«Nessuno sa se per l’uomo la morte non sia per caso il più grande dei beni, eppure la temono come se sapessero bene che è il più grande dei mali. E credere di sapere quello che non si sa non è veramente la più vergognosa forma di ignoranza?»
e parole di Socrate che leggiamo qui sopra ci parlano di una linea di confine che per l’uomo contemporaneo rappresenta qualcosa di traumatico, pur essendo una frontiera della quale nulla si sa e delle cui caratteristiche probabilmente resteremo all’oscuro finché qualcuno, chissà come, non tornerà indietro dalla morte. Cosa c’è dall’altra parte e, soprattutto, dobbiamo temerlo davvero? Per questo da sempre l’essere umano ha cercato di allontanare da sé il più possibile il momento del trapasso cercando qualsiasi soluzione possibile per allungare la propria vita o, in generale, per “resistere” allo scorrere del tempo: basti pensare agli antichi Egizi che dedicavano estrema cura alla conservazione dei corpi dei propri defunti o alla mummificazione indotta che praticavano alcuni monaci buddhisti. Inoltre chi non ha mai sentito delle leggende che parlano della Fonte dell’eterna giovinezza o del Santo Graal in grado di donare la vita eterna o ancora della Pietra Filosofale capace di curare ogni
