i chiamava Giovanni d’Avalos ed era un nobile italiano morto nel 1586 all’età di 48 anni, i cui resti. Per i ricercatori, aver isolato un batterio così antico è molto importante per capire lo sviluppo che l’ ha avuto nel corso dei secoli e quanto può essere pericoloso per l’uomo. Si tratta di un batterio comune, presente nell’intestino sia di persone sia di animali e che diventa pericoloso solo in caso di stress o malattie. Anche per questo si ritiene che la sua presenza nel corpo mummificato di Giovanni d’Avalos non ne abbia causato la morte, dovuta piuttosto a un calo delle difese immunitarie. Lo studio è stato pubblicato sulla rivista .
STUDIATA LA MUMMIA DI UN NOBILE MORTO 500 ANNI FA
Jul 22, 2022
1 minuto
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