NEL MAGICO MONDO DI FATE, FOLLETTI GNOMI, ED ELFI
Il “Piccolo Popolo” (termine utilizzato quasi universalmente per raggruppare tutti gli esseri magici invisibili all’uomo) trova accoglienza pura in un altro “piccolo popolo”: quello dei bambini.
Con il concetto di “inconscio collettivo” Carl Gustav Jung, già dal 1912, intuiva che le indagini psicologiche sulle persone non si sarebbero più dovute concentrare unicamente approfondendo gli aspetti intrapsichici (inconscio individuale) ed interpersonali (delle relazioni, della società) ma che, a guidare, muovere, interrogare e anche spaventare gli esseri umani ci fosse un altro tipo di inconscio, quello che appunto lui definì come “collettivo”, e che gli esseri umani fossero in qualche modo legati e collegati tra loro da archetipi comuni, ovvero immagini primordiali ereditate sul piano dei simboli. Con i recenti progressi della fisica quantistica, le intuizioni di Jung trovano analogie con le leggi della fisica subatomica e il principio di non località, non esentando il comportamento degli individui dal confronto con il comportamento delle particelle.
Questa doverosa introduzione è necessaria per addentrarci con la dovuta attrezzatura, e senza perderci, nel mondo
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