Viaggio nell’oasi di Sharm el-Sheikh
Journey to the oasis of Sharm el-Sheikh
Non capita tutti i giorni di risvegliarsi in un’oasi di lusso, benessere ed esclusività dove assaporare atmosfere esotiche e il fascino mediorientale di una terra come l’Egitto con un tocco di stile italiano. Eppure, al Domina Coral Bay di Sharm El Sheik la prima sensazione è proprio quella di essere trasportati in altro mondo, in una piccola città italo-egiziana che si estende per un milione di metri quadrati fra il deserto roccioso e il mar Rosso, di fronte ad una delle barriere coralline più importanti del pianeta.
Da scommessa a successo internazionale. Da sogno a realtà. Il Domina Coral Bay è l’essenza di Sharm…
In fondo anche la genesi di questo villaggio ha i contorni della leggenda. Iniziata come sogno e finita come realtà. Da scommessa a successo internazionale. Quando alla fine degli anni ‘90 Ernesto Preatoni acquistò un pezzo di deserto dal governatore del Sud Sinai (incredulo che qualcuno potesse avventarsi in un’impresa così folle!), quello dell’imprenditore milanese sembrò ai più un volo verso l’ignoto.
“Fate quello che volete, tanto è deserto” disse a Preatoni il governatore, pensando di trovarsi di fronte alla richiesta balzana di un personaggio eccentrico e sopra le righe. E invece – ça va sans dire – quel sogno divenne realtà: Preatoni diede vita a un luogo unico e magico, creando a sua immagine e somiglianza un villaggio che sarebbe diventato negli anni irripetibile e iconico, nel quale vivere tra relax, lusso e tanto divertimento.
Il primo opening risale al 1994.
Da allora il Domina Coral Bay ne ha fatta di strada, affermandosi come prestigioso resort e come uno dei luoghi simbolo dell’intera zona. Anzi, più propriamente come “il resort”, quello che ha inventato Sharm come meta turistica d’eccellenza. E chiunque ne varchi la soglia non può che subirne il fascino, vivendo le sue tante anime.
Il termine “resort” in fondo, qui, è davvero riduttivo: con 8 hotel, 6 ristoranti à la carte, 3 ristoranti a buffet e 3 beach restaurant forse dovremmo parlare di un vero e proprio paese. D’altronde c’è una medina, un supermercato, un centro