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Migliora le tue relazioni e la tua vita fin da subito: Come te non c'è nessuno
Migliora le tue relazioni e la tua vita fin da subito: Come te non c'è nessuno
Migliora le tue relazioni e la tua vita fin da subito: Come te non c'è nessuno
E-book329 pagine4 ore

Migliora le tue relazioni e la tua vita fin da subito: Come te non c'è nessuno

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Info su questo ebook

Il mondo delle relazioni è spesso sconosciuto a tutti noi: è un viaggio che affrontiamo senza mappe e senza sapere dove ci può portare, per questo solo raramente ci regala la felicità che sogniamo. Migliora le Tue Relazioni e la Tua Vita fin da Subito è un straordinaria opera che approfondisce ogni tipo di rapporto, non solo quello romantico e ci insegna a capire le nostre relazioni, migliorandole fin da subito. La vita è, infatti, un intenso percorso attraverso i legami che instauriamo nel quotidiano: con il partner affettivo, i genitori, gli amici, il denaro, il lavoro, il mondo in cui viviamo. Il successo di questi rapporti dipende dalla relazione più importante: quella con noi stessi. Imparando a costruire e conoscere ogni rapporto passando attraverso i 12 stadi di consapevolezza qui indicati, potremo gioire di quella che gli autori chiamano “la relazione sacra”: un legame cioè, dove ciò che viene creato insieme è mille volte più grande, bello e potente di ciò che potremmo fare da soli. Attraverso una profonda esperienza e preparazione, l’autore del bestseller internazionale Innamorati di te Tiberio Faraci e il famoso chiropratico Svizzero Dominique Hort, ci insegnano in queste pagine a conoscere e amare noi stessi e le tutte le nostre relazioni.
LinguaItaliano
Data di uscita28 gen 2016
ISBN9788898482047
Migliora le tue relazioni e la tua vita fin da subito: Come te non c'è nessuno

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    Anteprima del libro

    Migliora le tue relazioni e la tua vita fin da subito - Tiberio Faraci

    PARTE PRIMA

    La relazione di coppia

    Anche per single

    Introduzione

    La parola relazione evoca un rapporto o un legame esistente che si ha con qualcosa o con qualcuno. Già dal primo momento della concezione siamo in relazione con qualcuno anzi, secondo alcune interpretazioni teologiche, prima di nascere siamo, come anima, in relazione con il Tutto, un rapporto che inizia quindi già da dove veniamo. Indipendentemente dalla prima relazione con il divino, che è eterna e che approfondiremo nella quarta parte di questo libro, fin dal concepimento siamo in relazione con tre persone direttamente: noi stessi e i nostri genitori. La mamma in questo periodo è ovviamente più direttamente coinvolta del papà, ma di solito i due sono entrambi presenti nella nostra vita. La relazione con noi stessi e con i nostri genitori è immediata. Per sempre rappresenterà una realtà che ci seguirà per tutta l’esistenza sia che essi siano fisicamente presenti, sia in considerazione della loro eventuale assenza, sia per l’impronta che ci daranno durante la vita. Un’impronta indelebile che sicuramente resterà ancorata profondamente in noi.

    Questo è dovuto al fatto che il bisogno di essere amati e quello di sentirsi bravi abbastanza o all’altezza sono necessità biologiche fondamentali per la sopravvivenza, quindi fin da piccoli cerchiamo di soddisfare questi due bisogni per assicurarci e guadagnarci la garanzia della nostra esistenza attraverso i genitori. E siccome è conosciuto che per essere accettati più facilmente si cerca di assumere le dinamiche comportamentali chiave, la tendenza sarà quella di imparare il più in fretta possibile a comportarci come loro: interagire, ridere, reagire, arrabbiarci e quant’altro possiamo apprendere dal loro teatrino affettivo primario e dalle pièces che mettono in scena. Acquisiamo i comportamenti che rendendoci abbastanza simili a loro, almeno all’inizio, garantiranno ai nostri occhi il loro amore e non ci esporranno al rischio di essere abbandonati in un bosco come accade in certe favole… e se accade nelle favole, il bambino è autorizzato a pensare che il pericolo esista. Il rapporto che avremo con i nostri genitori sarà fondamentale per tutte le relazioni seguenti sia quelle romantiche sia quelle professionali o d’amicizia. Dove però ci faremo veramente i muscoli e dovremo dar fondo alle nostre riserve, dove comunque saremo impegnati a dar prova d’immenso coraggio, creatività e dedizione, sarà nella nostra relazione romantica, con l’amato o l’amata. Una volta in due o mentre cerchiamo l’anima gemella, il segreto di una relazione sacra e magica sta nella domanda che segue: «Da uno più uno desideriamo ottenere mille, uno o meno di uno?». Ecco la domanda decisiva, questa la chiave per affrontare la relazione nella quale siamo o quella che ancora non abbiamo e stiamo cercando.

    La prima parte del nostro libro interesserà le persone che sono attualmente in una relazione, ma forse anche maggiormente coloro che non vi sono più o non vi sono ancora. Questo perché le tematiche affrontate faranno luce e daranno chiavi di lettura importanti riguardanti non solo le difficoltà o le belle cose che si vivono quando l’amore per qualcuno esiste ed è vissuto in coppia, ma anche alcune indicazioni comportamentali da adottare o da cui allontanarsi per mettersi al sicuro per i single, il cui amore è magari finito o non ancora cominciato. Infatti, a parte il periodo emotivo-romanticoerotico, ben descritto in tanti testi e da molti autori, la vera relazione comincia a formarsi solo quando questo idillio iniziale finalmente finisce. Sappiamo, perché lo abbiamo sperimentato tutti, che, quando vi siamo dentro, desidereremmo che i primi mesi di una relazione non finissero mai. Questo è vero al punto tale che quando finisce questa fase così intensa molti chiudono quel rapporto e ne vanno a cercare subito un altro, confondendo la passione iniziale con quello che una relazione vera dovrebbe essere. In realtà il succo, l’essenza, ovvero la vera alchimia che può nascere, potrà realizzarsi solo nel periodo immediatamente seguente. Quando smetteremo di fare le cose meno naturali per noi, ma che nei primi mesi avevamo fatto lo stesso (per conquistare la preda); quando smetteremo, e lo faremo appena possiamo, di giocare un ruolo che non è veramente il nostro e che forse lo diventerà più tardi, ma sotto una forma diversa e molto più consapevole, solo allora nascerà questa nuova creatura che chiamiamo relazione affettiva di coppia. E a questo punto ci troviamo davanti a una tale varietà di situazioni possibili, che neanche un’enciclopedia sarebbe abbastanza esaustiva per descriverle tutte e di fatto infinito è ciò che è stato scritto sulle relazioni.

    Cercheremo come sempre si fa in questi casi di semplificare le cose creando alcune categorie dalle quali cominciare il discorso. Vi sono infatti gruppi di relazioni ben precise che sono facilmente identificabili dal modo in cui sono vissute dalle persone. Questo ovviamente può cambiare da un individuo all’altro o addirittura nella stessa persona in diversi periodi della vita. Uno degli obiettivi principali di questa sezione del nostro lavoro è rendervi ancora più consapevoli accompagnandovi nel viaggio di evoluzione di una vita in relazione e dei diversi modi di vivere il rapporto.

    Vi sono relazioni in cui uno più uno fa mille: due individui completi e totalmente dedicati all’amato, all’amore e quindi alla relazione, creano insieme qualche cosa di grandioso che singolarmente non potrebbero mai creare. Qualcosa mille volte più grande di loro, di indescrivibile e stupendo dove ogni luce è un bagliore, ogni bacio un universo, ogni sguardo un libro e ogni frase un nettare di pura dedizione e amore incondizionato. Vi sono relazioni nelle quali uno più uno fa uno: individui singolarmente non completi si mettono insieme e, terminata la fase romantica in cui uno completava l’altro illudendosi di aver trovato qualche cosa di grandioso, finiscono per far funzionare la relazione compensandosi a vicenda senza il desiderio o la capacità di creare qualche cosa di più. In questa categoria cadono le relazioni di co-dipendenza, contratti d’intesa nei quali tu fai questo, io quello e stiamo insieme perché fa comodo a entrambi o non si può fare altrimenti. Vi sono poi le relazioni in cui uno più uno fa meno di uno e qui entriamo nell’aspetto più triste del rapporto. La relazione stessa diventa la prigione dove neanche insieme si riesce a creare qualche cosa di appena sufficiente. Da qui partiamo perché è qui che molti purtroppo sono e vivono la loro quotidianità soffrendo dentro e spesso neanche troppo in silenzio.

    CAPITOLO 1

    L’amore ferito…

    (STADI 1 E 2)

    Prima che un amore finisca del tutto, prima ancora che la storia con il partner sia arrivata al capolinea, la relazione frequentemente passa attraverso una sofferenza più subdola, più sottile, ma altrettanto devastante. Questo è il periodo in cui lui non sente che riesce veramente a soddisfare e rendere felice la sua dolce metà e lei non si sente capita, accolta, ascoltata e amata come la principessa ha sempre sognato di essere trattata dal suo principe azzurro. Quel periodo in cui l’attrazione è oramai lontana, si diventa partner come due colleghi al lavoro e si vive così aspettando che qualche cosa succeda, che i figli diventino grandi o che la situazione cambi per il meglio, sapendo bene che probabilmente ciò non succederà. Spesso, come in una brutta malattia, questo è il momento nel quale si intromette il silenzio che uccide. Vi è quasi un accordo tacito per cui ognuno soffre per sé e così non si parla più dei propri problemi. Se siete meno fortunati invece la situazione degenererà e vi vomiterete addosso l’un l’altro le frustrazioni della vita, senza però arrivare al punto in cui separarsi fa meno male che stare insieme e quindi continuerete la parodia sopportando e alternando momenti decenti a momenti di vero sconforto. Cercherete di alleviare il dolore occupandovi ossessivamente della crescita dei figli, tuffandovi nel lavoro, nello sport, nelle serate mondane o rinchiudendovi nel vostro guscio a soffrire consapevolmente o inconsapevolmente.

    La maggior parte delle relazioni in questo stadio vive tra questi due estremi. Vite prigioniere di quieta disperazione intercalate da momenti di intensa sofferenza. Peggio ancora se poi ogni tanto un giorno felice arriva, perché questo darà l’illusione che prima o poi la situazione si sbloccherà. Le sofferenze causate da amori e relazioni che non danno al cuore l’elisir di gioia giusto sono tra quelle più intense nella vita, seconde forse solo alla morte di un figlio, di un genitore o di un amato con il quale si è condivisa una vita di felicità. Fa male dentro fino all’ultima cellula, ci si sente impotenti, tristi, ignorati, esclusi, falliti e forse tanto di più. La maggior parte di noi si confronta in modo veramente infelice con le emozioni. Per alcuni la sofferenza viene contattata e vissuta solo nella forma somatizzata di un dolore fisico o di uno stress che spesso non vengono neanche messi in connessione con la relazione che non funziona. Si toccano punti di profonda tristezza dai quali non si sa veramente se si riuscirà a emergere.

    Nella sofferenza vera non vi è rabbia, quella arriva dopo, e per alcuni questo stadio della relazione non è mai veramente espresso, perché rivestito dalle proiezioni e dalle polarità negative¹ che si sono accumulate e che spesso si decide di tenere in superficie proprio per coprire quella sensazione di male e di vuoto che si avverte dentro e che è molto più difficile da gestire.

    L’amore ferito sanguina lentamente o intensamente in rapporto al tipo di persona che sei. Se la tua indole è focosa, probabilmente sarà intenso anche il tuo modo di vivere la sofferenza, se invece è pacata è probabile che essa sarà più mimetizzata o comunque meno forte. Questa sofferenza è la stessa di chi l’amore non ce l’ha, lo desidera fortemente e non lo trova. Quella sofferenza che il single sente vedendo due innamorati camminare in riva al mare mano nella mano. Come già detto, questo viaggio attraverso i 12 stadi e le 4 stagioni della relazione romantica è valido sia che tu ne stia vivendo una o meno. Non perdere l’occasione di andare a vedere le emozioni che questo percorso ti provoca. Sono semplicemente le sfumature e le situazioni che saranno leggermente differenti.

    Durante una relazione che non funziona, nella quale non si riesce a creare l’amore incondizionato in cui tutto fluisce, dove uno dovrebbe aiutare l’altro a diventare migliore, permettendo all’amore una continua crescita, vi sono molte tappe e incomprensioni. Vi sono confusione e frustrazioni, vi sono tutte le emozioni che altre relazioni non sarebbero mai capaci di portare in superficie. Quando finisce l’amore, quando il tuo amore esaurisce la voglia di te, di credere nella vostra storia e sei nella sofferenza, guarirai se vorrai, ma ci vorrà del tempo e per riuscirci dovrai autorizzarti a sentire e provare le sensazioni apparentemente insopportabili del dolore.

    A volte non sarà facile scavare nella rabbia e nella tristezza o capire le tue paure. Ti renderai conto che quando tutto sembra caderti addosso potrai fare affidamento solo su di te e su Dio, ma questo solo ricordandoti che Dio esiste ed è sempre amorevole e soprattutto che il tuo corpo è un luogo sicuro dove stare ora. Dovrai apprendere ad ascoltarlo, amare i segnali che ti darà e usarli come crescita e saggezza. Questo lenirà le tue ferite e la sofferenza ti farà avanzare negli stadi di guarigione della relazione con chi ami. Quando la sofferenza diventa eccessiva, e questo può accadere anche velocemente, altre emozioni vengono a coprirla e tipicamente si entra nel secondo stadio, che di solito viene percepito dalla mente come molto meno grave o difficile da sopportare.

    Talvolta avremo la tendenza a vendicarci dei nostri genitori attraverso il nostro partner o un’altra persona, usando anche i nostri figli se necessario. Inconsciamente alcune persone hanno figli per vendicarsi, anche perché è facile rimproverarli e tentare di manipolarli. La paura dell’amore è contagiosa, si irradia intorno a te, è facilmente percepibile e si moltiplica, rimbalza di cuore in cuore ed è un esempio negativo che toglie speranza e coraggio, qualcosa di quasi radioattivo. Ci sono coppie che restano insieme con il semplice obiettivo di farsela pagare. Funziona così: «Visto che non mi hai amato quando volevo io, ora che tu vuoi amarmi non ti darò quello che vuoi, anzi non ti darò proprio niente, ma specialmente non ti darò quello che ho capito essere importante per te… così ti voglio mettere alla prova o almeno ti renderò tutto il più maledettamente difficile». Che brividi… Forse varrebbe la pena che facessimo questo semplice esercizio: «Una caratteristica della relazione dei miei genitori è…», «Sono fedele alla relazione dei miei genitori quando mi ritrovo a…». Un genere di fedeltà quasi sempre assolutamente deleterio.

    Accade sovente nella coppia ferita che si alimenti un sentimento che ti avvicina all’aver voglia di fuggire (assentarsi quando qualcosa di spiacevole potrebbe accadere per noi). Generalmente ci si arrabbia, ci si frustra e si proiettano sull’altro le nostre debolezze o mancanze, ma per raccontare questa parte della storia bisogna fare qualche passo indietro. Lasciamo un attimo il nostro cuore ferito e torniamo indietro a quando lei o lui era l’unica/o e la/il sola/o, il grande amore della nostra vita… già perché all’inizio è stato veramente così

    La relazione romantica non comincia mai dallo stadio uno (sofferenza), ma dallo stadio due (attrazione con proiezione)! Ti ricordi? Il momento che ti ho vista, che i nostri due sguardi si sono incontrati, mi è mancato il fiato, il sangue ha cominciato a scorrere velocissimo e avrei fatto di tutto per averti nelle mie braccia. E di fatti tra le mie braccia sei finita proprio perché ho fatto di tutto e di più. Prima neanche il tuo nome sapevo e mi sembrava di vivere lo stesso. Ci siamo innamorati e appassionati senza neanche prendere fiato tra un’emozione bellissima e l’altra ancora più intensa. Senza di te non mi sentivo nessuno e ogni istante la tua immagine, il calore del tuo corpo erano impressi nella mia mente e non solo lì. Non vi era il pensiero del domani in quei momenti magici, ovunque riuscivamo a vivere il nostro amore. Eri perfetta per me, eri esattamente quella che avevo sempre cercato. Finalmente ti avevo trovata ed eri mia. Insieme eravamo una cosa sola, mi completavi come nessuna, ti chiamavo la mia dolce metà. Quello che io non riuscivo a esprimere tu lo leggevi nel mio cuore. Quello che non riuscivo a tirar fuori da me, tu eri magica nel saperlo estrarre come le pozioni di un’alchimista iniziata alle arti più avanzate. Ogni cosa che toccavamo insieme diventava oro e senza di te mi mancava il fiato e la mia giornata sembrava vuota. Io ti chiamavo amore. Solo il pensiero di poterti vedere, finito il lavoro, mi permetteva di andare avanti e già m’immaginavo come sarebbe stato bello riabbracciarti da lì a poco. Le cose che piacevano a te piacevano a me, le chiacchierate erano infinite e ogni nuova scoperta inebriava di felicità il mio essere.

    Rinnovavo nei miei pensieri desideri semplici da realizzare insieme, come quello di camminare con te, di averti nella mia mano e di abitare nella mano tua. Avevo trovato la mia anima gemella. Rendevo grazie a Dio, finalmente le mie preghiere erano state ascoltate ed esaudite. Come erano lontani i momenti in cui, quando ero ancora solo e sofferente, chiedevo al cielo che anch’io potessi avere la stessa fortuna dei miei amici innamorati. Il miracolo era avvenuto anche per me e mi sentivo così felice.

    Chi non si ricorda quei momenti, o chi non si rammenta di aver fantasticato pensando a quei pochi mesi o anni in cui la nostra relazione ha vissuto dell’amore romantico e dell’irresistibile attrazione iniziale provata verso l’altro? Il segreto di quel momento magico è dato dal fatto che abbiamo riempito di sensazioni fisiche, emotive, mentali e spirituali il nostro partner. Non solo lo abbiamo amato senza freni, ma lo abbiamo stimolato a ricevere segnali visivi come rose rosse o bigliettini nascosti nell’armadio dove cercava gli abiti al mattino. Ci siamo vestiti in maniera più attenta e preparati come se fosse sempre festa. Abbiamo fatto sentire l’altro la persona più importante del mondo e sono le stesse cose che abbiamo ricevuto. "Come te non c’è nessuno" era il motto e il mantra ripetuto ogni momento nella nostra testa. Agli stimoli visivi abbiamo aggiunto quelli uditivi: abbiamo chiamato in mezzo alla giornata per raccontargli il nostro amore, oppure gli abbiamo sussurrato all’orecchio le cose più dolci in continuazione. «Sai che un tuo bacio è unico al mondo? Sai che il tuo sorriso è il più bello che c’è? Insegnami come farti felice». Abbiamo ascoltato le sue storie che erano per noi nuove, eccitanti e belle semplicemente perché ce le raccontavamo noi nella nostra intimità. In una coppia talvolta non si proviene da pianeti diversi, ma da galassie opposte. Eppure riusciamo comunque ad amarci così appassionatamente, accettando qualsiasi diversità; pure il fatto di provenire da mondi creati da esperienze totalmente divergenti e contrastanti. Anzi, proprio per le grandi differenze, la capacità d’accettazione si riveste di una sorta di profumo divino e la benedizione di accompagnare le proprie diversità assume un senso fortemente profondo e sacro.

    Queste sensazioni sono tipiche dell’inizio dello stadio due, in cui andiamo a cercare (e troviamo) fuori di noi quello che a noi manca dentro e per un breve periodo questo ci manda in estasi. All’inizio tutto era nuovo ed eccitante e per completare l’overdose stimolativa, anche a livello fisico, abbiamo fatto di tutto e di più. Lo abbiamo abbracciato e baciato questo amore, compulsivamente e appassionatamente, come se il fiato ci mancasse; quando eravamo avvinghiati attorno a lui lo abbiamo guardato negli occhi e gli abbiamo letto l’anima.

    Abbiamo fatto l’amore come se non esistesse domani e ogni mossa, movimento e carezza erano pieni di tenerezza e premura. Abbiamo fatto attenzione alle sue preferenze, abbiamo cercato di fare ogni cosa che gli piaceva, ci siamo dedicati ai suoi bisogni e i suoi bisogni erano i nostri. Fiducia, integrità, onestà, pulizia, impegno e così tanto di più, sempre pronti a dare il massimo. Questo è stato il segreto, la formula magica, alla quale quando la relazione perde velocità non siamo più capaci di tornare o ci sfugge la motivazione per farlo. Forse dimentichiamo di avere sempre nel cassetto a nostra disposizione il mezzo per agire in questo senso. Già, perché il paradosso è che se continuassimo o riprendessimo in mano questa ricetta negli anni, dopo il periodo romantico saremmo in grado di ritrovare la passione perduta… Ma non andiamo troppo avanti e non saltiamo delle tappe importanti.

    1. Differenze che, non avendo accettato in noi, proiettiamo sul partner creando cariche energetiche che rimangono negative finché non accolte, discusse o risolte.

    CAPITOLO 2

    Cercare nell’altro…

    (STADIO 2)

    La magia dell’amore romantico in certe rare situazioni continua inconsapevole per anni, ma paradossalmente prima finisce meglio è. Ovvero prima ci si rende conto che la relazione non è ancora stata trasformata in qualche cosa di più maturo, meglio sarà. La ragione di questa auspicata fretta è che si stava vivendo una grande, e comunque bella, illusione. Nessuno dei due era veramente se stesso e, nella maggior parte dei casi, avevamo giocato un ruolo, quello che credevamo il migliore, per conquistare l’altro. Questo in modo assolutamente benevolo e non manipolante nel senso brutto del termine, ma purtroppo totalmente irreale per un ruolo non sostenibile nel lungo termine. Finalmente non tutto quello che fa l’altro è magia, si comincia a vedere anche le cose che danno fastidio e, si spera, stiamo aprendo gli occhi accorgendoci con chi ci siamo messi insieme.

    La relazione che si rifiuta di andare avanti oltre questo punto e che non vuole crescere oltre l’illusione delle polarità (le differenze reali tra i partner), non capisce che la ragione ultima di quelle sensazioni iniziali bellissime, ma mai autentiche al 100%, è che finalmente pensavamo di aver trovato la persona che esprimeva le sensazioni, le azioni, le emozioni che noi invece reprimevamo. L’altra persona mi completava proprio perché io non ero completo, mi faceva sentire realizzato e felice perché su di essa avevo proiettato le mie forze e dimenticato le mie debolezze. Mi ero innamorato di un’idea, di un ideale che avevo creato in me e nel partner, mi ero sentito così bene perché vivevo su una nuvola.

    Nell’altro cerchiamo quello che non abbiamo ancora in noi e questo ci fa sentire bene, ma prima o poi finalmente avviene qualcosa di importante. Il nostro partner comincia ad esprimere troppo quello che noi reprimiamo e quello che ci aveva attirato in lui o in lei ora ci dà fastidio perché ci ricorda quello che in noi non abbiamo ancora guarito. Quello che ci completava, ora ci ricorda consciamente o inconsciamente quello che ancora ci manca.

    Noi malati di controllo non a caso, attiriamo una wild woman¹ o ne siamo attratti. Se nei primi mesi il suo essere selvaggio e senza regole completava la nostra mania di controllo, ora ci infastidisce. «Da quando siamo insieme le cose in casa non sono mai nel luogo dove dovrebbero essere!». Oppure in altri casi, il suo farci sentire al sicuro perché potevamo contare sul fatto che finalmente avevamo trovato una roccia inamovibile che completava la nostra instabilità, ora ci annoia perché nel quotidiano ci rendiamo conto che le cose sono sempre le stesse. «Quel suo essere sicura perché sapeva sempre cosa dire (anche al posto mio) e che mi aiutava tanto a sentirmi a mia volta sicuro, ora mi irrita perché mi schiaccia e non riesco a dire più la mia». Ovvero ancora: «Quella sua voglia di tenermi sempre stretto e di essere sempre attaccata a me, ora mi toglie l’aria e mentre all’inizio mi piaceva così tanto perché compensava la mia incapacità d’intimità, ora mi disturba, perché mi ricorda questo mio limite che non ho ancora vinto». «Quel suo voler sempre far cose nuove che mi ha aiutato a sradicare la mia cronica pigrizia ora mi stressa perché ogni fine settimana bisogna andare a far qualche cosa di nuovo e non si può mai stare in casa tranquilli». Ogni espressione di ciò che noi reprimiamo e che non siamo pronti a cambiare ci stresserà fino a che o lasceremo perdere e andremo alla ricerca di un’altra anima gemella, oppure ci stimolerà a cambiare. Occorrerebbe essere sempre leali e sinceri e dire la verità il più in fretta possibile. Con tutti, specialmente con noi stessi per primi e poi, naturalmente, ancor più con coloro che diciamo di amare. Questo ci metterebbe già al sicuro da molte situazioni che poi spesso possono diventare occasioni di disagio per qualcuno che dovesse sentirsi ferito da qualcosa che avremmo potuto dire prima, talvolta molto prima. Altrimenti si instaurano le quattro R di Barbara De Angelis².

    Resistenza: ti senti critico, non d’accordo, dissociato, irritato, per qualche cosa che il tuo partner ha detto, fatto o sentito. Se la ignori e non la comunichi a lui/lei finirai nella seconda R. Risentimento: ora non solo la cosa ti irrita, ma proprio non la sopporti, ti arrabbi e di fatto cominci a staccarti dal tuo partner cieco ai suoi limiti emotivi. Se anche a questo punto non dici la verità e risolvi il conflitto, il risentimento aumenta e diventa la terza R.

    Rigetto: significa separazione emotiva e/o fisica. Non riesci veramente più a rimanere emotivamente connesso con il tuo partner e se tale situazione continua passerai alla quarta R.

    Repressione: se rimani nella relazione, diventi insensibile emotivamente. Sarai stanco di aver resistito, di esserti risentito e di sentire rigetto per il tuo amato. Il peggio è che se sei arrivato a questo punto nel rapporto, questa attitudine repressiva traboccherà facilmente in altri settori della vita, causando dolore e malessere generale.

    Perderai passione ed energia. Certo avrai represso con successo il dolore, ma con questo avrai perso la gioia di vivere! All’interno di ogni situazione che non funziona nella nostra esistenza, il modo più veloce per trovare una via d’uscita è allontanarci dal vittimismo e a condurci in direzione della risoluzione sarà la strada che porta verso la nostra responsabilità. Ti è stato detto da noi e ti sarà naturalmente confermato in milioni di modi nel tuo futuro di persona consapevole dall’Universo. Ti stai chiedendo se questo per caso riguarda anche il fatto che non riesci a vivere una relazione affettiva felice o ad averne una? Certo, la risposta è sì, anche in questo caso. Andiamo allora a vedere: perché finiscono le tue storie d’amore? Perché ti sembra di dare l’impossibile per far funzionare la tua storia d’amore, quando ti arriva invece l’informazione (a volte non verbale) che agli occhi della persona che ti sta accanto non stai facendo proprio nulla per salvare la vostra unione? Anzi non stai perdendo occasione per seminare discordia e malumori. Basterebbe così poco per andare d’amore e d’accordo se tu lo volessi. Ma di chi stiamo parlando? Di te? Non ti riconosci in quello che la persona che

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