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La lampada Acrilica progettata da Joe Colombo per Oluce

La lampada Acrilica progettata da Joe Colombo per Oluce

DaDesigner Stefano Pasotti


La lampada Acrilica progettata da Joe Colombo per Oluce

DaDesigner Stefano Pasotti

valutazioni:
Lunghezza:
5 minuti
Pubblicato:
16 apr 2022
Formato:
Episodio podcast

Descrizione


Ciao!
Oggi parliamo di una lampada disegnata dai fratelli Colombo ed uscita sul mercato nel 1962 con l’azienda Oluce
Più precisamente si chiama Colombo 281 ed è il primo progetto di Joe Colombo per Oluce, l’unico condotto a quattro mani con il fratello Gianni.
Per essere proprio super pignoli, il primo prototipo presentato dai fratelli all’azienda si chiamava C.
Il modello, realizzato nel 1962 e nato semplicemente come 281, verrà soprannominato in seguito ”Acrilica”, richiamando il materiale principe di questo oggetto e lo straordinario utilizzo che ne viene fatto con la 281.
In sostanza si tratta di una lampada costituita da due materiali: il metallo per la base, dalla quale esce un tubo di luce, ed il corpo realizzato in plastica, più precisamente il metacrilato PMMA.
Infatti La forma e l’importante spessore della curva che compone la 281 permette, grazie alle proprietà di conduzione, che la luce di una lampadina fluorescente contenuta all’interno della base in acciaio verniciato risalga lungo il corpo trasparente arrivando ad illuminare la testa.
E’ incredibile pensare come questo oggetto abbia in sostanza anticipato il concetto della fibra ottica, perché la luce che viene emanata dal basso viene condotta fino all’estremità superiore, andando contemporaneamente ad illuminare tutto il corpo.
Parliamo di un prodotto estremamente complesso da realizzare, perché le dimensioni della plastica sono veramente importanti, così come la lavorazione di piegatura dello stesso, ma come avviene??
Prendiamo un piano in metacrilato e lo andiamo a scaldare per renderlo malleabile, dopodichè viene posizionato su di una cassaforma simile alla termoformatura, che va a dare la forma finale appunto.
Mantiene quella posizione fino a quando non si è completamente solidificato.
Ora detto così sembra riduttivo, ma credetemi è stato un vero e proprio bagno di sangue realizzarla, soprattutto per il fatto che la luce non usciva in maniera corretta, quindi il risultato finale è dovuto ad una serie infinita di prove fatte sul campo per riuscire ad ottenerla.
La cosa brutta è proprio il fatto che per capire se un prodotto va bene oppure no, bisogna arrivare all’ultima fase, e cioè l’installazione della luce.
La cosa peggiore che può accadere, è che si formi quella che viene chiamata ghiacciatura interna del blocco: in sostanza sono dei piccoli segni che possono crearsi: quando noi accendiamo la lampada vedremo immediatamente quella tipologia di difetto presente sulla lampada, andando a rovinare l’effetto finale, e quindi viene scartato.
Tornando alla tecnologia, una volta estratto dalla cassaforma, viene lucidato a mano per togliere i possibili difetti superficiali. Ancora oggi viene fatto manualmente per curare ogni singolo dettaglio, anche perché ogni prodotto è indipendente e potrebbe presentare delle piccole differenze con il prodotto precedente.
Ha un costo elevato sul mercato, ed ha un numero limitato di pezzi venduti durante il corso dell’anno.


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Pubblicato:
16 apr 2022
Formato:
Episodio podcast

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