Franco Anelli non si arrese, perché intuiva che il luogo aveva grandi potenzialità. Con ferma determinazione si calò nel precipizio profondo ben 70 metri e infine toccò il suolo di un ambiente smisurato.
Le Grotte di Castellana, in Puglia, sono un gigantesco sistema di gallerie che affascina esperti e turisti. Ma se non fosse stato per due uomini coraggiosi, in quelle grotte forse non sarebbe mai entrato nessuno. Fino alla prima metà del ‘900, infatti, di quell’ambiente si conosceva solo il foro che oggi svetta sopra l’immensa “sala” d’ingresso chiamata La Grave. Da quella voragine, secondo le leggende della tradizione popolare, si credeva uscissero le anime dei defunti: un pozzo tenebroso che era considerato addirittura una porta per l’inferno. In realtà gli esperti già sapevano con certezza che lì sotto esisteva un’esteso complesso di cavità, anche se nessuno si era mai avventurato ufficialmente alla sua scoperta.
UNO SPELEOLOGO CONTRO TUTTI
È stato Franco Anelli, speleologo di professione, che nel 1938 fu incaricato dai responsabili dell’Ente Provinciale