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Brevi riflessioni sui Salmi
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Brevi riflessioni sui Salmi
E-book381 pagine7 ore

Brevi riflessioni sui Salmi

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Info su questo ebook

Sono riflessioni dettate da un'esigenza personale di meditazione e di preghiera, nei momenti, quelli del primo mattino, in cui lo spirito non è assillato dal quotidiano e in cui è dato più spazio al silenzio. Il contatto quotidiano con i Salmi, recitati o cantati, ci aiuta a risolvere ogni nostro problema, perché in Dio troviamo la guida sicura che illumina il nostro cammino.
LinguaItaliano
Data di uscita2 gen 2017
ISBN9788892644465
Brevi riflessioni sui Salmi

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    Brevi riflessioni sui Salmi - Pietrino Pischedda

    Pischedda

    Presentazione

    La parola ψαλμός, nella sua valenza etimologica (ψάλλω), esprime un canto, che può essere ora gioioso e di ringraziamento per i benefici ricevuti da Dio ora di dolore e di richiesta di aiuto al Signore.

    L'accompagnamento con l'arpa o la lira supponeva un movimento, come di danza aggraziata, davanti al Datore di ogni bene.

    Il pensiero corre ai monasteri, dove, fin dalle prime ore del mattino inizia il salmodiare dei monaci e delle monache, uniti nella preghiera per le necessità dell'umanità ferita dal peccato.

    Nel corso della giornata, fino alla sera, si ripete la lode al Signore attraverso i salmi.

    È bello pregare con i salmi: in essi troviamo tutto ciò che è necessario per ogni nostra necessità.

    Queste mie riflessioni sui salmi sono dettate da un'esigenza personale di meditazione e di preghiera, nei momenti, quelli del primo mattino, in cui lo spirito non è assillato dal quotidiano e in cui è dato più spazio al contatto con Dio.

    I testi dei salmi qui trascritti sono presi da La Sacra Bibbia - CEI L'Antico Testamento I Libri Poetici e Sapienziali.

    Dr. Pietrino Pischedda

    Salmo 1

    Le due vie

    [1] Beato l'uomo che non segue il consiglio degli empi, non indugia nella via dei peccatori

    e non siede in compagnia degli stolti;

    [2] ma si compiace della legge del Signore,

    la sua legge medita giorno e notte.

    [3] Sarà come albero piantato lungo corsi d'acqua,

    che darà frutto a suo tempo

    e le sue foglie non cadranno mai;

    riusciranno tutte le sue opere.

    [4] Non così, non così gli empi:

    ma come pula che il vento disperde;

    [5] perciò non reggeranno gli empi nel giudizio,

    né i peccatori nell'assemblea dei giusti.

    [6] Il Signore veglia sul cammino dei giusti,

    ma la via degli empi andrà in rovina.

    Come fa l'uomo a trovare la beatitudine già in questo esilio terreno? Basta non assecondare i disegni di coloro che non ci stanno con i dettami prescritti dal Signore e vogliono seguire vie perverse che portano al peccato e alla morte spirituale. La condizione del beato (μακάριος) può essere decisamente vista nella prospettiva futura, definitiva, se si considera l'aspetto temporale dato dal verbo ἐπορεύθη, che sottolinea il vissuto dell'uomo che non si è messo in viaggio in compagnia di uomini senza scrupoli e che, per il fatto di aver conservato la sua anima pura, vivrà felice nel Regno dei beati. L'uomo otterrà il proprio equilibrio interiore, se sarà in grado di meditare in silenzio e far sua, incessantemente, la Legge del Signore. Ma cos'è e qual è la Legge del Signore? Sono i comandamenti, compendiati convenzionalmente nelle XII tavole della Legge. La Legge divina è la linfa vitale per la vita dell'uomo, come lo è l'acqua per la pianta destinata a produrre molti frutti. La vita dei giusti è già segnata e destinata a durare in eterno. La vita dei peccatori che non si convertono, al contrario, è prefigurata per la rovina nel giudizio senza appello da parte di Dio.

    Salmo 2

    Il dramma messianico

    [1] Perché le genti congiurano,

    perché invano cospirano i popoli?

    [2] Insorgono i re della terra

    e i principi congiurano insieme

    contro il Signore e contro il suo Messia:

    [3] «Spezziamo le loro catene,

    gettiamo via i loro legami».

    [4] Se ne ride chi abita i cieli,

    li schernisce dall'alto il Signore.

    [5] Egli parla loro con ira,

    li spaventa nel suo sdegno:

    [6] «Io l'ho costituito mio sovrano

    sul Sion mio santo monte».

    [7] Annunzierò il decreto del Signore.

    Egli mi ha detto: «Tu sei mio figlio,

    io oggi ti ho generato.

    [8] Chiedi a me, ti darò in possesso le genti

    e in dominio i confini della terra.

    [9] Le spezzerai con scettro di ferro,

    come vasi di argilla le frantumerai».

    [10] E ora, sovrani, siate saggi

    istruitevi, giudici della terra;

    [11] servite Dio con timore

    e con tremore esultate;

    [12] che non si sdegni e voi perdiate la via.

    Improvvisa divampa la sua ira.

    Beato chi in lui si rifugia.

    Come è eloquente questo salmo, che vuole mettere in risalto la signoria del Figlio di Dio, che i superbi hanno disprezzato e ancora oggi continuano a non riconoscerlo o a respingerlo. L'uomo, ostentando tanta sicurezza di sé, non si rende conto della sua fragilità. Niente può ostacolare il piano salvifico di Dio, che manda sulla Terra il suo Figlio per spezzare le catene dell'odio, del peccato e della morte. Ritorna in questo salmo l'aggettivo μακάριος, come condizione essenziale di chi vuole trovare protezione sotto le ali della misericordia divina. Il Figlio di Dio, rinnegato e oltraggiato dagli uomini perversi, raduna i suoi fedeli sul Sion suo santo monte, nella sua Chiesa in cammino verso la Gerusalemme celeste. L'invito da parte di Dio alla conversione non è da sottovalutare ed è racchiuso nell'imperativo σύνετε (siate saggi, prestate ascolto). Chi ascolta la Parola di Dio non avrà nulla da perdere ma conquisterà la beatitudine.

    Salmo 3

    Invocazione mattutina del giusto perseguitato

    [1] Salmo di Davide quando fuggiva il figlio Assalonne.

    [2] Signore, quanti sono i miei oppressori!

    Molti contro di me insorgono.

    [3] Molti di me vanno dicendo:

    Neppure Dio lo salva!.

    [4] Ma tu, Signore, sei mia difesa,

    tu sei mia gloria e sollevi il mio capo.

    [5] Al Signore innalzo la mia voce

    e mi risponde dal suo monte santo.

    [6] Io mi corico e mi addormento,

    mi sveglio perché il Signore mi sostiene.

    [7] Non temo la moltitudine di genti

    che contro di me si accampano.

    [8] Sorgi, Signore,

    salvami, Dio mio.

    Hai colpito sulla guancia i miei nemici,

    hai spezzato i denti ai peccatori.

    [9] Del Signore è la salvezza:

    sul tuo popolo la tua benedizione.

    Neppure Dio lo salva! Si tratta della provocazione più sfacciata lanciata dall'uomo verso Dio. Sfidare il Cielo è proprio di gente ignorante e insensata che non immagina di quale pochezza sia fatta. È come se la formica volesse mettersi in competizione con la gazzella. Povera formica! Il tema centrale del salmo riguarda la persecuzione del giusto. In ogni tempo il giusto è stato oggetto di oppressione, derisione e annientamento. Essere giusti, onesti, pacifici non è semplice, perché ci si scontra con una società sempre più affaristica, avida di denaro, di piaceri, di vizi di ogni genere. Il giusto è anche il non cristiano che viene angariato in qualsiasi parte del pianeta. Le persecuzioni nella storia hanno una loro ciclicità. Nel XXI sec. viviamo ancora il dramma della guerra in varie plaghe del mondo e non mancano i genocidi di popoli interi. Sorgi, Signore, e salva coloro che ti invocano!

    Salmo 4

    Preghiera della sera

    [1] Al maestro del coro. Per strumenti a corda. Salmo.

    Di Davide.

    [2] Quando ti invoco, rispondimi, Dio, mia giustizia:

    dalle angosce mi hai liberato;

    pietà di me, ascolta la mia preghiera.

    [3] Fino a quando, o uomini, sarete duri di cuore?

    Perché amate cose vane e cercate la menzogna?

    [4] Sappiate che il Signore fa prodigi per il suo fedele:

    il Signore mi ascolta quando lo invoco.

    [5] Tremate e non peccate,

    sul vostro giaciglio riflettete e placatevi.

    [6] Offrite sacrifici di giustizia

    e confidate nel Signore.

    [7] Molti dicono: Chi ci farà vedere il bene?.

    Risplenda su di noi, Signore, la luce del tuo volto.

    [8] Hai messo più gioia nel mio cuore

    di quando abbondano vino e frumento.

    [9] In pace mi corico e subito mi addormento:

    tu solo, Signore, al sicuro mi fai riposare.

    Addormentarsi in pace (ἐν εἰρήνη), la sera, dovrebbe essere l'aspirazione di ogni uomo con la coscienza pulita. Mi chiedo sempre quale possa essere lo stato d'animo di colui che durante la giornata ha operato nel male e poi alla sera va a coricarsi. Sentirà costui qualche rimorso per aver agito male oppure si addormenterà come se nulla sia successo? Ὀργίζεσθε καὶ μὴ ἁμαρτάνετε (Risentitevi e non peccate): due richiami verbali ben chiari e precisi. Il verbo ὀργίζομαι, nel suo pieno significato, vorrebbe mettere in rilievo un senso di risentimento, di auto-indignazione, di una ammissione della propria colpa. Il peccatore deve sentire dentro di sé una sorta di terremoto che lo scuota e gli dia l'input per ricominciare una vita nuova. Chi sta in pace con la propria coscienza non trema, non si agita, non guarda torvo, non è triste o di cattivo umore ma trasmette gioia e serenità. L'uomo fatica a credere che fare il bene possa ripagare, già in questa vita. L'uomo dubita che il bene possa essere riconosciuto e possa essere reso visibile. Fa parte del nostro essere gente di fede, abituata a comportarsi bene e sicura che il Padrone della messe darà il giusto salario ai suoi operai.

    Salmo 5

    Preghiera del mattino

    [1] Al maestro del coro. Per flauti. Salmo. Di Davide.

    [2] Porgi l'orecchio, Signore, alle mie parole:

    intendi il mio lamento.

    [3] Ascolta la voce del mio grido,

    o mio re e mio Dio,

    perché ti prego, Signore.

    [4] Al mattino ascolta la mia voce;

    fin dal mattino t'invoco e sto in attesa.

    [5] Tu non sei un Dio che si compiace del male;

    presso di te il malvagio non trova dimora;

    [6] gli stolti non sostengono il tuo sguardo.

    Tu detesti chi fa il male,

    [7] fai perire i bugiardi.

    Il Signore detesta sanguinari e ingannatori.

    [8] Ma io per la tua grande misericordia

    entrerò nella tua casa;

    mi prostrerò con timore

    nel tuo santo tempio.

    [9] Signore, guidami con giustizia

    di fronte ai miei nemici;

    spianami davanti il tuo cammino.

    [10] Non c'è sincerità sulla loro bocca,

    è pieno di perfidia il loro cuore;

    la loro gola è un sepolcro aperto,

    la loro lingua è tutta adulazione.

    [11] Condannali, o Dio, soccombano alle loro trame,

    per tanti loro delitti disperdili,

    perché a te si sono ribellati.

    [12] Gioiscano quanti in te si rifugiano,

    esultino senza fine.

    Tu li proteggi e in te si allieteranno

    quanti amano il tuo nome.

    [13] Signore, tu benedici il giusto:

    come scudo lo copre la tua benevolenza.

    Mettersi in contatto con Dio fin dal mattino è un atteggiamento tipico del fedele, il quale vuole affrontare la giornata sotto la protezione dell'Altissimo. C'è in questa preghiera un invito accorato rivolto al Signore, perché ascolti il grido di chi attende giustizia nei confronti di sanguinari e ingannatori. Sembrerebbe questo, come altri, il salmo della vendetta, dell'invocazione della vendetta. Dio però non è vendicativo, non si compiace del male. Dio opera nella giustizia, in quanto è il Giusto per eccellenza. Ἀλήθεια e δικαιοσύνη (verità e giustizia) fanno parte del vocabolario di Dio e sono da Lui praticate incessantemente, senza alcuna esitazione. Giustizia è sinonimo di grazia, che Dio riversa a piene mani sull'uomo per mezzo del suo Figlio. Ascolta, porgi l'orecchio, Signore! Ti chiedo, già dal momento del risveglio, di aiutarmi a trascorrere questa giornata nella rettitudine, nella sincerità, nella gioia di essere colmo della tua grazia risanatrice.

    Salmo 6

    Implorazione nella prova

    [1] Al maestro del coro. Per strumenti a corda. Sull'ottava.

    Salmo. Di Davide.

    [2] Signore, non punirmi nel tuo sdegno,

    non castigarmi nel tuo furore.

    [3] Pietà di me, Signore: vengo meno;

    risanami, Signore: tremano le mie ossa.

    [4] L'anima mia è tutta sconvolta,

    ma tu, Signore, fino a quando...?

    [5] Volgiti, Signore, a liberarmi,

    salvami per la tua misericordia.

    [6] Nessuno tra i morti ti ricorda.

    Chi negli inferi canta le tue lodi?

    [7] Sono stremato dai lungi lamenti,

    ogni notte inondo di pianto il mio giaciglio,

    irroro di lacrime il mio letto.

    [8] I miei occhi si consumano nel dolore,

    invecchio fra tanti miei oppressori.

    [9] Via da me voi tutti che fate il male,

    il Signore ascolta la voce del mio pianto.

    [10] Il Signore ascolta la mia supplica,

    il Signore accoglie la mia preghiera.

    [11] Arrossiscano e tremino i miei nemici,

    confusi, indietreggino all'istante.

    Si tratta del primo dei sette salmi penitenziali. Kyrie eléison: così invochiamo il Signore all'inizio di ogni celebrazione eucaristica. Implorare pietà, misericordia da parte del Signore, significa riconoscere umilmente le proprie debolezze, i propri peccati. Non mancano nel corso della vita le prove dolorose, dovute a malattie, incomprensioni, fallimenti a livello spirituale e materiale. Ogniqualvolta ci aggrappiamo a soluzioni terrene, ci accorgiamo di rimanere con l'amaro in bocca. L'alternativa quindi è Dio, che nella sua grande bontà vede le nostre miserie di ogni genere e che, se noi confidiamo in Lui, può tirarci fuori dalla palude che attenta alla nostra vita. Chi ha fede è certo di ricevere l'aiuto del Signore. Notiamo l'immediatezza e la puntualità espressa attraverso l'imperativo ἐλέησόν με (Pietà di me). Chi si trova in difficoltà osa chiedere un aiuto immediato.

    Salmo 7

    La preghiera del giusto perseguitato

    [1] Lamento che Davide rivolse al Signore

    per le parole di Cus il Beniaminita.

    [2] Signore, mio Dio, in te mi rifugio:

    salvami e liberami da chi mi perseguita,

    [3] perché non mi sbrani come un leone,

    non mi sbrani senza che alcuno mi salvi.

    [4] Signore mio Dio, se così ho agito:

    se c'è iniquità sulle mie mani,

    [5] se ho ripagato il mio amico con il male,

    se a torto ho spogliato i miei avversari,

    [6] il nemico m'insegua e mi raggiunga,

    calpesti a terra la mia vita

    e trascini nella polvere il mio onore.

    [7] Sorgi, Signore, nel tuo sdegno,

    levati contro il furore dei nemici,

    alzati per il giudizio che hai stabilito.

    [8] L'assemblea dei popoli ti circondi:

    dall'alto volgiti contro di essa.

    [9] Il Signore decide la causa dei popoli:

    giudicami, Signore, secondo la mia giustizia,

    secondo la mia innocenza, o Altissimo.

    [10] Poni fine al male degli empi;

    rafforza l'uomo retto,

    tu che provi mente e cuore, Dio giusto.

    [11] La mia difesa è nel Signore,

    egli salva i retti di cuore.

    [12] Dio è giudice giusto,

    ogni giorno si accende il suo sdegno.

    [13] Non torna forse ad affilare la spada,

    a tendere e puntare il suo arco?

    [14] Si prepara strumenti di morte,

    arroventa le sue frecce.

    [15] Ecco, l'empio produce ingiustizia,

    concepisce malizia, partorisce menzogna.

    [16] Egli scava un pozzo profondo

    e cade nella fossa che ha fatto;

    [17] la sua malizia ricade sul suo capo,

    la sua violenza gli piomba sulla testa.

    [18] Loderò il Signore per la sua giustizia

    e canterò il nome di Dio, l'Altissimo.

    Il giusto e il nemico del giusto. Due persone messe a confronto, in antitesi tra di loro. Sembra che chi compie il proprio dovere, chi è onesto, chi è osservante delle leggi, debba sempre soccombere. In questa società globalizzata, affaristica, sempre in corsa verso il successo, sembra che non ci sia posto per i poveri, gli osservanti delle regole e invece debba prevalere l'ingordigia di molti. Se poi si tocca la religione, il credente, come in ogni epoca della storia, spesso è vilipeso, calpestato e messo fuori causa. Che fare in queste circostanze? Ce lo suggerisce questo salmo, che rimane emblematico per tutti i tempi e che ci indica la via da seguire: non certamente quella della vendetta, secondo la legge del taglione, ma quella del rifugiarsi in Dio. Assistiamo all'effetto boomerang, per cui il bene ritorna sempre su chi opera nella giustizia, mentre il male si ritorce su chi opera malvagiamente. Per chi si converte si aprono le braccia del Dio misericordioso.

    Salmo 8

    Potenza del nome divino

    [1] Al maestro di coro. Sul canto: «I Torchi...».

    Salmo. Di Davide.

    [2] O Signore, nostro Dio,

    quanto è grande il tuo nome su tutta la terra:

    sopra i cieli si innalza la tua magnificenza.

    [3] Con la bocca dei bimbi e dei lattanti

    affermi la tua potenza contro i tuoi avversari,

    per ridurre al silenzio nemici e ribelli.

    [4] Se guardo il tuo cielo, opera delle tue dita,

    la luna e le stelle che tu hai fissate,

    [5] che cosa è l'uomo perché te ne ricordi

    e il figlio dell'uomo perché te ne curi?

    [6] Eppure l'hai fatto poco meno degli angeli,

    di gloria e di onore lo hai coronato:

    [7] gli hai dato potere sulle opere delle tue mani,

    tutto hai posto sotto i suoi piedi;

    [8] tutti i greggi e gli armenti,

    tutte le bestie della campagna;

    [9] Gli uccelli del cielo e i pesci del mare,

    che percorrono le vie del mare.

    [10] O Signore, nostro Dio,

    quanto è grande il tuo nome su tutta la terra.

    Nomen omen è un'espressione che usiamo quando ci riferiamo a una persona e diciamo che il nome che porta è già di per sé un presagio. Dio, da parte sua, non ha bisogno di avere un nome, in quanto quest'ultimo fa parte dello schema umano, del bisogno dell'uomo di riconoscere i propri figli o gli altri suoi simili. Dio è Colui che è, da sempre, ab aeterno. Nella nostra fede affermiamo che Dio è uno e trino: Padre, Figlio e Spirito Santo. Il suo nome, il suo essere in quanto era, è e sarà un presagio. Dalla sua potenza sono scaturiti i cieli, la terra e quanto essa contiene. L'espressione più bella della potenza e fecondità di Yahweh è l'uomo, fatto a sua immagine e somiglianza, a cui ha dato facoltà di usufruire dei beni del mondo. Per aver accesso a Dio ed entrare nella sua intimità di Padre bisogna avere la purezza e la semplicità dei bambini. L'arroganza e la superbia non sono ammissibili. Ogni giorno io mi incanto contemplando la bellezza del creato e meditando che tutto è opera di Dio. In questo senso l’espressione Nomen omen più si confà al Creatore che alla sua creatura, in quanto il presagio, che s'agitava nella mente divina fin dall'eternità e che a noi rimarrà sempre misterioso, si è tradotto nella meravigliosa realtà di essere suoi figli privilegiati, dotati di beni spirituali e materiali.

    Salmi 9 - 10

    Dio abbatte gli empi e salva gli umili

    [1] Al maestro del coro. In sordina. Salmo. Di Davide.

    [2] Loderò il Signore con tutto il cuore

    e annunzierò tutte le tue meraviglie.

    [3]Gioisco in te ed esulto,

    canto inni al tuo nome, o Altissimo.

    [4] Mentre i miei nemici retrocedono,

    davanti a te inciampano e periscono,

    [5] perché hai sostenuto il mio diritto e la mia causa;

    siedi in trono giudice giusto.

    [6] Hai minacciato le nazioni, hai sterminato l'empio,

    il loro nome hai cancellato in eterno, per sempre.

    [7] Per sempre sono abbattute le fortezze del nemico,

    è scomparso il ricordo delle città che hai distrutte.

    [8] Ma il Signore sta assiso in eterno;

    erige per il giudizio il suo trono:

    [9] giudicherà il mondo con giustizia,

    con rettitudine deciderà le cause dei popoli.

    [10] Il

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