Questa è una storia d’altri tempi. Vive nell’essenza di qualcosa che si sta perdendo e per questo abbiamo pensato di raccontarla. Spesso ciò che non conosciamo ci fa paura, ha detto qualcuno.
APPUNTAMENTO IN PIAZZA, L’ARIA È AFFILATA QUESTA MATTINA. Tiro su al mento la zip della giacca mentre risuona come mantra lo scroscio della fontana. A Scanzano l’orologio del campanile non segna ancora le sei quando lontano prende forma il bagliore dei fari del fuoristrada. Carlo è puntuale. Lo seguirò su in montagna a cercare la lepre.
“Buongiorno, già sveglio?”. Salgo e rimaniamo per un po’ senza parlare. Poi Carlo porta il naso al parabrezza mezzo appannato e guarda nel cielo: “Stelle e tramontana, sarà una bella giornata”. Luna e Siena sono irrequiete: sanno dove si va e non vedono l’ora di arrivare.
Usciti dal paese svoltiamo a sinistra. Lasciamo la strada asfaltata e ci arrampichiamo su per lo sterrato. “Ormai a caccia si va