Se l'immaginazione al potere di radice marcusiana fiorisce nella seconda metà degli anni 60 in una ricerca creativa che coinvolge tutti i settori, dall'architettura all'interior design, dalla musica alle arti visive e, naturalmente, all'automobile nelle forme di concept "spaziali", la realtà quotidiana riporta tutti con i piedi per terra. Tra inquietudine sociale, contestazione del sistema capitalistico e le azioni che quel sistema attiva per sopravvivere a se stesso, l'industria dell'auto imbraccia un cambiamento epocale, nel quale esigenze etiche da un lato ed economiche dall'altro spingono a nuove idee di design, sorrette da una razionalità che favorisce la riduzione dei costi di produzione e la praticità nell'uso, mentre già si profila una congiuntura negativa che culminerà nella crisi petrolifera del 1973. Giorgetto Giugiaro ha vissuto quel periodo da protagonista. E lo rievoca con noi.
Com'era vissuta la contestazione da parte dell'industria automotive?
Iniziava a diffondersi l'idea che si dovesse puntare su modelli più razionali, dai consumi e dai costi produttivi inferiori, per realizzare prodotti che fossero meno contestati o contestabili. Perché sì, in quegli anni, continua la