Le scie chimiche sarebbero presenti in ogni continente, dall’Europa, all’Asia, all’America, all’Africa. Il presunto diffondersi di tale fenomeno ha portato a domande e ipotesi sulla sua natura. Inizialmente, gli enti governativi e la comunità scientifica hanno liquidato la questione, sminuendone l’importanza.
SCIE CHIMICHE O SCIE DI CONDENSAZIONE?
In fisica una scia è, per definizione, «una perturbazione indotta in un fluido da un corpo in moto rispetto a esso». Scie sono i solchi lasciati da un natante in acqua o quelle lasciate da un aereo (in seguito alla condensazione del vapore acqueo, prodotto dalla combustione del carburante a causa delle basse temperature dell’alta atmosfera). Si formano in genere ad alta quota, al di sopra degli 8 mila metri, a una temperatura inferiore ai 40°C e con umidità pari o superiore al 70 per cento. Secondo la termodinamica e l’aerodinamica, le scie di condensazione possono avere diverse evoluzioni, a seconda delle condizioni meteo. Sono dipendenti da temperatura, pressione, umidità relativa e venti. L’atmosfera è un fluido non omogeneo, e ci possono essere zone più o meno adatte alla formazione di tali scie, ma poco ci si può discostare da tali indici alle nostre latitudini. Sono comunque ritenute un fenomeno raro.
Le cosiddette scie chimiche sarebbero visibili nell’atmosfera terrestre,