Il francese champagne e il cugino italiano spumante vantano una lunga storia risalente addirittura al V secolo a.C. quando gli antichi abitanti delle Ardenne francesi coltivavano la vite tra le alture dell’odierna regione dello Champagne. La bevanda ottenuta era un mediocre vino rosato, leggermente frizzante, nel tempo valorizzato dai contadini romani che seppero trovare la giusta gradazione zuccherina per ottenere spumanti decisamente migliori dei precedenti.
Il problema, però, era che, a causa delle basse temperature invernali, il processo di fermentazione si interrompeva per riprendere con i primi caldi: questa doppia fermentazione creava una grande quantità di anidride carbonica che provocava sovente l’esplosione dei tappi delle bottiglie lasciando il vino troppo effervescente e non gradevole al gusto, con grande scontento dei monaci vinaioli.
Tutto cambiò nel 1688 quando nel convento di Hautvillers, cuore della regione francese dello Champagne, il monaco benedettino Pierre Pérignon, meglio noto come Dom Pérignon, ebbe la giusta intuizione per risolvere il problema. Secondo la tradizione il monaco ideò una nuova miscela di uve diverse rendendo la bevanda più gradevole e costruì una efficace gabbietta di filsuccessivi venne modificato e adattato alle più moderne tecniche e conoscenze nel campo enologico, ma le intuizioni del monaco benedettino di Hautvillers rimasero come capisaldi per la produzione di questa spumeggiante bevanda.