, racconti, leggende, canzoni, ballate, usanze, miti, superstizioni e pratiche tramandate oralmente da una generazione all’altra in una determinata comunità o cultura.
Maggiore è l’apertura alla globalizzazione di un popolo, e maggiore sarà la contaminazione culturale che potrebbe cancellare parte del sapere popolare alla base del folklore stesso. Senza contare che il folklore può svolgere un ruolo importante nella coesione sociale e nell’educazione delle nuove generazioni. Le storie tradizionali, ad esempio, possono essere utilizzate per insegnare valori morali e sociali.
Da questo punto di vista il Giappone ha saputo conservare e proteggere le sue antiche tradizioni, che oggi rappresentano parte della sua ricchezza, essendo all’origine di festività e usanze in grado di attrarre turisti da tutto il mondo. Un esempio di quanto appena detto è la festività di Obon, il Giorno dei Morti.
Questa festa è celebrata in onore degli spiriti dei defunti e solitamente ricade nel periodo estivo. Durante Obon, le famiglie puliscono le tombe dei loro antenati, offrono cibo e preghiere agli spiriti e partecipano a danze tradizionali chiamate Bon Odori. Si crede che durante Obon, gli spiriti dei defunti tornino a casa per visitare i loro cari; per questo motivo li si accoglie con danze e banchetti.
Una parte fondamentale del folklore giapponese è costituita dagli , creature sovrannaturali e misteriose che popolano le leggende incutendo timore e rispetto in grandi e piccini. Queste entità