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INFINITI ORIZZONTI

IL VIAGGIO INIZIA SULLE coste del Parco Regionale Riviera di Ulisse, un insieme di aree protette fra i rilievi dell’Antiappennino Centrale. La zona presenta alcuni dei litorali più belli del Tirreno, isole da sogno e straordinarie gemme naturalistiche, architettoniche e archeologiche. Fra queste il comprensorio archeologico di Minturnae: sacro alla ninfa Marica – la dea dell’acqua che “brilla sotto la luce del sole” – è posto sulla foce del Garigliano che nasce a Sant’Apollinare dalla confluenza tra i fiumi Liri e Gari e che qui termina la propria breve corsa, segnando il confine naturale (e liquido) tra Lazio e Campania. Risalendo il golfo di Gaeta raggiungete la città vecchia, su un promontorio dominato dal castello angioino–aragonese. Il porto brulica di barche in attesa di uscire a pescare alici, triglie, sparnocchi, merluzzi, ingredienti base della rinomata frittura del Golfo. Ma anche gamberoni, scampi e qualche polpo (per farcire la tipica tiella, prelibata focaccia preparata anche con scarola). I lidi attrezzati della Marina di Serapo sono ideali per le famiglie.

“IL MARE CHIAMA, NON SMETTE MAI, TI ENTRA DENTRO, CE L’HAI ADDOSSO. È TE CHE VUOLE, PUOI ANCHE FAR FINTA DI NIENTE MA NON SERVE. CONTINUERÀ A CHIAMARTI… SENZA SPIEGARE NULLA, SENZA DIRTI DOVE CI SARÀ SEMPRE UN MARE CHE TI CHIAMERÀ” (ALESSANDRO BARICCO)

In un quarto d’ora di cammino arrivate a Monte Orlando, area dagli scorci imperdibili. Un pendio dà riparo al Santuario della Santissima Trinità, sito Natura 2000: un ripido sentiero conduce a una splendida baietta di ciottoli nei pressi della Grotta delle Bambole (raggiungibile a nuoto o in barca), così chiamata per la particolare forma delle stalattiti e stalagmiti che si trovano al suo interno. Il borgo medievale di – dal latino iter (via) – deve il proprio nome alla via Appia Antica, la Regina Viarum di cui serba (presso le Gole di S. Andrea), uno dei tratti più belli. Terra di briganti, qui trovò rifugio Fra Diavolo, sconfitto dalle truppe francesi guidate dal padre dello scrittore Victor Hugo (1806). Itri è stato anche il set del film “La Ciociara” (1960), capolavoro del neorealismo, tratto dall’omonimo titolo di Alberto Moravia. Celebre per l’olio ottenuto dall’Itrana (oliva autoctona dei colli pontini), produce anche la Marzolina, formaggio di capra presidio Slow Food. Adagiata su uno sperone tocca ora a , perla bianca del Tirreno che si specchia sulla battigia. È un crogiolo di chiese, piazzette e torri, erette per scongiurare le incursioni saracene. Il mare è terso, la sabbia dorata con fondali ricchi di biodiversità marina: la quintessenza della cartolina, però reale e accessibile. Dalla Spiaggia dell’Angolo si raggiunge la , scrigno di tesori: adiacente alla Villa dell’imperatore una peschiera con acqua marina. Si narra che al centro venisse collocata una caenatio (sala da pranzo) collegata a un’ampia vasca circolare. Sono stati rinvenuti gruppi scultorei eccezionali, ora esposti nel Museo archeologico di Sperlonga. La spiaggia di Bazzano è circondata da macchia mediterranea, quelle di Fontana, Canzatora e Salette sono sia libere che attrezzate. Nell’entroterra, a circa venti chilometri dal sito, il è un raro esempio di bacino salmastro in cui trovano riparo cormorani, moriglioni e aironi. Nel borgo di Fondi, cinto da possenti mura romane, non perdetevi il castello Caetani: uno dei pochi costruiti in pianura, è sede del valido museo civico. Insignito della Bandiera Verde 2021, il litorale di vanta acque basse e pulite, a misura di bambino: bella quella di Levante, ai piedi del massiccio Pisco Montano, fatto “tagliare” nel 109 d.C. dall’imperatore Traiano per creare una variante costiera alla via Appia. Sono ancora visibili sulle pareti i segni degli strumenti e le cifre romane incise che indicavano il procedere dei lavori. Il Tempio di Giove Anxur domina il litorale da , sede dell’acropoli e della città alta, coi resti del Foro Emiliano e del Teatro romano, rinvenuto di recente. Le primizie del territorio? La fragola Favetta, il cocomero pontino e il vino Moscato di Terracina DOC. Proseguendo sulla statale Pontina (SS148), arrivate ora a : acque trasparenti e spiagge sabbiose e attrezzate. Suggestiva quella di Torre Fico, a ridosso del promontorio. Costellato da oltre trenta grotte e spettacolari fondali, al largo della località Punta Rossa è possibile immergersi per ammirare la statua del Cristo del Circeo (protettore degli operatori del mare). Il promontorio è stato per secoli considerato dimora di divinità, eroi & co. Oggi è l’emblema del Parco Nazionale del Circeo, riserva della biosfera UNESCO. È lì che Ulisse sarebbe riuscito a resistere al sortilegio della maga alla quale è stato dedicato il sentiero più panoramico, che raggiunge il “Picco di Circe”, la cima del promontorio a quota 541 metri. Dal parco la duna litoranea si srotola per oltre due dozzine di chilometri fino a Cala Postina (nei pressi di Nettuno), disegnando una mezzaluna: un cordone di sabbia che separa il litorale da quattro laghi salmastri – i laghi di , , dei e di – residuo delle bonifiche delle paludi dell’Agro Pontino. Prevista in un decreto del 1899, la bonifica fu avviata nel 1928 e affidata all’Opera Nazionale per i Combattenti. Un’opera che costò la vita a migliaia di operai stroncati dalla malaria, terminata con l’introduzione delle idrovore (ancora in funzione), documentata dal Museo Piana delle Orme di Latina. Visitabile a piedi, in battello o in canoa, il Lago di Paola è un tuffo nel passato. Custodisce i resti della Villa di Domiziano con i suoi impianti termali, le cisterne sotterranee, una palestra e un piccolo teatro. Ma anche le Piscine di Lucullo (impiegate nell’itticoltura), il porto canale romano e il Santuario della Sorrescala. I laghi di Caprolace e dei Monaci (il più piccolo) sono selvaggi, casa e riparo per oltre duecento specie di uccelli, fra cui colonie di cormorani, tufetti, gallinelle d’acqua. Sulle dune trionfano lentisco e ginepro, all’interno il leccio e l’eucalipto. Il più grande degli specchi d’acqua è il lago di Fogliano, su cui si affaccia l’omonimo borgo di fine Settecento e un grazioso orto botanico. I sentieri della zona offrono incontri inconsueti con mandrie di bufale, allevate tradizionalmente nella zona lacustre, compresa nell’area di produzione della Mozzarella e della Ricotta di Bufala Campana Dop. Attività che ha dato il nome alla spiaggia di Bufalara: wild e spesso deserta. È un tratto di costa ventoso e selvaggio, ideale per il kitesurf.

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