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Il buon vivere Tortonese
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E-book667 pagine4 ore

Il buon vivere Tortonese

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Info su questo ebook

C'è un luogo dell'Italia del Nord in cui tre regioni sembrano incontrarsi e fondersi tra loro all'estrema propaggine del Piemonte Sud-Orientale, in un territorio racchiuso tra torrenti e verdi colline.

Il Tortonese è da sempre terra di passaggio, luogo in cui dialetti, usi e costumi nel loro viaggio lungo la via Emilia che attraversa ancora oggi il centro del capoluogo Tortona, hanno dato origine nei secoli ad un'identità rimasta immutata nel tempo, raccontata da prodotti autoctoni quali il Vino Timorasso Derthona, il Salame Nobile del Giarolo, il Formaggio Montebore, la Fragola Profumata, i Baci e molti altri, lavorazioni strappate all'oblio del tempo dalla caparbietà degli abitanti di questi luoghi di primitiva bellezza.

"Il buon vivere Tortonese" è un libro unico: non solo la guida turistica completa mai realizzata prima d'ora di questi luoghi, ma attraverso le 430 pagine e circa 600 fotografie che la compongono racconta la "Tortonesità", gli usi, i costumi, le manifestazioni e i personaggi che ne hanno fatto la storia.
LinguaItaliano
Data di uscita14 lug 2022
ISBN9791221418019
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    Anteprima del libro

    Il buon vivere Tortonese - Angelo Bottiroli

    Il Sindaco di Tortona: Una guida che mancava, si propone come punto di riferimento per il turista e racconta la storia di un territorio vivo e ricco.

    Tortona e il Tortonese sono oggi al centro di un percorso di grande valorizzazione turistica, come mai accaduto in passato: dalla riscoperta delle sue peculiari caratteristiche storiche, naturalistiche, enogastronomiche emerge un profilo unico, di alto livello, che la pone al pari di altre importanti realtà del Piemonte e, più in generale, dell’Italia.

    La lunga storia di questo territorio, tracciabile fino all’età preromana, racconta di un luogo che ha sempre rappresentato un importante crocevia, il punto d’incontro fra le differenti tradizioni e culture. Piemonte, Lombardia, Emilia e Liguria si mescolano qui, dove nei secoli è maturata una sintesi straordinaria che caratterizza oggi la nostra Città e il suo Territorio, nel tempo divenuto un importante centro civile e religioso, luogo di sviluppo per l’artigianato e l’industria, per l’agricoltura con prodotti tipici e vini pregiati che oggi stiamo riscoprendo appieno.

    All’interno del percorso di sviluppo e di promozione che abbiamo intrapreso mancava una guida che si propone di essere un punto di riferimento per quanti siano interessati a visitare e, appunto, scoprire le potenzialità del Tortonese, con un approccio il più possibile completo, ma anche popolare, accessibile a tutti e pratico nella consultazione.

    Nelle oltre 400 pagine che compongono questo volume, a fianco delle splendide immagini che raccontano ed esaltano le bellezze storiche, artistiche e naturali del nostro territorio è possibile ricostruire la storia che ha portato Tortona e il Tortonese a essere come sono oggi, riservando grandi sorprese sia per il turista che non li conosce, sia per chi vi è nato e cresciuto o ci vive da tempo, ma non aveva forse mai compreso del tutto la ricchezza che questo territorio può offrire.

    Credo che Il Buon Vivere Tortonese di Angelo Bottiroli possa rappresentare un utile manuale da consultare e allo stesso tempo un libro unico che, come un romanzo, racconta la storia di un territorio vivo e ricco.

    Federico Chiodi - Sindaco di Tortona

    IL BUON VIVERE…

    Pane, vino e salame. Pane Grosso di Tortona, Salame Nobile del Giarolo e vino rosso Barbera doc dei Colli Tortonesi o, meglio ancora, un Timorasso Derthona fresco, uno dei vini più pregiati che si possa trovare sul mercato internazionale, nato da un vitigno medioevale.

    E tutto in mezzo al verde delle Colline Tortonesi, col panorama che spazia fino alle Alpi che cingono tutta la città, perché da qui, dalle nostre alture, si vedono il Monte Rosa, il Monviso e tutta la catena montuosa più bella d’Italia che svetta sopra l’orizzonte.

    Nelle tante, belle, giornate di sole, da uno dei sette colli Tortonesi, è possibile ammirare questo spettacolo della natura sotto il fresco degli alberi, baciati dalla brezza del vento, degustando i prodotti tipici della zona che trovate soltanto qui.

    In alternativa potete goderveli in una delle tante piazze del centro storico cittadino, lontano dal traffico caotico delle grandi città: in piazza Malaspina ad esempio, talmente bella e originale da essere stata scelta da due registi per le riprese dei loro film: Incompresa di Asia Argento nel 2013, con Gabriel Garko e Charlotte Gainsbourg, presentato anche al Festival di Cannes e Wanna Be The Testimonial di Dado Martino nel 2015, con lo stesso Martino e Nino Formicola.

    Potete scegliere poi uno dei tanti bar o ristoranti dell’isola pedonale, lasciandovi trasportare dal lento scorrere del tempo, perché qui, a Tortona, la frenesia non esiste e le persone sanno apprezzare in modo speciale quei piccoli momenti che ci fanno capire l’importanza della vita.

    Pur essendo una delle maggiori città della provincia di Alessandria, al centro del triangolo industriale e a solo mezz’ora di autostrada da Genova e Milano, a Tortona non c’è stress e si respira un’atmosfera d’altri tempi.

    Luoghi, personaggi, prodotti e tradizioni, la rendono una rarità nella società di oggi.

    Qualcosa che proveremo a raccontarvi, tra passato, presente e futuro, ma soltanto venendo qui, a Tortona, anche un giorno soltanto, sarà possibile assaporare quest’atmosfera unica, quella di una città con oltre duemila anni di storia, che ha saputo preservare usi, costumi e una cultura straordinaria ma soprattutto quel modo di concepire la vita in maniera diversa.

    I Tortonesi lo sanno e ne assaporano quotidianamente l’essenza.

    Io e tutti coloro che hanno collaborato alla stesura di questa guida, cercheremo di darvene un assaggio ma vi invitiamo a venire qui, nella nostra città, sulle nostre colline, nel verde del paesaggio Tortonese, per comprendere meglio quale posto meraviglioso sia Tortona e i suoi dintorni.

    I LUOGHI

    Un luogo ideale lo percepisci subito perché ti fa sentire bene, ci entri in sintonia e non vorresti mai andartene.

    L’assessore al Turismo: Non si può mai affermare di conoscere veramente il luogo in cui si vive e questo libro ci ricorda quanta ricchezza abbiamo.

    Conoscere e raccontare un territorio in tutti i suoi aspetti peculiari richiede curiosità, tempo e pazienza, tanto che, molto spesso, anche quanti nascono e vivono in uno stesso luogo non possono mai affermare di conoscerlo veramente. La sfida per chi si occupa di promozione turistica, soprattutto per gli amministratori di un Comune che svolgono questo compito a livello istituzionale, è quella di stimolare negli altri l’interesse a conoscere ed esplorare luoghi nuovi, cercando di trasmettere quell’ammirazione che si ha per il proprio territorio, la propria casa.

    Sfogliando le pagine di questo volume ho ritrovato il sincero affetto, la grande passione verso Tortona e il Tortonese e, soprattutto, la genuina voglia di raccontarlo ad un pubblico il più ampio possibile, ma anche ai propri concittadini che, come si diceva, non conoscono tutto della propria città. In questi anni, pur caratterizzati da molte difficoltà, l’Amministrazione Comunale di Tortona ha lavorato molto per far conoscere le proprie caratteristiche e la straordinaria offerta dal punto di vista storico e culturale, ambientale e paesaggistico, enogastronomico, intrecciando forti relazioni sia con i Comuni limitrofi, con i quali è sempre più necessario fare sistema, sia con enti e realtà più lontane per garantirsi uno spazio di visibilità importante in un mercato, quello turistico, che giocoforza diventa sempre più piccolo.

    Il volume Il Buon Vivere Tortonese può rappresentare un altro tassello di quel racconto di Tortona e del Tortonese che possa appunto stimolare la curiosità dei potenziali visitatori e ci ricorda, ancora una volta, quale straordinaria e spesso sottovalutata ricchezza abbia da offrire.

    Come amministratore e promotore del nostro territorio non posso che ringraziare l’autore Angelo Bottiroli e tutti i soggetti, in primis la Fondazione Cassa di Risparmio di Alessandria, che hanno sostenuto questo progetto, che rappresenta anche una testimonianza e un invito per noi ad avere sempre maggiore cura del territorio e continuare quel percorso virtuoso di crescita e promozione che Tortona e il Tortonese meritano.

    Fabio Morreale

    Vicesindaco e Assessore alla Cultura e Turismo del Comune di Tortona

    La via Emilia

    Per come è costruita, Tortona assomiglia tanto a una città dal fascino antico. È molto caratteristica e forse anche un po’ sottovalutata rispetto alle bellezze che possiede. Come Roma, Edimburgo, Praga, Lisbona, Mosca, Gerusalemme e poche altre al mondo, sorge su sette colli ma le sue particolarità sono diverse.

    È sormontata da un ‘Castello’ che domina l’abitato ed è attraversata dalla via Emilia, una lunga strada che la divide a metà e raggruppa in quest’asse, o a breve distanza, tutti i principali monumenti.

    Sono sufficienti questi pochi accenni per farci comprendere quanto la via Emilia che fin dall’antichità è sempre stata il fulcro della vita cittadina, sia importante per la città e i suoi abitanti. Qui, infatti, si svolgono le maggiori manifestazioni fra cui Assaggia Tortona, vetrina dei numerosi prodotti enogastronomici locali, Cantarà e Catanaj tradizionale fiera delle anticaglie e del passato, le Invasioni musicali con centinaia di musicisti che si esibiscono lungo le strade e le piazze del centro storico, processioni religiose e manifestazioni di ogni genere. Sull’asse via Emilia - corso Don Orione, inoltre, si trovano tutti i 7 musei della città ai quali dedicheremo un apposito capitolo.

    I tortonesi amano suddividere la strada in due tronconi: via Emilia Nord fino a piazza Arzano, centro culturale cittadino, dove si innalza una torre e si trovano Palazzo Guidobono (sede di mostre e due musei), la biblioteca e il teatro civico, e via Emilia Sud, in senso opposto, dall’ospedale a piazza Duomo, la zona più ricca di negozi.

    In realtà, le direzioni di questa strada sono quasi più ad est e ovest, ma ai tortonesi piace chiamarla così.

    Arrivare in via Emilia e nel cuore di Tortona è facile: oltre a quelli del centro, alle estremità, si trovano due grandi parcheggi: a nord quello libero, in via Orsi, vicino al Museo delle macchine agricole Orsi, dove si può lasciare l’auto senza pagare pedaggi né inserire disco orario: dista 500 metri da piazza Arzano (6 minuti a piedi) e 800 da piazza Duomo. Dall’altra parte, invece, si trova parcheggio alla ex Caserma Passalacqua, in corso Alessandria, oggi sede del Municipio e dell’Asl.

    È seminterrato e a due piani, con oltre 530 posti a pagamento, il cui costo, però, è irrisorio e inferiore a quello delle strisce blu in superficie. È la soluzione migliore: dista 7 minuti a piedi da piazza Duomo e 800 metri da piazza Arzano, si spende poco e l’auto è al sicuro.

    I Portici Frascaroli

    Se chiedete a un Tortonese di oltre 50 anni perché i portici abbiano rivestito un ruolo così importante nella sua vita, molto probabilmente vi risponderà: Per le vasche.

    Le vasche sotto i portici a Tortona, come in tante altre città italiane, sono state una tradizione fino alla fine degli anni Ottanta e qui, ogni pomeriggio si

    davano appuntamento i giovani Tortonesi. Col sole, col vento o con la pioggia, niente poteva impedire questo irrinunciabile rendez-vous nel cuore di Tortona. Le ‘vasche’ tuttavia, non erano soltanto un luogo d’incontro ma molto di più: ogni pilastro dei portici, infatti, apparteneva a un preciso gruppo o a una compagnia di giovani che quando erano stanchi di camminare si fermavano a chiacchierare nel loro spazio e qui, nel centro di Tortona, facevano anche i progetti per il fine settimana: la serata in discoteca, al cinema o chissà dove. A quei tempi, infatti, social e cellulari non esistevano ancora e alcuni programmi, più che al telefono di casa, si organizzavano durante le ‘vasche’.

    Fra i tanti locali caratteristici lungo i portici Frascaroli ce n’erano due molto particolari ormai chiusi: il Gran Bar Bardoneschi dove si andava per bere qualcosa o per un aperitivo e, pochi metri più avanti, Emiliani il negozio di dischi e musicassette. I portici, allora, non erano così ordinati come li vedete adesso: alcuni pilastri erano occupati dai cartelloni pubblicitari dei tre cinema in funzione allora (Sociale, Moderno e Verdi) con le immagini dei film in programmazione, mentre su tutti gli altri erano appese le bacheche delle varie associazioni che operavano sul territorio.

    Complice internet, la tecnologia, le mutate abitudini e altri fattori, oggi le ‘vasche’ non esistono più perché i giovani comunicano e si ritrovano in modo differente e i portici sono diventati come quelli di tante altre città: frequentati normalmente dalle persone per camminare, fare shopping o altro. Considerati il Salotto buono di Tortona, però, sono piuttosto singolari e molto caratteristici. Sono in stile Liberty nella parte più nobile fino a via Carducci e più semplici nel resto della città. Gli ultimi, vicino alla cattedrale, sono chiamati anche Portici Nuovi in quanto più recenti. Il primo tratto, quello appunto in stile liberty, ha un soffitto decorato sul quale sono state riprodotte le effigi di 23 Tortonesi famosi che illustreremo in un apposito capitolo.

    I portici sono sempre stati il fulcro della città e lo si può comprendere soprattutto mentre passeggiando si alza lo sguardo verso quei personaggi noti in tutto il mondo, come Coppi, Don Orione, Perosi, Campora, Cuniolo, Romita e tanti altri: anche loro hanno camminato in questi portici e anche loro hanno vissuto qui, assaporando l’atmosfera di questa piccola città di provincia, così ricca di sorprese.

    Piazza Duomo

    Anche a Tortona, come accade in molte altre città, piazza Duomo è considerata il centro cittadino e, insieme alla via Emilia, è il luogo dove si svolgono le manifestazioni più importanti. È stato così fin dall’antichità, da quando in epoca romana, qui si svolgeva il forum frumentarium, il mercato dei cereali. La fondazione della città è infatti molto antica.

    Le prime tracce di presenza umana in età preistorica nell’area intorno a Tortona, risalgono al periodo Neolitico, ma la prima datazione certa della città è tra il 123 e il 118 a.C. quando i romani fondarono Dertona, togliendo l’acca a Derthona che è l'antico nome di Tortona. Lo storico latino Velleio Patercolo cita Dertona tra le dodici colonie romane come la più antica del Piemonte, sorta 23 anni prima di Eporedia (Ivrea); tuttavia, secondo alcune fonti storiche, Tortona fu fondata dal popolo dei Liguri, tra il VII e il VI secolo a.C. e venne così chiamata (Derthona) poiché si trattava di un villaggio fortificato (derton significa castello) situato sulla collina.

    Successivamente il nome Dertona fu modificato in Terdona per poi giungere all’odierna Tortona.

    I Tortonesi sono molto orgogliosi di queste antiche origini legate al nome Derthona, tanto è vero che lo utilizzano spesso ancora oggi, forse più che in passato, e lo hanno fatto diventare sinonimo dell’identità locale e della Tortonesità.

    Tutte le squadre sportive della città si chiamano così, e al nome Derthona sono state associate anche alcune importanti iniziative: il vino più pregiato (Timorasso), la decennale rassegna di concerti estivi e un’associazione di produttori oltre a ristoranti e negozi.

    Piazza Duomo è sempre stata al centro di questa storia millenaria con la Cattedrale di Santa Maria Assunta e San Lorenzo che svetta per il suo colore e la sua altezza. Sui due lati della piazza ci sono i portici e, a destra del Duomo, l’Episcopio.

    Tortona, infatti, è anche sede vescovile e la sua Diocesi, dopo quella di Tursi in Basilicata, è la più grande d’Italia senza un capoluogo di provincia; comprende un territorio di 2.350 kmq. e città più grandi come Voghera e Novi Ligure.

    La Diocesi di Tortona è l’unica in Italia che si estende su 4 provincie e altrettante regioni (Piemonte, Lombardia, Liguria ed Emilia-Romagna), ha una popolazione di 280 mila abitanti e fa parte della provincia religiosa ligure.

    Piazza Duomo, quindi, rappresenta anche il centro di tutta l’attività religiosa di questo vasto territorio e qui si sono tenute e si svolgono ancora, le più importanti manifestazioni cittadine, sia laiche che religiose.

    Fino agli anni Novanta proprio davanti alla Cattedrale, il giorno di Carnevale si bruciava il Giraffone unendo il sacro al profano: c’era la sfilata dei carri allegorici che giungevano da ogni parte del Tortonese, e dopo aver percorso le vie della città, si fermavano in piazza Duomo, per la premiazione, dopodiché si allontanavano e si dava fuoco al Giraffone quello che, simbolicamente, era considerato il ‘Re del Carnevale’, che a Tortona era un misto tra uomo e giraffa.

    Secondo la tradizione, era il rito propiziatorio per eccellenza e rappresentava il capro espiatorio che, col suo sacrificio, liberava la comunità da tutti i mali.

    Ancora in funzione, anche se da qualche anno è traslocata da piazza Duomo alla vicina piazza Gavino Lugano, invece, è la Tombola di beneficienza, uno degli avvenimenti più importanti della Festa Patronale, che, grazie alla possibilità di vincere uno dei cinque premi in denaro messi in palio, richiamava migliaia di persone. Piazza Duomo, oggi, è teatro delle maggiori manifestazioni, fra cui Arena Derthona, il Perosi Festival, la festa patronale di Santa Croce ed altre iniziative civili, oltre a tutte quelle religiose. L’importanza di questo luogo è evidente anche nel giorno delle elezioni comunali: il Sindaco appena eletto festeggia insieme ai suoi collaboratori dando vita a un improvvisato corteo notturno, ma prima di andare in municipio per prenderne simbolicamente possesso si reca nella piazza e brinda alla vittoria sul sagrato della chiesa.

    Il Duomo si trova al centro della piazza ma non è l’unica cosa da vedere: sul lato destro, passando sotto l’arco che collega internamente palazzo Vescovile alla Cattedrale, si raggiunge la piccola piazzetta Edmondo De Amicis. Qui, circondati dal verde ci sono due piccoli monumenti che ricordano Lorenzo Perosi, compositore Tortonese di fama internazionale.

    A sinistra del Duomo, invece, svetta il Palazzetto medioevale di Corso Leoniero edificio che, insieme alla chiesa di Santa Maria dei Canali, al chiostro del Convento dell’Annunziata e alla Casa del Pozzo in via Pinto, testimonia un periodo storico di particolare rilevanza per la città di Tortona: il medioevo.

    Il palazzetto fu costruito fra il 1300 e il 1400 ed è sede della Fondazione Cassa di Risparmio di Tortona, tra gli enti benefici più importanti della zona, che tanti anni or sono aveva fondato e gestiva l’omonima banca.

    Oggi la Fondazione è sinonimo di cultura e beneficienza: sovvenziona progetti per il territorio e iniziative per i bisognosi, tra i quali spiccano la Casa di Accoglienza, il Dormitorio Pubblico, la Casa di Riposo Leandro Lisino ed è particolarmente attiva nell’ambito culturale.

    La Fondazione ha infatti realizzato il Museo del Divisionismo, pinacoteca unica nel panorama italiano (a cui dedicheremo ampio spazio nel capitolo inerente i musei) il cui ingresso è proprio dal Palazzetto medioevale. Sotto i portici, di fronte al Duomo, invece, troviamo il Bar Milano, ai tempi gestito dall’enologo locale Luciano Daffonchio, scomparso da alcuni anni. Questa era anche la sede del Circolo Scacchistico Tortonese che oggi non esiste più.

    La Cattedrale di Santa Maria Assunta

    Il duomo di Tortona, a tre navate, è

    dedicato a Santa Maria Assunta e San Lorenzo e, insieme al Santuario della Madonna della Guardia, è una delle chiese più importanti della città.

    Ci vollero 16 anni per costruirlo: dal 1574 al 1590, la facciata, tuttavia, non è quella originale del 1590 e risale al 1880.

    L’odierna cattedrale prese il posto della vecchia chiesa di San Quirino che fu demolita insieme a quasi tutti gli edifici medioevali che sorgevano attorno. L’Unico conservatosi è il Palazzetto della Fondazione Cassa di Risparmio di Tortona che, seppur restaurato, mantiene ancora l’aspetto originario.

    Le volte all’interno del duomo sono ricche di affreschi ben conservati realizzati dal pittore Lomellino Paolo Maggi tra il 1853 e il 1856. Oltre a questi, la chiesa contiene dipinti di Gian Mauro della Rovere detto il Fiammenghino, Guglielmo Caccia detto il Moncalvo e Aurelio Luini. Entrando, sulla sinistra, si trovano le tombe del compositore Lorenzo Perosi e di suo fratello, il cardinale Carlo Perosi, mentre lo storico altare maggiore in marmo del XVIII secolo conserva l'urna con le reliquie di San Marziano, primo vescovo di Tortona, patrono della città e della Diocesi, martirizzato nel 122 d.C. L’urna viene esposta in pubblico il 6 marzo, festività di San Marziano. Addossata alla parete della prima campata della chiesa c’è la scala in marmo che consente l’accesso al vicino Episcopio.

    In un altare laterale è conservato un frammento della Santa Croce sulla quale morì Gesù Cristo e per questa ragione la festa patronale di Tortona è quella di Santa Croce e viene festeggiata a metà maggio.

    Le altre piazze del centro storico

    Vi siete mai trovati in un luogo dove decine di musicisti quasi tutti diplomati al Conservatorio suonano contemporaneamente lungo le strade e le piazze di una città? Avete mai provato la sensazione di camminare sentendo il dolce suono di un flauto e, dopo pochi metri, quello di un pianoforte, di un violino o di un’arpa? Siete mai stati in un luogo dove questa atmosfera musicale prosegue per gran parte della giornata, in un clima così dolce e soave che stride col traffico caotico di una città?

    Se volete provare tutte queste sensazioni dovete venire a Tortona la terza domenica di settembre, in occasione delle Invasioni Musicali quando centinaia di musicisti,

    provenienti da molte zone del Nord Italia, si esibiscono in mini concerti gratuiti e tra un brano e l’altro si spostano fra le varie postazioni musicali, alcune delle quali dotate di pianoforte a coda.

    Succede in piazza Marconi, meglio conosciuta come della Merì o Amerì che deriva dal dialetto Tortonese ra piassa dra Merì storpiatura di Mairie, cioè municipio in francese, in quanto il vicino palazzo Guidobono in piazza Arzano, ai tempi di Napoleone, era sede del Sindaco.

    Appellativo, quello della Merì, forse conservatosi anche in virtù del fatto che i locali che oggi ospitano la Biblioteca Civica e si affacciano in piazza Marconi, furono anch’essi nel secolo scorso, sede del municipio. La piazzetta è sormontata da un originale orologio a numeri romani e vicino alle panchine si possono trovare libri che la Biblioteca offre in omaggio ai passanti.

    Poco più avanti si raggiunge via Montemerlo e qui, dopo pochi passi, piazza Julia Derthona con il chiostro dell’Annunziata.

    Quello che potete ammirare, però, è soltanto il lato rimasto del chiostro quattrocentesco del convento delle suore agostiniane dell’Annunziata, quasi totalmente demolito nel 1802. La parte superstite costituisce una delle poche testimonianze architettoniche del passato medievale cittadino. In questa piazzetta con al

    centro un grosso albero, si svolgono le manifestazioni estive e il palco viene montato proprio davanti al chiostro che funge da suggestivo sfondo e illustreremo nella sezione ‘Cultura’. Tornando in via Emilia e proseguendo verso il Duomo, arriviamo in piazza Gavino Lugano. L’area è circondata da alberi con al centro una statua in marmo bianco che spicca in tutta la sua originalità: si chiama Tortona dolente.

    È un monumento ai 23 caduti nelle guerre di Indipendenza e fu inaugurato nel 1890 ad opera dello scultore Odoardo Tabacchi dell’Accademia di Brera. Dietro la statua si trova il palazzo della Banca Popolare, realizzato un anno prima. In piazza Gavino Lugano ogni martedì mattina dalle 8 alle 13 si svolge il mercato di Campagna amica con diversi produttori agricoli

    della zona che vendono prodotti a Km 0.

    Proseguendo lungo la via Emilia, poco oltre il Duomo, si arriva in piazza San Simone, che mantiene ancora il nome dell’omonima chiesa demolita nei primi anni Ottanta e della quale oggi rimane solo una parete e il campanile in una vicina corte. È quello che vedete sulla destra perché l’altro appartiene all’oratorio di San Rocco, tutt’ora aperto e funzionante con ingresso da via Fracchia. Qui, proprio sotto quest’ultima chiesa, negli anni Sessanta operava uno dei due stracciai di Tortona mentre l’altro era poco più avanti, in via Carlo Mirabello, davanti a via Zenone. Lo stracciaio (chiamato anche stracciaiolo o straccivendolo) è un mestiere antichissimo e deriva dalla parola stracci, perché con questi, un tempo, si faceva la carta. Gli stracciai, però, almeno a Tortona, raccoglievano di tutto, anche ferro e carta e pagavano in contanti le persone che portavano loro questi materiali. In fondo a piazza San Simone, è possibile osservare ancora oggi alcune case della Tortona dell’epoca e rendersi conto di come apparisse la zona nel dopoguerra.

    Proseguendo in via Costa Ludovico lungo la piccola salita che costeggia la chiesa, si raggiunge la Casa natale di Peppino Sarina, famoso burattinaio Tortonese e l’ingresso dell’Oratorio di San Rocco, chiesa che risale al XVII secolo e viene dettagliatamente illustrata nella sezione dedicata alle Curiosità.

    La visita alle piazze del centro si conclude tornando in via Emilia per raggiungere uno degli angoli più caratteristici di Tortona: piazza Malaspina, talmente originale che, come abbiamo spiegato, è stata scelta per girare ben due film. La bellezza di questo luogo va ricercata senza dubbio nel colpo d’occhi d’insieme: la pavimentazione in acciottolato di sassi, Palazzo Barenghi che domina la piazza, la fontana centrale e la meridiana su uno degli edifici che ospitava il monastero benedettino di Santo Stefano, fondato nell’ XI secolo e demolito dopo oltre settecento anni quando, agli inizi del 1800, l’area divenne proprietà pubblica. Da tanti tortonesi, questa zona è conosciuta anche come Piazza del Formaggio in quanto dal 1925 al 1975, qui si svolgeva quel genere di mercato.

    Casa della Seteria Sironi

    Nel cuore di Tortona lungo i portici della via Emilia quasi di fronte a San Simone, si trova una piccola piazzetta con al centro un caratteristico edificio: la Casa della Seteria Sironi. Un tempo l’area era stata occupata dal grandioso convento di Santa Chiara ma nel 1802 venne smembrato e si salvò solo la parte a nord in via Calcinara, divenuta poi la dimora della Famiglia Sironi che acquistò la filanda di Tortona. L'allevamento dei bachi da seta, infatti, era un’attività importante anche per l’economia Tortonese e il complesso immobiliare conteneva, oltre agli opifici per la produzione, anche questa residenza. L’edificio è stato acquisito dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Tortona che nel 2016 ha iniziato un nuovo cantiere di recupero e restauro concentrato sulla necessità di preservare l’autenticità del manufatto, garantirne la conservazione nel tempo e la fruibilità da parte

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