Quando planò sul mercato, così alta da terra e con una lunghezza di quattro metri spaccati, lasciò tutti a bocca aperta. Era il 1998 e, di fatto, la HR-V inaugurò un filone inedito per l'epoca, ma che oggi conosciamo molto bene: quello delle sport utility di segmento B. I progettisti della Honda avevano creato qualcosa di concettualmente potentissimo, destinato a durare nel tempo, pur con qualche particolarità che oggi può far sorridere più di qualcuno: le porte, almeno all'inizio, erano due e nell'abitacolo potevano prendere posto soltanto quattro persone, mentre la capacità del bagagliaio non superava i 275 litri reali.
In effetti, ventiquattro anni dopo, la HR-V è ancora una solida realtà. La terza generazione, con un linguaggio stilistico tutto nuovo, semplice, a tratti perfino minimalista, apre un capitolo inedito. Decisamente europeo e diametralmente opposto, o quasi, a quello della serie precedente. Senza toccare i pilastri fondamentali: