L’ASSO NELLA MANICA DI AMAZON
ANCHE IN CIRCOSTANZE NORMALI, il network globale della distribuzione Amazon rappresenta uno dei sistemi logistici più complicati del pianeta; un turbinio di luoghi, persone e tecnologie la cui coreografia segue i movimenti di milioni di pacchi al giorno. Quando il Coronavirus ha colpito, la normalità è andata a farsi benedire. I lockdown hanno forzato chiunque negli Stati Uniti a lavorare, istruirsi e (soprattutto) fare acquisti da casa. Un’improvvisa ondata di ordini dettati dal panico, di cibo in scatola e carta igienica, hanno portato il caos nella rete operativa di Amazon. E visto che la maggior parte dei dipendenti di quella rete non poteva lavorare da casa (è difficile consegnare un pacco o guidare un muletto dal salotto di casa)
l’azienda è diventata improvvisamente responsabile della sicurezza di centinaia di migliaia di lavoratori essenziali, molti dei quali a rischio di esposizione al nuovo Coronavirus. Queste due sfide sono finite entrambe sulla scrivania di una dirigente che lavora in Amazon da meno di un anno. Alicia Boler Davis si è unita ad Amazon nell’aprile 2019 in veste di vicepresidente con delega al ‘global customer fulfillment’. Come suggerisce il ruolo, Boler Davis è alla guida di una grossa parte dell’infrastruttura che rende lo shopping di Amazon così facile per i suoi clienti. “Le operazioni di fulfillment costituiscono il battito cardiaco del business di Amazon”, dice Colin Sebastian, analista di Baird Equity Research incaricato di seguire l’azienda. In questa similitudine, Boler Davis è il pacemaker: guida i centinaia di magazzini globali dell’azienda, supervisionando dipendenti, logistica e processi, così come la tecnologia, ad esempio quella dei robot dei magazzini. Dalle mani di Boler Davis
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