TRUFFE ALLO STATO
LA CRESTA FATTA da funzionari di polizia sulle carte di credito dei collaboratori di giustizia. Oltre diecimila buoni pasto sottratti da un maresciallo in servizio nel gabinetto del ministro della Difesa. E contributi agricoli per centinaia di migliaia di euro intascati intestandosi terreni altrui. E ancora, contributi milionari, versati ad associazioni datoriali deliberati in conflitto di interesse e non rendicontati. La creatività degli italiani funziona anche al negativo. Almeno a giudicare dalle condanne che la Corte dei conti ha inflitto in appello. La curiosità di Fortune Italia era stata accesa da alcune vicende particolarmente singolari e così ha fatto una ricognizione sulle decisioni che i magistrati contabili hanno depositato nei primi quaranta giorni dell’anno, anche se alcune sentenze sono state decise nel 2020. Il quadro che emerge è un ventaglio di truffe, appropriazioni e sprechi di ogni tipo che hanno provocato un bel deflusso di soldi pubblici.
INTOCCABILI
Gianluca Fonzi, Fabrizio Socciarelli e Fabrizio Provaroni erano tre funzionari del Servizio centrale di protezione del ministero dell’Interno. Gente per cui si sarebbe potuto mettere la mano sul fuoco visto il delicatissimo compito a cui erano stati assegnati. E invece i tre dipendenti del ministero dell’Interno hanno usato
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