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Le meraviglie di Pianeta SUD: Viaggio appassionato in un’Italia nascosta
Le meraviglie di Pianeta SUD: Viaggio appassionato in un’Italia nascosta
Le meraviglie di Pianeta SUD: Viaggio appassionato in un’Italia nascosta
E-book123 pagine1 ora

Le meraviglie di Pianeta SUD: Viaggio appassionato in un’Italia nascosta

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Info su questo ebook

Storie, racconti e suggestioni su bellissimi centri storici, anfratti nascosti, meraviglie naturali celate ai più, borghi e storie umane intrise di luce e calore.
È quello che troverete in questo nuovo libro di Raffaele Cammarota.
Una carrellata di emozioni e incanti in un’Italia nascosta. Nella parte Sud dell’Italia, tra Calabria, Basilicata, Campania, e tra Puglia, Molise e Sicilia.
Così vi ritroverete improvvisamente a passeggiare lungo un lago innevato preistorico, a bere un caffè in un bar molto “speciale” in Sicilia; o a navigare su una barca in enormi grotte sotterranee. O ancora ad osservare graffiti paleolitici o gli anelli di Saturno, a provare il Volo dell’Angelo o la passeggiata sul Ponte alla luna.
Perché il viaggio in fin dei conti è uno stato mentale. È pura emozione, e ognuno trova la sua. Un tramonto, una cascata, un’onda, una montagna innevata, un vicolo nascosto, un piatto tipico da gustare. È il cuore a trovare la suggestione giusta, perché sono spesso i luoghi inaspettati a lasciare una traccia indelebile nella nostra anima.
Ed è proprio questa traccia che ritroverete in questo libro, da leggere tutto d’un fiato.
LinguaItaliano
Data di uscita3 apr 2019
ISBN9788863585070
Le meraviglie di Pianeta SUD: Viaggio appassionato in un’Italia nascosta

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    Anteprima del libro

    Le meraviglie di Pianeta SUD - Raffaele Cammarota

    Diari in cabrio

    Ho sempre amato le cabrio. Per quel senso di libertà che solo un’auto scoperta può dare. Più di una moto: perché su una moto non puoi rilassarti.

    La moto è libertà e adrenalina. Stupenda in modo diverso.

    Una cabrio invece è libertà e relax: ciò che amo e desidero di più. Ogni volta che entro nella mia e apro la capote è come se magicamente andassi in vacanza: qualsiasi cosa faccia od ovunque io mi trovi in quel momento.

    Insieme andiamo a zonzo per l’Alto Tirreno Casentino, a volte per lavoro, spesso per piacere, con frequenti sconfinamenti in Basilicata, Campania, Puglia e Molise. E nascono questi diari, colmi di incantevoli scorci e una voglia matta di ammirarli.

    MARE E NON SOLO

    Tropea, certo. I Bronzi di Riace, Reggio Calabria, ovvio.

    Ma la Calabria è molto di più, tanto di più. A cominciare da quella del nord al confine attuale con la Lucania.

    E che era a suo tempo essa stessa parte dell’antica grande Lucania.

    Ed eccoci nella fantastica Riviera dei Cedri, nell’Alto Tirreno Casentino.

    Siete mai stati ad Orsomarso nella gola del fiume Argentino? O alla Grotta del Romito, a Papasidero, ad osservare i graffiti del Bos Primigenius risalenti al paleolitico? O al belvedere di San Nicola Arcella ad osservare l’incredibile panorama che spazia tra tre regioni? O conoscete la storia che si respira salendo sulla Torre Talao di Scalea?

    Sessanta chilometri di costa bellissima su uno dei mari più limpidi d’Italia. Spiagge immense, grotte incantevoli e misteriose.

    Due isole, Cirella e Dino, che sono uniche nella Calabria.

    Suggestioni fascinose di cultura e tradizioni millenarie.

    Turismo ricettivo di primordine. In primavera il profumo dei cedri, coltivati in zona per antichissima tradizione, fa da sfondo sensoriale.

    La Riviera dei Cedri è tutta qui, con i suoi centri costieri disseminati sul mare: Tortora, Praia a Mare, Scalea, Santa Maria del Cedro, Diamante, Belvedere Marittimo.

    O i suggestivi grappoli di case appollaiate sui cocuzzoli dell’entroterra, un po’ timidi, quasi ancora avessero paura e volessero difendersi dalle incursioni piratesche storicamente patite e che li hanno spinti lassù: Aieta, San Nicola Arcella, Santa Domenica Talao, Papasidero, Orsomarso, Verbicaro, Grisolia, Maierà.

    Tutto intriso di magnificenza assoluta.

    Con la perla della riviera Scalea che merita un paragrafo a parte.

    SCALEA

    Quando da ragazzino la mia famiglia si trasferì a Scalea per motivi di lavoro mai avrei pensato di ritrovarmi in uno dei luoghi più belli e incredibilmente affascinanti d’Italia, e tuttavia all’epoca ancora poco conosciuto dalla grande massa.

    Ecco Scalea: posto incredibile, seducente, di una bellezza naturale rara.

    Ma soprattutto un luogo che ha subito una metamorfosi geografico-urbanistica assolutamente unica nel panorama nazionale.

    In poco più di tre decenni, dal secondo dopoguerra al 1985 circa: in contemporanea, arretramento marino con conseguente creazione di spazio edificabile ed edificazione a ritmo impressionante.

    Un’insenatura con una scogliera che lascia a bocca aperta, l’Ajnella, una spiaggia tra le più ampie e lunghe d’Italia, un mare cristallino, un centro storico suggestivo con le sue scalinate a strapiombo, colline, montagne a sfondo a mo’ di anfiteatro naturale e una pianura perfetta per abitarvici.

    In più storia e archeologia.

    Tutto concentrato in un solo posto. Questa è Scalea.

    L’etimologia del nome Scalea è sempre stata un vero rompicapo per i glottologi e gli studiosi di toponomastica, che in passato non hanno saputo offrire soluzioni convincenti.

    Davvero meritevole in proposito è stata la ricerca effettuata da Amito Vacchiano nel libro Scalea antica e moderna¹ in cui

    … scartata subito la facile origine popolare che fa derivare il suo nome dalla forma a scala, cioè a gradinata verso il mare, dell’attuale centro storico, ed altre etimologie molto artificiose e fantasiose, è molto probabile che l’origine del toponimo Scalea vada ricercata, così come l’origine del centro abitato, nel periodo della dominazione bizantina.

    Le forme più antiche assomigliano in modo impressionante ai vocaboli o , che in greco moderno indicano generalmente quelle piccole isole poste a difesa di una baia o di un promontorio e usate spesso anche come punto di approdo.

    Le forme neogreche, attraverso quelle più antiche o , derivano quasi certamente dal greco medievale piccolo porto (cioè da kondos piccolo e scalion da Skalon porto): questo, peraltro, era anche il nome di uno dei porti di Costantinopoli nel Medioevo.

    È probabile, dunque, che anche l’isola di Scalea, come ancora oggi quella di Cirella e quella di Dino, nel Medioevo costituisse un ottimo punto di approdo e un rifugio per le navi bizantine che pattugliavano il Tirreno. Non bisogna dimenticare, infine, che anche il nome degli abitanti di Scalea è chiaramente di stampo greco. Il termine dialettale skaliuoti, infatti, conserva il tipico suffisso greco -otis, con cui si formano gli etnonimi.

    Sulla base di ciò si può desumere limpidamente come Scalea sia stato un sito di importanza rilevante nel territorio dell’intero Alto Tirreno Cosentino.

    Con il mare al centro della storia del borgo.

    E ora fonte di turismo, benessere e anche mistero.

    Al largo dell’abitato di Scalea giace infatti sommersa una nave a vapore affondata durante la prima guerra mondiale: il Lillois.

    Da una pubblicazione dello scrittore e storico Alberto Cunto:

    Mattina del 28 marzo del 1943: ben quattro torpedini centrarono il Lillois determinandone l’affondamento in poco più di un’ora… Tra i naufraghi raccolti, grazie alla pronta gara di solidarietà dei pescatori locali…

    Di costruzione francese, il Lillois, lungo circa cento metri e varato nel 1910, era stato catturato ai francesi il 17 dicembre 1942; dalle 11.46 del 28 marzo 1943 la sua ultima e immutabile dimora è un fondale di circa sessanta metri al largo proprio dell’abitato di Scalea, a circa 2 miglia dalla costa.

    La visione panoramica del relitto nella sua quasi totalità è uno spettacolo mozzafiato; già dopo una quindicina di metri dalla superficie comincia a intravedersi la più alta delle due coffe del piroscafo che si staglia nel blu a una profondità di 36 metri, completamente avvolta da una grossa nuvola di coloratissimi anthias².

    Come un gigante addormentato ancora in buono stato di conservazione, giace sul letto fangoso. È diventato ricovero per tante specie di pesci stanziali e frequentato anche dalla ricciola.

    Con la suggestiva Torre Talao a guardia ed emblema della città, Scalea offre cultura culinaria, accoglienza, storie umane, amore per il luogo.

    Tutto ciò si riscontra in molte aziende locali, a Scalea come in molti altri posti dell’intera Riviera dei Cedri e del resto del Sud.

    Ed è quello che cerchiamo di proporre, io e la mia equipe, nelle segnalazioni effettuate nel progetto Pianeta Sud – Le località più belle e le Aziende migliori, ininterrottamente proposto dal 1998³.

    LA SCELTA D’ESSER FELICI

    Sottolinea lo scrittore Andrea Scanzi lucidamente in un suo scritto: «Viviamo ben consci che non riusciremo a vedere quanto dovremmo: moriremo quindi con un deficit di bellezza. Un po’ per colpa nostra un po’ per mancanza di tempo»⁴.

    Ecco perché è importante riuscire a godere il più possibile di ogni attimo che la vita ci permette di avere a contatto con la bellezza, senza dare per scontati gli splendidi scorci naturali nei quali volontariamente o fortuitamente incappiamo.

    Il BELVEDERE DI SAN NICOLA ARCELLA, in alta Calabria tirrenica, è uno di

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