Mistero Magazine

Il richiamo delle SIRENE

Sono bionde, con la chioma lunga e fluente, il viso bellissimo dai lineamenti minuti, il corpo sinuoso e perfetto… Fino all’ombelico. Sì, perché nella parte inferiore non hanno due gambe, ma una lunga coda di squame di un verdeazzurro brillante.

Sono le sirene, una figura mitologica, e secondo alcuni, dati i numerosi avvistamenti, non soltanto mitologica, che ci accompagna le fa interagire con il protagonista Ulisse, che deve resistere al loro richiamo fascinoso ma mortale. La curiosità incredibile è che in questa prima loro comparsa, le sirene, che ammaliano e incantano i marinai fino a farli schiantare sugli scogli, non hanno la forma con la quale vengono comunemente rappresentate. In questo loro debutto le sirene hanno la parte superiore del corpo di donna e la parte inferiore di uccello. E così rimarrà fino al secondo secolo, quando le sirene all’improvviso diventano creature marine: forse per il banale errore di un copista, che invece di trascrivere , le penne d’uccello, usa invece la parola , le pinne del pesce; o più probabilmente per lo zelo del Cristianesimo, che vuole attribuire le ali soltanto agli angeli, decidendo di toglierle ad altre creature della mitologia, che così cambiano attributi. Fatto sta che da quel momento le sirene acquisiscono per sempre la forma attuale, che le ha fatte diventare sinonimo di femminilità e sensualità, ma anche dell’amore idealizzato e impossibile, date le caratteristiche morfolo-giche del loro corpo che impediscono un rapporto intimo con un uomo. La mitologia delle sirene fa parte del folklore di moltissimi Paesi europei e non solo, ma esistono anche fior di viaggiatori e testimoni autorevoli che affermano di averle viste. Nel 1493 Cristoforo Colombo scrisse nel suo diario di averle avvistate in mare, e aggiunse che non erano così belle come da tradizione; il suo fu soltanto il primo di una serie di avvistamenti che continuano ancora oggi. Nel 2009 l’amministrazione comunale della città di Kiryat Yam, vicino a Haifa, in Israele, ha messo in palio un milione di dollari che sarebbero stati dati a chi fosse in grado di dimostrare l’esistenza delle sirene con foto e video. Nessuno, al momento, ha incassato il premio. L’aspetto che ci piace di più di queste creature è la loro ineffabilità e unicità, il fatto che siano sfuggenti e non classi-ficabili. Per questo amiamo così tanto la favola di Christian Andersen, , pubblicata nel 1837, che narra dell’amore impossibile e naturalmente infelice di una giovane sirena per un bellissimo principe che non potrà mai avere, nemmeno a costo di sacrifici inumani. Al centro di questa fiaba meravigliosa c’è il tema del diverso, in un’epoca in cui di diversità non si poteva proprio parlare. Alla di Andersen si ispira la figura di Ariel, protagonista di di Disney del 1989, considerato uno dei classici a cartoni animati dell’ultimo mezzo secolo, e che rispetto alla favola prevede il lieto fine. Le sirene hanno ispirato anche la storia dell’arte. Come non pensare alla loro sensualità quando ammiriamo di Francisco Goya o la di Antonio Canova? Sirene sempre più protagoniste in televisione e al cinema, in Italia e nel mondo. Un titolo per tutti: , con Daryl Hannah. Venendo a questi ultimi mesi, l’ultima moda sono le pinne in tessuto da sfoggiare mentre si è accoccolati sul divano; intanto in piscina e sulle spiagge va di moda il mermaiding, un nuova disciplina acquatica che, per movimenti e sensualità, si ispira alle sirene, con tanto di coloratissima coda-pinna.

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