SUPERCHARGER CERCASI
Oltre il 70% di tutte le colonnine (rapide e no) d'Europa è concentrato in tre nazioni: 30 su 100 sono nei Paesi Bassi, contro 41,5) e vetture circolanti (39 milioni vs 8,3). C'è però altro che Bruxelles sembra ignorare, quando indica gli obiettivi futuri: i 3 milioni di charger entro il 2030 sono diventati 6, poi 6,4, visto che dal 2035 si vogliono eliminare le auto a benzina o gasolio. Che questo implichi installare 13 mila punti di ricarica la settimana è giudicato un trascurabile dettaglio. Ma soprattutto non si tiene conto che se l'auspicato proliferare non si concentrerà sugli Hpc (High power charger), ovvero sulla ricarica veloce, sarà tutto pressoché inutile. Il grafico a destra fotografa la crescita degli ultimi anni nella UE, incoraggiante, anche se non abbastanza da meritare i titoloni che spesso le vengono dedicati. Ed evidenzia pure come le colonnine fino a 22 kW, cioè lente, siano ancora la stragrande maggioranza di quelle operative (ammesso che funzionino). Poche quelle sopra i 22 kW, pochissime oltre i 100-150, le uniche davvero rapide. Il grafico qui sotto è eloquente. Rimane da sperare che la Tesla confermi la decisione di aprire a tutte le Bev le sue stazioni e che la rete Ionity, joint venture cui la Volkswagen partecipa, ponga rimedio ai problemi riscontrati tra Austria e Italia proprio da Herbert Diess, ceo del gruppo di Wolfsburg, in vacanza su una ID.3.
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