Rose is a rose is a rose is a rose Rosa è una rosa è una rosa è una rosa
Gertrude Stein, Sacred Emily
All things seem possible in May Tutto sembra possibile in maggio
Edwin Way Teale, North with the Spring
La rosa, la regina dei giardini che ci accompagna da millenni con il suo profumo e la sua ricca simbologia, ha origini antichissime che furono svelate quasi per caso da una piccola pioniera del Far West. Charlotte Hill (1849-1930), originaria dell’Indiana, aveva seguito la famiglia in marcia verso l’Ovest e nel 1861 si era stabilita nella nascente Colorado City. A soli 13 anni aveva sposato il falegname 27enne Adam Hill e insieme, nel 1874, avevano costruito una fattoria nell’area dei Florissant Fossil Beds, i giacimenti fossili più ricchi degli Stati Uniti.
Sebbene dovesse lavorare nei campi e allevare i cinque figli sopravvissuti, Charlotte si appassionò alla raccolta dei fossili che trovava nei dintorni e iniziò a catalogarli, diventando così una paleontologa dilettante. Allestì addirittura un piccolo museo in cui accoglieva scienziati illustri, ai quali donò parte della sua collezione, mentre altri esemplari furono venduti per sostenere il bilancio domestico. Fra le sue scoperte, la famosa farfalla Prodryas Persephone, uno dei fossili più belli mai trovati, e la rosa che nel 1883 il paleobotanico Charles L. Lesquereux battezzò, in suo onore, Rosa hilliae.
Molti dei suoi reperti sono andati perduti per sempre ma quelli conservati nelle Università di Harvard e Yale e nel Museo di Storia Naturale dello Smithsonian hanno permesso di ricostruire l’evoluzione di molte varietà di insetti e vegetali. Charlotte morì nel 1930; il ranch divenne parte