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French 75, il cocktail… esplosivo

(drink a base di vino spumante, la cui lieve effervescenza continua a caratterizzare la bevuta) per eccellenza, decisamente chic e semplice da preparare: bastano dello spumante di qualità – se Champagne tanto meglio, naturalmente – e del succo fresco di limone, con l’aggiunta di un buon gin: tuttavia non è, protagonista dell’artiglieria francese a partire dal 1897, cui per molti si deve la vittoria contro la Germania nella prima battaglia della Marna: se non letale come l’arma, era di certo capace di stendere più di un bevitore. Come che sia, fin dal 1915 appaiono – anche negli Stati Uniti – menzioni di drink che contengono un riferimento a questo numero, che sia in cifre o in lettere. Si tratta però di ricette molto diverse tra loro, che spesso annoverano ingredienti come sciroppo di granatina (cui si deve l’intenso colore rosso delle prime versioni, servite in una coppa che poi è diventata a seconda delle epoche un flute o un tumbler Collins) e Calvados, il “brandy di mele” tipico della Normandia. Risale al 1930 la prima ricetta codificata di quello che oggi conosciamo come French 75, nel famoso Savoy Cocktail Book di Harry Craddock che lo definì “il drink più potente del mondo”. Da allora, questo cocktail ha continuato a conoscere numerose versioni diverse, talvolta identificate da un numero differente: dal French 74 con la vodka al French 95, con il bourbon, fino al French 215 – a base brandy o cognac – che si riferirebbe ai 125 mm del cannone dei carri armati sovietici degli anni Settanta. La ricetta ufficiale IBA-International Bartenders Association prevede tuttavia solo gli ingredienti elencati qui accanto: ci si può però divertire a scegliere magari uno Champagne Rosé, un gin dalle botaniche particolari o ad aggiungere della frutta fresca – come ad esempio un lampone – come decorazione, anche in rimando al suo colore originario.

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