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La filosofia della natura nel De incantationibus di Pietro Pomponazzi
Ontologia della speranza
Frammenti di cultura del Novecento: Nietzsche, Vailati, Simmel, Schlick, Arendt, Zubiri, Bateson, Dell’Oro, Warburg, Dávila, Garin, Melandri raccontati da voci di studiosi contemporanei
Serie di e-book4 titoli

NIDABA - Filosofia

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Info su questa serie

Oggi, come allora, ai tempi di Platone e della polis, siamo ancora spettatori di ombre. Probabilmente è questa la condizione esistenziale di ogni individuo. Nascere implica il passaggio dal buio alla luce, ma appena diventiamo soggetti attivi in una comunità restiamo invischiati in un mondo fatto di ombre, di illusioni, di apparenze fittizie. Se ascoltiamo l’appello del nostro io creativo, diventiamo consapevoli di questo stato e iniziamo un nuovo viaggio attraverso un processo di rinascita individuale che conduce alla manifestazione del sé. Realizzare il sé significa avere il coraggio di aprirsi un varco nella caverna delle ombre e uscire alla luce del sole.
LinguaItaliano
Data di uscita15 lug 2013
La filosofia della natura nel De incantationibus di Pietro Pomponazzi
Ontologia della speranza
Frammenti di cultura del Novecento: Nietzsche, Vailati, Simmel, Schlick, Arendt, Zubiri, Bateson, Dell’Oro, Warburg, Dávila, Garin, Melandri raccontati da voci di studiosi contemporanei

Titoli di questa serie (4)

  • Frammenti di cultura del Novecento: Nietzsche, Vailati, Simmel, Schlick, Arendt, Zubiri, Bateson, Dell’Oro, Warburg, Dávila, Garin, Melandri raccontati da voci di studiosi contemporanei

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    Frammenti di cultura del Novecento: Nietzsche, Vailati, Simmel, Schlick, Arendt, Zubiri, Bateson, Dell’Oro, Warburg, Dávila, Garin, Melandri raccontati da voci di studiosi contemporanei
    Frammenti di cultura del Novecento: Nietzsche, Vailati, Simmel, Schlick, Arendt, Zubiri, Bateson, Dell’Oro, Warburg, Dávila, Garin, Melandri raccontati da voci di studiosi contemporanei

    Rivisitare le filosofie del Novecento significa oggi ripensare una crisi di identità del pensiero filosofico, che non va comunque considerata come la fine della filosofia, ma piuttosto come un passaggio ulteriore rispetto alla prima emergenza del negativo, rappresentata dalla filosofia della crisi. Si tratta, a nostro avviso, di una svolta metodologica che prelude a un rinnovamento filosofico diretto a polarizzare la meraviglia sulla tematizzazione del dubbio, insita nella semantica del pensiero interrogativo. In questa prospettiva, si delineano heideggerianamente quei sentieri interrotti del filosofare che, nel successivo orizzonte del post-moderno o della fine della modernità, coniugano in vari modi e in diversi registri le vie, spesso divergenti, del post-metafisico. In questa situazione poliedrica e complessa, l’espressione schegge del Novecento, assume una ineludibile connotazione metaforica dalla quale esce sconfitto il pensiero sistematico Prof. Aurelio Rizzacasa

  • La filosofia della natura nel De incantationibus di Pietro Pomponazzi

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    La filosofia della natura nel De incantationibus di Pietro Pomponazzi
    La filosofia della natura nel De incantationibus di Pietro Pomponazzi

    L'autore presenta, in forma ampiamente rielaborata, il suo contributo alla giornata di studi dedicata alla figura del filosofo mantovano Pietro Pomponazzi (16 settembre 1462 – 18 maggio 1525) e in particolare al suo trattato De naturalium effectuum causis sive de incantationibus, tenutasi agli inizi del 2000 nei locali della Biblioteca Capitolare di Verona sotto la supervisione del professor Enrico Peruzzi (attualmente docente di Storia della Filosofia presso l’Università di Verona). Nel De incantationibus, pubblicato postumo nel 1556 a causa del veto dell’Inquisizione, si sostiene che non esistono eventi miracolosi, ma solo eventi naturali particolari ai quali non sia stato ancora possibile dare spiegazione e che, tutt’al più, possono essere ricondotti agli influssi astrali. Un testo che si prefigge di contrastare l’interpretazione demonologica dell’elemento occulto, allora imperante, attraverso la sola arma della logica aristotelica. Il volume presenta infatti la figura del Pomponazzi quale sapiente “che ha iniziato veramente la filosofia della Rinascenza” (per usare le parole del filosofo positivista Roberto Ardigò, anch’egli mantovano), il primo ad aver adottato il metodo del “dubbio filosofico” che diverrà segno distintivo di grandi sapienti, tra cui Galileo, Bruno, Cartesio, e che condurrà alla nascita della moderna epistemologia.

  • Ontologia della speranza

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    Ontologia della speranza
    Ontologia della speranza

    Invocata nei tempi di crisi, come quelli che stiamo vivendo, la speranza è per il pensiero una matassa assai ingarbugliata. Perché, ad esempio, quando speriamo il tempo si apre davanti a noi, mentre quando ci prende la disperazione ci sentiamo dis-orientati? Il viaggio di Primavera Fisogni muove con il candore e il rigore della fenomenologia da queste due coordinate della condizione umana – lo spazio e il tempo – per superarle, attraverso la lezione della metafisica realistica di San Tommaso d’Aquino, in un ingrediente ulteriore in cui mette radici l’essere stesso della speranza. Sentire la vita, afferrarne il bene nella sua forma più originaria di positivo, consente di risolvere le aporie e le apparenti contraddizioni dell’atto di sperare. Non semplice aspirazione, ma possibile pratica – questo il messaggio della ricerca -, la speranza si rivela legata a doppio filo alle sue forme mancate, al disagio di vivere: in particolare, essa insorge nella fase dello svezzamento, quando l’angoscia per l’assenza della madre fa sperimentare un vuoto destabilizzante. Nel suo percorso per cogliere qualcosa di valido dell’essere della speranza (questo il senso dell’Ontologia del titolo), l’autrice dialoga con il biblico Giobbe, la boccaccesca Griselda, le vittime di mala giustizia della Colonna Infame, incontrando Anna Karenina e la “troppa vita” di Antonia Pozzi. Serrato, il confronto filosofico porta l’autrice a misurarsi con G.E.M. Anscombe, Max Scheler, Walter Benjamin, spingendosi fino ad interrogare l’Emdr, metodica psicoterapeutica che riapre, per curarla, la memoria dei traumi.

  • Spettatori di ombre: Rileggendo il mito della caverna

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    Spettatori di ombre: Rileggendo il mito della caverna
    Spettatori di ombre: Rileggendo il mito della caverna

    Oggi, come allora, ai tempi di Platone e della polis, siamo ancora spettatori di ombre. Probabilmente è questa la condizione esistenziale di ogni individuo. Nascere implica il passaggio dal buio alla luce, ma appena diventiamo soggetti attivi in una comunità restiamo invischiati in un mondo fatto di ombre, di illusioni, di apparenze fittizie. Se ascoltiamo l’appello del nostro io creativo, diventiamo consapevoli di questo stato e iniziamo un nuovo viaggio attraverso un processo di rinascita individuale che conduce alla manifestazione del sé. Realizzare il sé significa avere il coraggio di aprirsi un varco nella caverna delle ombre e uscire alla luce del sole.

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