Nel tentativo di nascondere i tratti dell’albinismo la madre le tingeva i capelli di nero. Il colore, però, non riusciva a coprire il bianco acceso della chioma e col passare dei giorni la tinta finiva per sfumare verso l’azzurro.
Secondo le cronache Azzurrina, questo il nome della presenza, era una bimba vissuta nella seconda metà del 1300 quando il castello era di proprietà dei Malatesta, una tra le più importanti e influenti famiglie italiane che nel Medioevo dominava l’area del Castello di Montebello e molti altri territori della Romagna.
UNA BIMBA ALBINA
Questa bambina aveva una particolarità: era albina. L’albinismo è una malattia genetica caratterizzata da una riduzione o dall’assenza della melanina nella cute, nei capelli e nelle iridi. Si può benissimo immaginare cosa potevano pensare le persone durante quel periodo storico, di una piccola che aveva un incarnato quasi trasparente, i capelli completamente bianchi e gli occhi di colore grigio-bluastro. Era il Medioevo, un periodo in cui bastava poco alle donne per essere additate come streghe o collaboratrici del demonio.
Nel tentativo di nascondere i tratti dell’albinismo, la madre le tingeva i capelli di nero. Il colore, però, non riusciva a coprire per bene il bianco acceso della chioma e con il passare dei giorni la tinta finiva per sfumare verso l’azzurro.