Geometria variabile, geografia umana
CHINON AVVERTE la necessità di chiamare un luogo “casa” è perché di case ama averne molte. È forse questo che accomuna quanti a Tel Aviv sentono di appartenere dal primo istante. La città ammicca, con le case bianche e le lunghe spiagge, dall’estremità del Mediterraneo. Ma non si cura di te: un’attitudine che, si sa, farebbe innamorare chiunque. A me è successo sette anni fa, quando la vita mi ha lanciato un amo (e un uomo) cui sono stata felicissima di abboccare. Sono passata dai ritmi di un lavoro sicuro, a contatto con la monumentalità di Roma, a una quotidianità da inventare. “Qualcosa sarà”, mi ripeto spesso. Con questo fatalismo mi sono buttata tra le braccia di Tel Aviv e di colui che lì è diventato mio marito. E sono contenta di averlo fatto, superando le difficoltà per ottenere e rinnovare i visti di soggiorno e di lavoro. E facendo ciò che mi piace: raccontare.
In Israele
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