Ai Confini della Mezzaluna
Quando la politica può più della morfologia naturale e delle convenzioni geografiche, si possono creare situazioni decisamente insolite, come quella della lunga catena di isole che si snoda lungo l’estremo levante dell’Egeo seguendo un confine di solo mare. Isole che geograficamente appartengono all’Europa, anche se in alcuni casi l’Asia potrebbe essere raggiunta a nuoto; isole che politicamente sono Grecia, anche se i minareti dei villaggi turchi lungo la costa sono spesso in vista a ricordarci che il paese della mezzaluna dista poche miglia; isole che geologicamente sono i resti di una terra sprofondata che non è Atlantide ma che deve comunque il suo inabissamento al movimento di placche tettoniche, che peraltro non hanno ancora trovato pace. Navigare lungo questo arcipelago ha un fascino tutto particolare perché, se un lato si vivono tutte le caratteristiche dell’Egeo, meltemi incluso, dall’altro si incontrano isole che pur mantenendo integra tutta la loro atmosfera a base di retsina e sirtaki subiscono inevitabilmente il respiro del vicino gigante turco, in un suggestivo travaso di costumi e tradizioni. Una situazione in cui la storia ha spesso nel passato cambiato le carte in tavola. Un tempo, infatti, quando l’Asia era ”minore”, l’Ellade univa isole e continente nella sua cultura, quella che plasmò poi tutte le civiltà a seguire. La serie di dominazioni che s’impose nei secoli, legate ad interessi per lo più strategici e commerciali, confuse un po’ le cose senza tuttavia lasciare eredità marcate, fino a quando il grande impero ottomano stese le sue grandi ali a coprire tutto l’Egeo lasciando, dopo 400 anni di dominazione, un’impronta indelebile. Un passato di cui, navigando lungo l’estremo levante dell’arcipelago egeo e
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