Scopri milioni di eBook, audiolibri e tanto altro ancora con una prova gratuita

Solo $11.99/mese al termine del periodo di prova. Cancella quando vuoi.

Ricomincia da Te: Il perdono è la chiave della felicità
Ricomincia da Te: Il perdono è la chiave della felicità
Ricomincia da Te: Il perdono è la chiave della felicità
E-book207 pagine

Ricomincia da Te: Il perdono è la chiave della felicità

Valutazione: 0 su 5 stelle

()

Leggi anteprima

Info su questo ebook

Ricomincia da Te è un vero e proprio seminario creato per il lettore e che lo aiuterà gradualmente ad abbandonare le resistenze a lasciare andare quello che nel passato ha portato risultati negativi. Il perdono porta alla comprensione che il passato è concluso per sempre, e restituisce intatte le proprie possibilità di affermazione. Le cause del conflitto spesso si trovano dentro di noi, nel nostro cuore, risolverle ci permette di affrontare il presente e il futuro con energie del tutto nuove. Perdonare con responsabilità ci restituisce pienamente il nostro potere. È proprio questo il momento per lasciare andare tutto quello che non ha funzionato nella tua vita. E ricominciare da subito. Quello che afferma il perdono è che il passato è passato. (Con molti esercizi all’interno) "NON PUO ESSERCI FORMA DI SOFFERENZA CHE NON NASCONDA UN PENSIERO DI NON PERDONO. NÉ PUÒ ESSERCI FORMA DI DOLORE CHE IL PERDONO NON POSSA GUARIRE" (Un Corso in Miracoli) Se leggendo Innamorati di Te e Imparare ad Amare Se Stessi Si Può, non ti sei autorizzato ancora ad accedere alla fonte al massimo potenziale delle tue attitudini, forse dopo aver letto Ricomincia da Te (Il Perdono è la Chiave della Felicità) e aver integrato l’importanza assoluta del tema del Perdono, sarai pronto ad aprire davvero la tua vita al tuo prossimo futuro felice…
LinguaItaliano
Data di uscita29 gen 2016
ISBN9788895531724
Ricomincia da Te: Il perdono è la chiave della felicità

Leggi altro di Tiberio Faraci

Correlato a Ricomincia da Te

Recensioni su Ricomincia da Te

Valutazione: 0 su 5 stelle
0 valutazioni

0 valutazioni0 recensioni

Cosa ne pensi?

Tocca per valutare

La recensione deve contenere almeno 10 parole

    Anteprima del libro

    Ricomincia da Te - Tiberio Faraci

    Presentazione

    Innamorati di te*, è diventato subito un libro di testo per gli allievi della Scuola Europea di Formazione per Rebirthers (Breathworkers, gli Operatori del Rebirthing, della European Rebirthing School). Basterebbe solo questo per dimostrare come stimo concretamente Tiberio Faraci come uomo, come scrittore e come professionista impegnato ormai da anni nel campo della crescita personale. Egli è una di quelle rare persone che scrive e insegna ciò che vive. Tiberio con questa sua nuova opera sul perdono ci offre, con la semplicità e l’immediatezza che gli è propria, la chiave d’accesso più potente per il raggiungimento della pace interiore. I nostri pensieri si trasmutano, attraverso l’alchimia psicologico-spirituale che Tiberio ci propone, da pensieri di paura in pensieri d’amore. «Maestro – domanda Simon Pietro a Gesù – quante volte dobbiamo perdonare?», «Settanta volte sette» risponde Gesù; in ebraico antico settanta volte sette significa sempre.

    Il Perdono è uno dei cambiamenti più profondi che affrontiamo nel corso della nostra vita: un evento fondamentale per raggiungere la pace del cuore lungo il cammino dell’individuazione e dell’affermazione autentica del nostro Sé. Perdonare è:

    •lasciare andare tutta la difensività eretta intorno alle nostre ferite;

    •lasciare andare tutto il passato e attraverso un ricordo selettivo vederne ormai solo la bellezza;

    •rinunciare a ciò che ci è stato tolto o che non abbiamo mai ricevuto;

    •comprendere finalmente che tutto il male che crediamo di aver ricevuto a un livello profondo non è mai esistito;

    •capire che il perdono redime noi stessi e non l’altro.

    Grazie al libro di Tiberio possiamo finalmente concederci, attraverso il perdono, quella carezza morbida che mai prima di ora ci siamo concessi.

    ANTONIO VALMAGGIA


    Presidente della European Rebirthing School. Docente di Rebirthing della R.B.I. Italy, (la Scuola Internazionale di Rebirthing-Breathwork riconosciuta e certificata da Leonard Orr e diretta dalla Dott.ssa Arianna Bitti). Docente di Tecniche di Respirazione della Scuola Triennale di Psicomotricità di Varese. Docente di Rebirthing per le aziende alla Scuola di Alta Formazione Formteam di Gorizia. Consulente ed esperto della rivista Psychologies Magazine, della rivista specializzata per la prima infanzia Io e il mio bambino, del Giornale Italiano di Psicologia e di Educazione Prenatale. Consulente della rivista Insieme, il giornale della famiglia e della rivista Donna & Mamma e Responsabile della sede di Varese dell’Associazione Nazionale di Psicologia e di Educazione Prenatale.


    *Oramai alla quinta edizione in Svizzera, Innamorati di Te è una guida alla realizzazione di se stessi, che ha contribuito alla crescita personale di migliaia e migliaia di lettori.

    CAPITOLO 1


    Qualcosa che non sa trasformarsi non accetta di continuare a vivere

    Pochi giorni ancora e sarà Natale, lo annunciano le luci colorate di varietà infinita e il cuore stesso, il mio cuore, che ha sempre amato questa attesa dolce intrisa di emozione. Nell’aria i sorrisi che la gente si scambia, gli auguri per le feste e all’orizzonte l’anno nuovo che si avvicina un po’ timido e un po’ curioso di noi. Più che in ogni altro momento si contattano aspettative, ansie, speranze. Guido piano in città e osservo i negozi: sono pieni di persone che si interessano a questo o a quell’oggetto, in cerca di qualcosa che sia adatto a qualcuno a cui loro stanno pensando in questo momento. Sono in molti in questi giorni ad acquistare cose per altri – amici, colleghi, parenti – in segno di riconoscenza, come testimonianza di amore o solo così per… donare. Mi ritrovo a pensare: che cosa accadrebbe se tra tutti questi negozi che offrono suggestioni e proposte di qualsiasi tipo, ce ne fosse almeno uno che proponesse un modo per dimenticare il male che abbiamo fatto e che ci siamo fatti? Un luogo dove riuscissero a guidarci (allo scopo di aiutarci) ad attuare le giuste procedure per affidare definitivamente il passato al passato e lasciarlo così per sempre andare. Uno spazio dove fosse possibile imparare a liberarci dai pesi e a sciogliere quei nodi che una volta trasformati in blocchi energetici premono a livello del plesso solare, diventando così reali da impedire a volte il respiro. Se questo luogo esistesse, chissà chi troverebbe normale diventarne cliente. Per chi sarebbe più facile farsi aiutare e quali ne diventerebbero i frequentatori più fedeli. I figli? I genitori? Gli amanti? Penso a un negozio specializzato con dei commessi esperti e preparati che siano in grado di consigliare il modo più adeguato per farci abbandonare questo o quel dolore. Un negozio assolutamente nuovo in città: Il Negozio del Perdono. Avrebbe successo? Sarebbe affollato? I regali confezionati in quel luogo potrebbero essere apprezzati? Ci sarebbero estimatori fieri di farli trovare sotto l’albero di Natale, per… dono? Peraltro, quanti di voi hanno mai pensato che non è un caso se l’azione importantissima del perdono ha nelle due componenti della parola che ne indica lo svolgimento, l’informazione precisa che si tratta di qualcosa che viene attuato in cambio di nulla, così per regalo, per dono, per sciogliere, per lasciare andare, per non pensarci più. Per ricominciare e azzerare i conti in sospeso… per riconciliarsi, per incontrarsi ancora, per… dono… Ma forse non ci sarebbero abbastanza clienti. E se proponessimo ai passanti di riempire un formulario attinente a tutto quello che riguarda il perdono, quanti di questi accetterebbero? Anche voi pensate che probabilmente ci sentiremmo dire da molti di loro che non hanno proprio nulla da farsi perdonare e da perdonare? Forse risponderebbero che lo hanno già messo in atto con chi avrebbero dovuto o semplicemente che non ne sentono il bisogno (anche se spesso è quando abbiamo meno voglia di perdonare e abbiamo più difficoltà a vederne le motivazioni che ne avremmo più bisogno). In realtà, molto profondamente, probabilmente sentono che l’unico elemento mancante e indispensabile sarebbe trovare la motivazione giusta finalmente per farlo davvero. E se il passante interrogato fossi proprio tu? Saresti interessato all’argomento? Ti sembrerebbe importante lasciare andare definitivamente il passato e tutto quello che di negativo ne deriva? Bene, vieni con me allora e seguimi attraverso questo percorso interiore che ci condurrà a esplorare alcuni dei meccanismi, a volte perversi, che ci convincono che nessuno tra quelli che sono i pesi che ci portiamo sulle spalle (testimonianti tutto ciò che non ha funzionato nella nostra vita) vale la pena di essere abbandonato. Qualcosa che non sa trasformarsi non accetta di continuare a vivere. Fino a oggi non volevi sentir neanche nominare la parola perdono? Avevi deciso che di quello che non andava nella tua vita non si potesse parlare? Ti stupirebbe sapere che non esiste nulla che abbia a che vedere con un malessere interiore che non sia collegato a un rancore non risolto? Vuoi che le cose rimangano così? Non sei disposto a riflettere su questo e magari a valutare l’ipotesi che tu possa cambiare idea a riguardo? Va bene, ma sappi che questa decisione di chiusura non va in direzione della vita e quindi nemmeno in quella dell’amore, né in quella della tua pace e neanche della tua salute. Potresti accorgerti che stai sbagliando e quando dovessi decidere di lasciare andare delle condizioni che fino a un attimo prima rappresentavano per te una convinzione intoccabile e non negoziabile, avresti scelto il movimento più grande, innovativo, rivoluzionario e rigenerante che puoi dare al tuo presente. E io so già che questo produrrà una serie infinita di cause ed effetti non solo in te e nella persona a cui azzeri il debito, ma anche intorno, attraverso l’esempio di comunione in atto: un invito a lasciare andare la paura, insieme alla voglia di aver sempre ragione, per unirsi poi nell’amore. Ecco come sarà il tuo futuro. Occorre essere pronti e propensi a cavalcare l’onda del cambiamento che potrebbe investirci all’improvviso. Questo ci metterebbe al sicuro dalla rigidità e ci farebbe affrontare il nuovo in maniera flessibile, esorcizzando la possibilità di rimanere bloccati di fronte a ciò che non avevamo considerato. Così potremmo non provare rancori difficili da sciogliere poi in un futuro che diventerebbe faticoso e triste. Di fronte al vento impetuoso il giunco si piega, ma quando la tempesta è finita è lui l’unico a svettare. C’è un modo semplicissimo per trovare la porta del vero perdono: è percepire che è spalancata in segno di benvenuto. Quando senti che sei tentato di accusare qualcuno di un qualsiasi genere di peccato, non permettere alla tua mente di soffermarsi su ciò che pensi che egli abbia fatto, perché questo è autoinganno. Chiediti invece: «Accuserei me stesso per questo»*. Fai una lista di tutte le persone con cui sei entrato in conflitto nella tua vita sin da quando eri piccolo. Con quanti di loro non hai potuto chiarire e come ti sei sentito quando la situazione è rimasta irrisolta? Se vuoi dare e ricevere pace liberamente e sei interessato sopra a ogni cosa che questo avvenga, non hai nessun vantaggio ad alimentare ostacoli che ostruiscono il passaggio e il fluire dell’amore nella tua esistenza da e per la tua vita. Possiamo affermare ora che va bene così, che non sentiamo di avere particolari debiti con il passato, che intendiamo ricordarci sempre e soltanto dei pensieri d’amore che abbiamo affidato agli altri e di quelli che ci sono stati donati? Se lo facessimo rimarrebbe nella nostra memoria solo il bene che abbiamo ricevuto. Non vogliamo perdonare per essere perdonati a nostra volta, ma non possiamo desiderare altro. Se ci facessimo carico di tutte le nostre possibili responsabilità e se abbandonassimo tutti i sentimenti di risentimento e di vendetta, lasciando libere le persone coinvolte, vorremmo con tutto il profondo di noi stessi perdonare. Questo avverrà comunque indipendentemente dal fatto che anche gli altri ci liberino dalle loro prigioni e dal ricordo che noi abbiamo della dinamica relativa a ciò che è avvenuto. Ho pronte per te ora una domanda facile e una difficile. Cominciamo con quella facile: «Chi dovrebbe chiederti scusa?»; «Che cosa vorresti sentirti dire e da chi? Che cosa avresti bisogno di sentirti dire e da chi? Che cosa ti farebbe bene sentirti dire e da chi?»*. Noi crediamo che la situazione conflittuale esista in quanto è stata voluta dall’altro. Dovremmo invece vedere in questa situazione l’opportunità di glorificare il Signore che ce l’ha posta davanti come occasione di risoluzione di miglioramento e di esempio. Prenditi il tempo per pensare. Vediamo ora l’altra: «A chi dovresti chiedere scusa tu?»; «Che cosa dovresti dire tu a quel riguardo e a chi? Che cosa sarebbe necessario che tu dicessi e a chi? Che cosa sarebbe giusto che tu dicessi? E a chi?». Cosa ne pensi? Te lo avevo detto che non sarebbe stato facile. Se tra le persone che ti sono venute in mente ci sono i tuoi genitori o comunque membri della tua famiglia, consolati, sei in buonissima compagnia. Pensa che nel percorso di dieci sedute che noi proponiamo nei nostri centri, il perdono ai genitori viene preso in considerazione nella quasi totalità dei casi. Personalmente, in quel caso su cento in cui non penso che sia utile affrontarlo è perché ritengo che ci siano cose più importanti o più urgenti su cui lavorare. Ogni cosa irrisolta con i tuoi genitori emergerà in superficie nelle tue relazioni. Quando non perdoni qualcosa che è avvenuto nel loro rapporto, cercherai inconsciamente di ricrearlo nei tuoi legami affettivi, tramite le tue proiezioni (al fine di risolvere il problema). Infatti, senza saperlo, tendenzialmente imitiamo i nostri genitori e gli schemi che mettevano in atto. Accade così che avremo la capacità di attrarre persone che meglio rispecchiano le possibilità di attuare le stesse situazioni. Forse potremmo riuscire a trasformare i nostri partner in qualcosa di comodo per noi, oppure purtroppo (e più spesso) creiamo situazioni disagevoli, che assomigliano a qualcosa che conosciamo bene. Eserciteremo incessantemente questa nostra capacità, fino a quando non vorremo tenere conto di questa dipendenza per poi finalmente risolverla e diventare noi stessi risolti. Talvolta sentiamo che la cosa migliore sarebbe sciogliere i nodi e fare pace con la persona con cui abbiamo avuto un contenzioso che non ci ha permesso di comprenderci, poi però rimandiamo e ancora… In seguito magari sembriamo pronti e abbiamo già il telefono in mano, ma… In queste subdole trincee dell’indecisione, sul cercare la pacificazione o no, ci aspetta armata sino ai denti la parte meno nobile di noi che, più di ogni altra cosa, farà di tutto per convincerci che non dovremmo perdonare quanto accaduto e che, se lo facessimo, saremmo considerati deboli e vili e che, quindi, dovremo soffrire continuamente così, esposti senza difese. Uno degli scopi di questa parte non positiva (che è in ognuno di noi), è quello di creare contrasti, quindi detesta risolverli (e vedere così vanificato il proprio triste lavoro di buona separazione). Non può esserci in nessun caso un perdono salutare e concreto che non implichi un serio riconoscimento delle nostre responsabilità. Se uno avesse collezionato una serie infinita di relazioni affettive sbagliate o che comunque non si fossero rivelate sincere o costruttive e dovesse ritenere sempre le persone incontrate, responsabili del fallimento dei suddetti rapporti, (perché di volta in volta inaffidabili, infedeli, disoneste…) potrebbe costui apparire mai credibile? Può essere che questo ipotetico personaggio sia così sfortunato? No amici, non può essere e se anche avesse avuto la possibilità di incontrare le peggiori persone in circolazione la sua responsabilità consisterebbe nell’averle comunque attirate a sé. Siamo sempre totalmente responsabili di come reagiamo davanti al conflitto. Se gli episodi che abbiamo ipotizzato ti ricordano qualcosa, magari i periodi della tua vita in cui le tue relazioni erano diventate una sorta di pesca più pericolosa che miracolosa, ti consiglio di ricordarti di quei momenti, di rifletterci su, di chiederti se hai risolto tutte le cose lasciate in sospeso. E soprattutto: se fosse invece questo il periodo in cui stai vivendo quel tipo di situazione e in cui ti senti in un labirinto, ti prego non cominciare ad arredarlo e a trovare normale quello che ti sta accadendo, sforzati di visualizzare la situazione dall’alto e di vederne da lì le possibilità di cambiamento. Se invece sei tra quelli che nel labirinto ci sono appena rientrati, la prima cosa da fare è sicuramente quella di segnalare in maniera molto vistosa le uscite. Potrebbe rivelarsi un’operazione molto efficace se tu dovessi capitarci ancora una volta in futuro. Decidi per la chiarezza, fai questa scelta coraggiosa e i vantaggi ti stupiranno. Quello a cui resisti persiste e dovrai comunque risolverlo più avanti.


    * Un Corso in Miracoli 134, 3(2 e 3), 9 (2 e 3). In italiano è edito da Armenia Edizioni.

    * Sono domande volutamente molto simili al fine di aiutarti a far emergere le tue emozioni.

    CAPITOLO 2


    Il perdono è la chiave della felicità

    Ho un suggerimento da darti, ti andrebbe di scrivere le lettere che vorresti ricevere da tuo padre e da tua madre? Ascoltami, non è così sciocco come sembra, si tratta di scrivere su un foglio quello che vorresti sentirti dire da tuo padre e in seguito da tua madre. Non quello che presumibilmente potrebbero dirti loro a questo punto della tua vita, ma quello che tu hai bisogno di sentirti dire! Che cosa ne pensi? Forse non ne avrai tanta voglia e sentirai delle forti resistenze che cercheranno di convincerti a non farlo. Io ti sostengo ad andare oltre e a scrivere queste lettere e cambiare la tua vita. Lo hai fatto? Ti va di parlarne ora? Le decisioni che mettiamo in atto inconsciamente per sabotare lo svolgersi naturale di ciò che potrebbe condurci alla gioia quasi sempre provengono direttamente dalla "cineteca della famiglia primaria. Esse sono così infinite e frequenti che spesso non ci accorgiamo neanche di trovarci nella nostra sala privata delle proiezioni frustranti. L’esempio della cineteca è valido anche per i nostri schemi (o schermi?) applicati quotidianamente. Quanti di noi mettono continuamente in scena un film che non abbiamo amato, che non amiamo e che non ci è piaciuto interpretare? Eppure ancora incessantemente continuiamo a ricreare e fissarne ipnoticamente ogni fotogramma. Altri continuamente organizzano casting" per trovare attori compatibili e perfetti allo scopo di rimettere in scena incessantemente la commedia che hanno in mente. Il violento esce di casa e sa già di avere uno o più appuntamenti con le vittime di turno che già stanno andandogli incontro ignare, ma consapevoli e convinte (nella formulazione dei loro pensieri creatori*) che questo è un mondo pericoloso dove possono accadere episodi spiacevoli e dove può capitare di incontrare personaggi aggressivi. Mio fratello senza peccato è la mia guida verso la pace. Mio fratello colpevole è la mia guida verso il dolore. E io vedrò quello che scelgo di vedere**.

    Scegliamo questo mentre ci comportiamo come avrebbero fatto nostro padre, nostra madre oppure i nostri nonni e ci scopriamo (con orrore), a dire esattamente le stesse cose che avrebbero affermato loro o addirittura qualcuno dei nostri parenti lontani, del quale nessuno neanche ci ha mai parlato

    Ti è piaciuta l'anteprima?
    Pagina 1 di 1