La gloriosa vicenda dei coralli, un vero business nel ‘500 - si è ormai trasferita nelle teche del Museo Pepoli di Trapani. Eppure, parlando coi trapanesi, capisci che non accenna a sbiadire la memoria di una storia di pescatori disinvolti nell’ inabissarsi nelle acque del Mediterraneo e di quegli artigiani certosini che con lime e bulini realizzavano quelle meraviglie di cui nel ‘700 s’infatuò la stravagante Maria Antonietta d’Asburgo-Lorena. Una visita al Museo, ambientato nell’ex Convento dei Carmelitani, ne dà abbondantemente conto.
Trapani è sinonimo di mare, anzi, Mari (il Mediterraneo e il Tirreno), anzi venti, quattro venti per l’esattezza, che si passano il testimone con rapidità fulminea innervosendo gli abitanti, certo, ma regalando ebbrezza ai velisti che lì hanno la fortuna di transitare. Se ne sono accorti nel 2005 i partecipanti alla 32° edizione dell’America’s Cup, equipaggi arrivati da tutto il mondo. Un sogno, quello trapanese, diventato realtà, che ha donato al mondo due settimane di puro spettacolo con regate di vela d’altissimo livello e