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Il telefono grillo di Richard Sapper e Marco Zanuso | Design del prodotto industriale

Il telefono grillo di Richard Sapper e Marco Zanuso | Design del prodotto industriale

DaDesigner Stefano Pasotti


Il telefono grillo di Richard Sapper e Marco Zanuso | Design del prodotto industriale

DaDesigner Stefano Pasotti

valutazioni:
Lunghezza:
6 minuti
Pubblicato:
18 dic 2021
Formato:
Episodio podcast

Descrizione


Oggi parliamo del Telefono Grillo
Grazie al suo stile il telefono Grillo (progettato nel 1966 per la società italiana Siemens da Marco Zanuso e Richard Sapper) rivoluzionò per sempre l’aspetto del telefono.
E’ diventata una vera icona per le generazioni future, ed ovviamente di ispirazione per le aziende più importanti del periodo.
Tanto per farvi un esempio: io sono nato nel 1986, da adolescente c’erano due telefoni che tutti volevano: il mitico Nokia 3310 ed il Motorola StarTac che si chiudeva a conchiglia. Quel Motorola si è ovviamente ispirato al progetto di Richard Sapper e Marco Zanuso.
Una nota doverosa: riprende la forma del Trimline di Henry Dreyfuss del 1965 in cui il telefono si stacca da una base per essere preso in mano. Ma rimane comunque una cornetta rigida, mentre per quanto riguarda il telefono Grillo, il corpo rimane tutto unito, e la cornetta letteralmente si apre e chiude.
Quando il telefono è chiuso su un piano di appoggio assomiglia ad una conchiglia, non lasciando trapelare alcuna indicazione circa il suo vero utilizzo.
Quando si prende in mano, c’è un’apertura a scatto che attiva di conseguenza il ricevitore e che mostra un disco combinatore di dimensioni ridotte.
Per chi non lo sa il disco combinatore è il classico disco dei telefoni precedenti a quelli con il tasto ben visibile. Qui per comporre il numero dovevi infilare il dito dove c’era la fessura apposita e ruotare fino a raggiungere il fine corsa. Così per tutti i numeri.
Direi un’operazione abbastanza lunga ma funzionante.
Il cavo del telefono terminava con una presa in plastica sagomata, all’interno della quale era collocata la suoneria dal caratteristico ronzio, a cui il telefono deve il suo nome.
Tale presa era realizzata nel medesimo colore del ricevitore: si trattava di un ulteriore accorgimento pensato per un pubblico sempre più esigente in fatto di dettagli stilistici, e di fatti nessuno guardava a quell’elemento, perchè spesso rimaneva nascosto.
Oltre a essere uno dei primi telefoni in plastica, nel quale ricevitore e disco combinatore erano alloggiati in una stessa unità, con le sue dimensioni ridotte il telefono Grillo ha inaugurato un nuovo procedimento innovativo, e cioè quello dell’azione di chiudere il telefono per terminare una telefonata.
Questo oggetto è stato premiato nel 1967 con il Compasso d’Oro, non solo ha ispirato generazioni intere di telefoni fissi, ma la sua influenza sopravvive ancora oggi nel design dei telefoni cellulari, soprattutto in quelli degli anni novanta come vi dicevo prima.
La disponibilità di nuovi materiali, i progressi tecnologici e la crescente diffusione in ambiente domestico hanno portato, negli anni Sessanta, all’ideazione di un concetto di apparecchio telefonico di dimensioni ridotte, meno ingombrante e che offrisse una maggiore libertà nella ricerca di forme e colori nuovi.
Il nuovo telefono non era pensato più per essere “fisso”, invariabilmente collocato sulle pareti o posato su un ripiano dell’ingresso o del corridoio, ma mobile, facilmente trasferibile da una stanza all’altra, e con una linea estetica tale da renderlo parte complementare dell’arredo.
Gli obiettivi del progetto erano la comodità d’impiego, un ingombro il più possibile limitato, una linea estetica e funzionale in grado di adattarsi in ogni ambiente. Seguendo questi principi, tutti gli elementi funzionali dell’apparecchio telefonico – disco combinatore, gancio commutatore e tasto, microfono e ricevitore – vennero riuniti in un corpo unico.


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Pubblicato:
18 dic 2021
Formato:
Episodio podcast

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