Palmarola: Guida alle grotte sommerse
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Info su questo ebook
Scritto sia per il semplice turista che per il vero appassionato di mare, descrive con minuziosità di particolari tutte le grotte, accompagnandovi metro dopo metro alla loro scoperta, facendo esplicito riferimento agli eventuali pericoli, alle precauzioni da adottare durante le esplorazioni, alle attrezzature da portare, alla lunghezza, alla profondità e all’interesse delle stesse, informandovi inoltre sulla possibilità o meno di percorrerle con un piccolo gommone.
Il libro è inoltre arricchito da una prefazione sull’isola di Palmarola scritta da Folco Quilici.
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Anteprima del libro
Palmarola - Fabrizio Volterra
Palmarola
Guida alle grotte sommerse
Fabrizio Volterra
Indice
Collana
Copyright
Un pensiero
Dedica
Prefazione di Fabrizio Volterra
Prefazione di Folco Quilici
Il mio amico Ernesto Prudente
Le coordinate di un sogno
Consigli utili
Visita alle grotte
Legenda
Mappa di Palmarola
SEZIONE I
SEZIONE II
SEZIONE III
SEZIONE IV
SEZIONE V
SEZIONE VI
SEZIONE VII
SEZIONE VIII
EPILOGO
APPENDICE
L’autore
CAMPI APERTI – 3
© 2016 Campi di Carta, Associazione Culturale
00141 Roma, Via Val Maggia 60
http://www.campidicarta.org
I diritti di traduzione, memorizzazione elettronica, riproduzione e adattamento totale o parziale, con qualsiasi mezzo, compresi microfilm e copie fotostatiche, sono riservati per tutti i paesi.
I rilevamenti delle grotte e dei pericoli descritti in questo volume sono stati raccolti con la massima accuratezza e precisione. Tuttavia essendo detti rilevamenti aggiornati all’anno 1997 né l’autore né l’editore si assumono alcuna responsabilità derivata da eventuali cambiamenti che possono essersi verificati a causa di eventi naturali.
Un particolare ringraziamento dell’autore agli amici Tony Fenelli, Stefano Iraci e Luca Friggeri per la preziosa collaborazione fornita alla realizzazione di questo libro.
Disegni e mappe di Fabrizio Volterra
Il disegno di copertina è di Massimo Mazzieri
ISBN: 978-88-98555-25-3
Creato con Vellum
Il più bello dei mari è quello che ancora non abbiamo mai navigato...
…A lui che amava tanto il mare…
alla sua memoria è dedicato questo libro.
Ciao Leonardo
A Rosella e Giorgia
Ero un bambino, avevo non più di otto anni, quando mio padre e mia madre mi portarono un giorno a Ponza e da lì a fare una gita a Palmarola. Da allora sono passati quarant’anni; quel posto era un incanto, un angolo incontaminato del mondo, dove i delfini allora numerosi venivano a giocare. Tutto questo lasciò un segno nel mio giovane cuore, una sorta di innamoramento, una gran voglia di tornarci al più presto. In tutti questi anni decine e decine di volte sono tornato; in Estate, in Primavera, in Autunno e persino in Inverno, senza dimenticare che quel giorno, da bambino, avevo giurato a me stesso che quell'Isola avrebbe dovuto essere mia
.
Fabrizio Volterra
PALMAROLA?
E’ SEMPLICEMENTE L’ISOLA
PIU’ BELLA DEL MONDO
E se non si accetta questo primato, diamole almeno un primo posto alla pari con Bora Bora. Una classifica che sono disposto a difendere a ogni costo, forte di sessant’anni di viaggi per isole e arcipelaghi del mondo. Certo non posso dire (nessuno può dire) d’avere visto quasi tutte le isole, e quasi tutti gli arcipelaghi. Nemmeno la decima parte, ma in quella percentuale sono incluse tutte le più famose. Le Hawaii? Bali? Formentera? La Guadalupe o Santorini? Tutti punti di riferimento meravigliosi, non c’è dubbio. Ma l’arcipelago delle Pontine e l’Isola di Palmarola…
Ogni isola e/o arcipelago mi è sempre parso una sorta di sintesi precisa e preziosa del rapporto uomo-mare; sintesi storica ma anche naturale. E questo ritengo sia particolarmente vero nell’arcipelago italiano che ritengo uno dei più affascinanti di tutti i mari, le Pontine, appunto, da visitare nei mesi in cui l’orda turistica è svanita nel nulla, oppure non è ancora iniziata. Quando al profumo del mare s’aggiungono gli odori di terra, i fiori e i germogli addolciscono l’aria. Non ricordo un anno in cui io non abbia sentito questa spinta, quest’urgenza di metter piede almeno per qualche giorno a Ponza prima, e subito dopo a Palmarola. Attendendo con ansia l’inizio di un’altra primavera, e la gioia di sbarcare a quest’isola si prolungherà sino al primo autunno.
Il mio identificare il desiderio di mare con le Pontine e in particolare con Palmarola, non lo debbo solo alla sua bellezza, sopra e sott’acqua; ma perché le sue acque furono, per così dire, la mia iniziazione al mare e alle sue gemme emergenti; le isole, appunto. Ponza con la corona delle sue disabitate scogliere, la quinta di Zannone e il monolite di pietra nero, La Botte
, piantato nel blu profondo dell’alto mare, sulla rotta verso Ventotene, furono i luoghi delle mie prime immersioni profonde. Ma soprattutto, la deserta Palmarola. Attorno a quell’isola e alle sue secche
imparai ad usare l’autorespiratore, sperimentandolo con reverenziale timore.
Qui ho goduto la prima emozione nel metter piede
in un’isola che senti magnifica e tutta tua.
Gemma dell’arcipelago, Palmarola: isola-miracolo. Nel senso che ritengo sia un caso unico quello di un luogo che riesce ad essere praticamente integro malgrado disti poco più di sessanta miglia da una dissacrante metropoli.
Mi chiedo quanti siano i romani, tra quanti per le vacanze cercano l’isola deserta
, e se ne vanno sino alle Maldive o alle Seychelles, che conoscano bene Palmarola; o quantomeno ne valutino la straordinaria unicità, la