Tornare a contare in Europa
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IL NOME DI ENZO AMENDOLA, ministro degli Affari Europei, è ben noto a Bruxelles. Da quando si è insediato non è mai mancato ad un appuntamento e il suo lavoro, tenace e a tratti febbrile, è il risultato di anni passati a occuparsi di questioni europee. A lui tocca il compito non facile di ricucire un rapporto – tra l’Italia e la Ue – messo a dura prova dal Governo precedente.
È cominciato il nuovo corso per l’Ue. Qual è l’agenda europea dei prossimi mesi?
Un cambiamento epocale che richiederà una grande mobilitazione di investimenti pubblici e privati e in cui il nostro sistema industriale avrà un ruolo cruciale.
Credo serva un approccio ambizioso, perché l’obiettivo è quello di porre le basi per un recupero di competitività globale per le nostre imprese nel medio periodo, facendo dell’Europa il continente leader nella transizione verso un’economia verde. Ma dobbiamo essere anche molto realisti e pragmatici: saranno necessari investimenti enormi, sia pubblici sia privati, ed è una sfida che l’Europa può raccogliere solo se coesa. Un altro grande tema è quello relativo ai “Campioni Industriali Europei”, su cui la discussione inizia a prendere piede. Francia
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