TUTTI I PIANI DELL’ESA
LE AGENZIE SPAZIALI “DEVONO CAMBIARE”. Johann-Dietrich Wörner ha appena terminato il suo giro per i padiglioni della Fiera di Roma, durante l’expo sulla New Space Economy dello scorso dicembre. Pochi giorni prima si trovava a Siviglia, per la Ministeriale che ha portato nelle casse dell’Agenzia spaziale europea 14,4 mld di investimento dagli Stati membri (con l’Italia al terzo posto dopo Germania e Francia: 2,3 mld investiti) per i prossimi cinque anni: un budget record per l’agenzia. A Roma il Direttore generale dell’Esa ripete quello che aveva detto in Spagna. L’Esa deve passare “da space agency a new space agency, il che significa sempre più riduzione dei costi, attività commerciali, innovazione, flessibilità e agilità”.
D’altronde, a vedere quanto si è sviluppata la filiera industriale legata allo Spazio (solo all’expo di Roma erano presenti 140 espositori tra aziende, centri di ricerca, istituzioni e startup), andare in una direzione diversa sarebbe controproducente. L’esplorazione spaziale è diventata un business. Perché non usare tutta la potenza dell’agenzia per ottimizzarlo?
“Anche nei momenti di grande crisi economica del passato, come nel 2009, il settore è stato quasi un settore rifugio, soprattutto dal CAPO POLITICA INDUSTRIALE ESA
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