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In difesa dell'automobilista: Velox e tutor, preferenziali e ZTL, sosta e strisce blu, street control
In difesa dell'automobilista: Velox e tutor, preferenziali e ZTL, sosta e strisce blu, street control
In difesa dell'automobilista: Velox e tutor, preferenziali e ZTL, sosta e strisce blu, street control
E-book195 pagine2 ore

In difesa dell'automobilista: Velox e tutor, preferenziali e ZTL, sosta e strisce blu, street control

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Info su questo ebook

Il libro esamina le posizioni giuridiche soggettive degli utenti della strada – consumatori nell'ambito della normativa generale di riferimento del Codice della Strada nonché del D. lgs. n. 150/11 in relazione ad una serie di accertamenti di carattere automatico ad esito dei quali si palesano delle situazioni di contrasto con l'Ente pubblico irrogatore della sanzione quale atto terminale dell’esito dell’accertamento.
Composto da cinque capitoli, inizia con una disamina dell’evoluzione storica della normativa stradale, seguita da un approfondimento sulle violazioni per eccesso di velocità rilevate con autovelox e tutor, sulle violazioni per accesso alle zone a traffico limitato e corsie preferenziali rilevate a distanza con apparecchi elettronici, per arrivare infine alle violazioni per divieto di sosta anche a pagamento ed a quelle effettuate con sistema street control.
L’ultima parte esamina brevemente i ricorsi amministrativi innanzi al Prefetto e giurisdizionali davanti al Giudice di Pace.

LinguaItaliano
Data di uscita1 mar 2022
ISBN9788832104554
In difesa dell'automobilista: Velox e tutor, preferenziali e ZTL, sosta e strisce blu, street control
Autore

Alessio Muciaccia

Laureato in Giurisprudenza. Ha svolto pratica forense e notarile. Nel 2008 ha conseguito il Master di II liv. in Discipline del lavoro, sindacali e della sicurezza sociale presso l'Università degli Studi Tor Vergata di Roma e nel 2017 il Master di II liv. in Scienze della P.A. presso l’Università G. Marconi di Roma. Dagli anni 2000 si occupa di sanzioni amministrative con riguardo al Codice della Strada e alla legge di depenalizzazione.

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    Anteprima del libro

    In difesa dell'automobilista - Alessio Muciaccia

    © Arcadia edizioni

    I edizione, febbraio 2022

    Isbn 9788832104554

    È vietata la copia e la pubblicazione, totale o parziale,

    del materiale se non a fronte di esplicita autorizzazione

    scritta dell’editore e con citazione esplicita della fonte.

    Tutti i diritti riservati.

    Alessio Muciaccia

    Laureato in Giurisprudenza. Ha svolto pratica forense e notarile. Nel 2008 ha conseguito il Master di II liv. in Discipline del lavoro, sindacali e della sicurezza sociale presso l’Università degli Studi Tor Vergata di Roma e nel 2017 il Master di II liv. in Scienze della P.A. presso l’Università G. Marconi di Roma.

    Dagli anni 2000 si occupa di sanzioni amministrative con riguardo al Codice della Strada e alla legge di depenalizzazione.

    L’intento del libro, è quello di informare gli automobilisti per renderli consapevoli delle condotte di guida sbagliate e consentirgli quindi una guida stradale corretta e in sicurezza.

    Il testo esamina le infrazioni al Codice della strada rilevate elettronicamente e a distanza, percepite dagli automobilisti come le più odiose. Analizza e spiega in modo comprensibile anche ai non addetti ai lavori le modalità dell’accertamento, le criticità ed i metodi di difesa a disposizione dell’automobilista nell’ottica di una guida corretta per non incorrere in queste sanzioni stradali.

    A mia moglie Maria Teresa e a mia figlia Elena

    Il libro esamina le posizioni giuridiche soggettive degli utenti della strada – consumatori nell’ambito della normativa generale di riferimento del Codice della Strada nonché del D. lgs. n. 150/11 in relazione ad una serie di accertamenti di carattere automatico ad esito dei quali si palesano delle situazioni di contrasto con l’Ente pubblico irrogatore della sanzione quale atto terminale dell’esito dell’accertamento.

    Il libro è composto da cinque capitoli.

    Inizia con una disamina dell’evoluzione storica della normativa stradale, seguita da un approfondimento sulle violazioni per eccesso di velocità rilevate con autovelox e tutor, sulle violazioni per accesso alle zone a traffico limitato e corsie preferenziali rilevate a distanza con apparecchi elettronici, per arrivare infine alle violazioni per divieto di sosta anche a pagamento ed a quelle effettuate con sistema street control.

    L’ultima parte, esamina brevemente i ricorsi amministrativi innanzi al Prefetto e giurisdizionali davanti al Giudice di Pace.

    Capitolo 1

    Il Codice della Strada

    1.1. Evoluzione della normativa stradale dal 1865 fino all’approvazione del testo unico delle norme sulla circolazione stradale del 1959

    In Italia, la prima disciplina in materia di circolazione stradale è stata rappresentata dalla legge 20 marzo 1865, n. 2248, allegato F(1).

    Questa legge, che disciplinava le opere pubbliche, prevedeva all’art. 77 anche l’emanazione di un regolamento per garantire la libertà di circolazione e la sicurezza del traffico(2).

    Nel 1868 in attuazione del citato art. 77, con la legge R.D. del 15 novembre 1868, n. 4697, veniva approvato ed emanato il primo regolamento di polizia stradale contenente norme in materia di circolazione di veicoli a trazione animale e di comportamento da osservare in caso di attraversamento di pedoni(3).

    Con l’avvento nel paese di un nuovo tipo di veicolo "il velocipede", iniziarono anche ad affacciarsi nuove problematiche legate alla mobilità che rendevano necessaria una più dettagliata regolamentazione della circolazione stradale che si attuò con la legge R.D. del 16 dicembre 1897, n. 540(4).

    Ma la rivoluzione più grande per la circolazione stradale fu strettamente collegata all’apparizione del veicolo a motore che richiese numerosi e continui adeguamenti normativi del settore.

    Con il R.D. 28 luglio 1901, n. 416, fu emanata la prima disciplina per la circolazione delle automobili (per la precisione di tutti i veicoli semoventi senza guida a rotaia)(5).

    Dunque agli inizi del 1900, la disciplina della circolazione risultava disposta in tre diversi testi normativi: con il R.D. 10 marzo 1881 n. 124(6), "Regolamento sulla circolazione dei veicoli e degli animali; il R.D. 16 dicembre 1897, n. 540(7), Regolamento sulla circolazione dei velocipedi" ed infine il testo relativo alla circolazione degli automobili di cui si è appena detto.

    Per necessità di coordinamento delle disposizioni esistenti, fu approvato ed emanato il R.D. 8 gennaio 1905, n. 24(8), "Regolamento di polizia stradale", che sostituì i precedenti regolamenti vigenti tranne quello riguardante la circolazione dei velocipedi(9).

    Si succedettero poi altri interventi legislativi in materia con la Legge 30 giugno 1912, n. 739(10), contenente norme sulla circolazione delle automobili in generale, con il R.D. 12 dicembre 1923, n. 3043(11), considerato per la sua organicità il primo codice della strada e vigente dal 1923 al 1928 anno in cui subentrò con il R.D. 2 dicembre 1928, n. 3179(12) il secondo codice della strada vigente dal 1928 al 1933 e sostituito poi con il R.D. 8 dicembre 1933, n. 1740(13), terzo codice della strada, che rimase in vigore sino al 1959.

    Questi era suddiviso in quattro Titoli relativi: alla tutela delle strade ed aree ad uso pubblico; alla circolazione dei veicoli, degli animali e dei pedoni; agli autoveicoli e conducenti; alle disposizioni generali(14).

    La sistematica era rimasta praticamente la stessa del codice del 1928, anche se durante il suo lungo periodo di vigenza furono apportate diverse modifiche e aggiustamenti al fine di adeguarlo alle esigenze di una circolazione stradale in continua evoluzione.

    Fin qui i principali interventi legislativi che precedettero l’emanazione del codice della strada del 1959 al quale succedette quello attualmente vigente del 1992 di cui si tratterà in seguito(15).

    Lo sviluppo che il parco dei veicoli a motore e in particolare delle autovetture circolanti, ebbe in Italia, nei primi anni Quaranta si arrestò con l’entrata in guerra dell’Italia nel secondo conflitto mondiale(16).

    Il nostro Paese all’esito dello stesso continuava, per la maggior parte, a spostarsi con mezzi di locomozione animale, riuscendo a stento a permettersi l’acquisto di un’automobile, e creando difficoltà a coloro che la possedevano a causa della requisizione.

    La situazione italiana, infatti, rispetto a quella degli altri Paesi d’Europa era molto diversa: nel 1950, nel nostro paese, circolavano un autoveicolo ogni 81,9 abitanti, contro i 48,7 della Germania Occidentale, i 17 della Francia o i 15,2 della Gran Bretagna.

    Il periodo bellico determinò una stagnazione sia riguardo la circolazione dei veicoli nei suoi aspetti economico – commerciali, sia l’attività legislativa con la cristallizzazione del R.D. n. 1740 del 1933.

    Si osservi, infatti, che nessun testo di legge, regolò per un così lungo periodo temporale la circolazione stradale.

    Ma all’indomani del secondo conflitto mondiale, lo sviluppo economico e il miglioramento del tenore di vita della popolazione tra cui l’aumento del numero delle autovetture circolanti, aumentato di ben 47 volte, comportò un notevole aumento della circolazione stradale, da qui la necessità di approntare un codice nuovo e aggiornato rispetto al testo del 1933.

    In tal senso studiosi e Enti preposti, si interessarono e mobilitarono per la creazione di un nuovo e più moderno Codice della Strada.

    Era necessario, quindi rimodernare e sostituire con un unico testo più organico e chiaro, le tante norme che si erano accumulate formando una legislazione complessa, disomogenea e oscura sia per l’interprete giuridico sia per coloro che dovevano rispettarne i precetti armonizzando altresì, la legislazione stradale vigente con le disposizioni internazionali vincolanti per il nostro Paese.

    Nella stesura del nuovo testo normativo, appariva indispensabile tenere conto di alcuni fattori, tra i quali il progresso della circolazione stradale nelle sue componenti principali, nonché, lo sviluppo della rete stradale ed autostradale in genere e infine, le nuove caratteristiche dei veicoli.

    Venne così costituita, con decreto ministeriale del 29 luglio 1947, n. 471, una Commissione di studio per la riforma del codice del 1933, nella parte relativa alla disciplina della circolazione stradale.

    Il carattere tecnico delle norme sulla circolazione stradale impose, per la loro formulazione, il coinvolgimento degli organi amministrativi preposti al settore, cosicché il Parlamento delegò al Governo il potere di legiferare in materia, previa precisazione dei criteri direttivi ai quali il testo avrebbe dovuto essere improntato, ai sensi dell’art. 76 della Costituzione.

    A seguito della delega, la legge del 4 febbraio 1958, n. 572(17), indicò, per la realizzazione di un nuovo testo normativo in materia di circolazione stradale alcuni criteri tra i quali: quello di attuare una disciplina unitaria su tutto il territorio nazionale; di adottare tutte le norme idonee ad assicurare una disciplina della circolazione stradale, della guida dei veicoli di ogni genere e della condotta degli animali adeguata alle moderne esigenze di traffico e alla prevenzione degli incidenti stradali; di adeguamento agli accordi internazionali in materia; di individuare le autorità centrali e periferiche competenti a provvedere nei casi ordinari e di urgenza; di attuare il principio del decentramento(18) nelle materie che riguardano situazioni e interessi locali; di semplificare i procedimenti amministrativi, salvaguardando idonee e adeguate garanzie per i cittadini.

    Il quarto codice della strada, composto da 147 articoli, fu approvato con D.P.R. 15 giugno 1959, n. 393(19) ed entrò in vigore il successivo 1° luglio in sostituzione del R.D. 8 Dicembre 1933, n. 1740 sino a quel momento vigente.

    Successivamente con D.P.R. 30 giugno 1959, n. 420, veniva approvato anche il "Regolamento per l’esecuzione del testo unico delle norme sulla disciplina della circolazione stradale" composto da ben 607 articoli(20).

    Il quarto codice della strada era suddiviso in dieci titoli:

    Titolo I disposizioni generali;

    Titolo II segnalazione stradale;

    Titolo III veicoli in generale;

    Titolo IV veicoli a trazione animale, slitte e velocipedi;

    Titolo V veicoli a motore;

    Titolo VI guida dei veicoli e condotta degli animali;

    Titolo VII disposizioni speciali;

    Titolo VIII norme di comportamento;

    Titolo IX polizia stradale e disposizioni penali;

    Titolo X disposizioni finali.

    Il testo unico delle norme sulla circolazione stradale non abrogò interamente quello del 1933, poiché rimasero in vigore le norme concernenti la tutela delle strade e delle aree pubbliche, e alcune materie particolari come la disciplina degli autoveicoli in servizio di piazza, con la conseguenza che per tali disposizioni continuarono ad applicarsi le medesime norme stabilite dal vecchio codice.

    Per quanto brevemente esposto, nelle linee generali, i primi commenti(21) degli esperti sul nuovo assetto della materia della circolazione stradale furono positivi.

    Fu affermato, infatti, che tale opera legislativa costituiva un "progresso rispetto al Codice precedente e si presentò tra i più aggiornati in confronto a quelli vigenti negli Stati europei e segnò una tappa importante per la realizzazione dell’unità internazionale della legislazione sulla circolazione stradale(22)".

    Ma già all’indomani dell’emanazione, si era prospettata l’esigenza di provvedere velocemente, ad un adeguamento della legislazione stradale alla situazione economica e sociale della nazione che si stava trasformando molto rapidamente anche nel settore della circolazione, del traffico e dei trasporti(23).

    1.2. Il Codice della Strada ex D.lgs. n. 285 del 30 aprile 1992 vigente

    Il codice del 1959 suddetto è rimasto in vigore sino all’approvazione del quinto codice della strada.

    Nato sulle ceneri del testo unico sulla circolazione stradale del 1959, ne ripropone la struttura, disciplinando ogni profilo attinente alla circolazione stradale, nella sua accezione più ampia.

    Il c.d. Nuovo codice della strada, approvato con D.lgs. 30 aprile 1992 n. 285(24) si compone di 240 articoli, e negli anni successivi alla sua entrata in vigore è stato oggetto sistematicamente di numerose e articolate modifiche, spesso per decreto-legge con successive ampie modifiche in fase di conversione.

    Con il decreto del Presidente della Repubblica 16 dicembre 1992, n. 495, venne inoltre adottato il Regolamento di esecuzione e di attuazione di tale disciplina, in un testo composto da 300 articoli, e suddiviso in tre titoli: disposizioni generali, costruzione e tutela delle strade e dei veicoli(25).

    Il Codice della Strada entrato in vigore il 1º gennaio 1993 è così composto:

    Titolo I – disposizioni generali (artt. 1 – 12)

    Titolo II – della costruzione e tutela delle strade (artt. 13 – 45)

    Titolo III – dei veicoli (artt. 46 – 114)

    Titolo IV – guida dei veicoli e conduzione degli animali (artt. 115 – 139)

    Titolo V – norme di comportamento (artt. 140 – 193)

    Titolo VI – degli illeciti previsti dal presente codice e delle relative sanzioni (art. 194 – 224-bis)

    Titolo VII – disposizioni finali e transitorie (art. 225 – 240).

    Vengono disciplinati non solo, i principi generali, le prescrizioni comportamentali e le sanzioni, ma anche una lunga serie di materie che costituiscono un pacchetto di disposizioni non sempre attualizzato che necessita di essere costantemente aggiornato per adeguarsi alla normativa europea e stare al passo con la società e i problemi che si presentano in fatto di strade e circolazione stradale.

    Rinnovato risulta, invece, soprattutto nella struttura formale, il sistema sanzionatorio, non più legato alla struttura sanzionatoria penale(26), ma già improntato alla più snella struttura dell’illecito amministrativo(27).

    Le relative posizioni giuridiche dei soggetti autori delle infrazioni ormai sono quasi tutte oggetto di depenalizzazione e quindi sanzionate secondo i canoni del diritto amministrativo.

    A conferma di ciò si rinviene nell’art. 194 C.d.S.(28) un rinvio generale alle disposizioni contenute nella legge di depenalizzazione(29).

    Considerevoli sono le modifiche legislative introdotte al codice della strada. Tra le più importanti ricordiamo, il Decreto Legge 27 giugno 2003, n. 151(30), convertito nella Legge 1º agosto 2003, n. 214(31) che ha introdotto tra l’altro la patente a

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