LE MASCHERE CHE INDOSSIAMO
Ci sono maschere, che non si vedono, ma che ogni giorno della nostra vita togliamo e mettiamo sulla nostra persona.
Quando pensiamo alle maschere, le associamo inevitabilmente a febbraio e al Carnevale, festa in cui si rompono le regole, ci si libera delle leggi della morale. In periodo di Carnevale sono permesse abbuffate di cibo, in contrapposizione al momento di ristrettezze che ne seguirà, quello del digiuno, delle preghiere purificatrici della Quaresima, in cui ci si prepara alla celebrazione della Pasqua. “A Carnevale, ogni scherzo vale”, si dice. Nel mascherarsi, dunque, potremmo essere chi vogliamo, nessuno ci riconoscerà. Con la maschera in volto, come fossimo attori, andremo a interpretare un nuovo ruolo, in cui il gioco delle parti ci condurrà a un nascondimento (di noi stessi) e a una rivelazione (del personaggio).
Le maschere certamente come orpelli da indossare, ma ci sono altre maschere che non si vedono, ma che ogni giorno della nostra vita togliamo e mettiamo sulla nostra persona. Sono le maschere psicologiche.
«Ogni uomo mente, ma dategli una maschera e vi dirà la verità»
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