UNA RIFORMA IN CHIAROSCURO
Incapace di lavorare a una riforma organica della legge che disciplina la circolazione stradale, in vigore da 29 anni e modificata decine di volte, spesso in maniera discutibile e contraddittoria, il Parlamento ha messo nuovamente mano, a colpi di emendamenti, al Codice della strada. L'occasione è stata il cosiddetto decreto infrastrutture, varato dal governo in settembre e convertito in legge il 10 novembre scorso. Il bilancio di questo intervento, che ha riguardato ben 45 articoli, presenta una volta tanto più luci che ombre. Sono state sanate molte criticità, come l'annosa questione della targa prova sulle auto usate e l'impossibilità, per i neopatentati, di guidare – durante il primo anno di patente – le vetture su cui, invece, potevano esercitarsi con il foglio rosa. Alcune novità, come gli stalli
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