Come alcuni designer siano riusciti ad emergere in un periodo di crisi economica e apparente essenza di afflato creativo – nel Regno Unito di fine anni ’80 - è la domanda che ci si ponetalento sostenuto dal programma, Alexander McQueen, che coi suoi jeans “Bumster” a vita bassa presentati nella collezione “Taxi Driver” del marzo 1993, «abbassò il livello della vita dei pantaloni per un decennio», come sottolinea Simon Ungless, suo collaboratore (e agli esordi compagno di stanza). Tra le 100 creazioni in mostra, si possono ammirare il vintage reinterpretato di Stefan Cooke, i tessuti di riuso realizzati a partire dai paracaduti militari da Christopher Raeburn e le estetiche clubbish di Charles Jeffrey Loverboy, Gareth Pugh, Martine Rose e Richard Quinn. E come non citare lo “swan dress” creato da Marjan Pejoski per la cantante islandese Björk in occasione degli Oscar del 2001 o gli strumenti usati da Faustine Steinmetz per sfilacciare il denim e usarlo in nuove creazioni. Tutti designer che hanno ispirato la moda contemporanea con capi cult come il vestito-gonfiabile in latex nero creato da Harri per il red carpet di Sam Smith ai Brit Awards dell’anno scorso o gli abiti di Steven Stokey-Daley indossati da Harry Styles nel video di “Golden”.
30 anni RIBELLI
Nov 06, 2023
1 minuto
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