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Rifiuti dal buco nero dei Comuni alle Holding in Borsa
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E-book64 pagine49 minuti

Rifiuti dal buco nero dei Comuni alle Holding in Borsa

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Info su questo ebook

L'autore fa una ricerca su quel mondo frastagliato, nelle varie regioni, delle aziende pubbliche e private che si occupano di raccolta, trasporto e smaltimento rifiuti. Si parla di quel servizio che preleva il suo costo direttamente dalle tasche dei cittadini italiani con la Tari. Luci e ombre, dissesti e fallimenti, holding quotate in borsa. Come si muove il Bel Paese? Il punto, dal quale si dirama ogni ragionamento, è il servizio al cittadino, la responsabilità condivisa, che vuol dire, in estrema sintesi, che il sistema deve garantire che davvero tutti possano comportarsi in modo virtualmente corretto, dall’utente finale fino al responsabile capo della holding Spa ambientale. Seguendo lo spirito dell’economia circolare, dove il rifiuto da costo diventa risorsa economica per il territorio.  Un viaggio in tutte le regioni italiane dal Nord al Sud, con dati significativi che mostrano le differenze tra arretratezza e gestione oculata. Uno stile di inchiesta giornalistica, non un saggio accademico. Sono una serie di articoli usciti sulla testata agora magazine presente in un archivio online non utilizzabile in quanto aggredito dai hackers filo Isis. Un lavoro che come scrive nel finale l'autore aveva: " un obbiettivo di stimolare la riflessione su un tema delicato, partendo dalle situazioni di crisi, dei libri portati in tribunale per arrivare alle buone gestioni. Non abbiamo detto il vangelo, i commenti sono fatti anche per smentire. Ma almeno facciamo salva la buona fede, noi ne abbiamo tanta".
LinguaItaliano
Data di uscita1 nov 2014
ISBN9786050331011
Rifiuti dal buco nero dei Comuni alle Holding in Borsa

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    Rifiuti dal buco nero dei Comuni alle Holding in Borsa - Roberto De Giorgi

    DATI

    VERSO IL FUTURO DELLE GESTIONI OCULATE

    Nel fare un viaggio in questo cosmo di municipalizzate, che reggono grandi e piccoli centri urbani, è il numero dei dipendenti che spicca. Al di là del caso romano che, vedremo, andrebbe valutato nella sua specificità, l’analisi delle altre realtà fa riflettere. Certo, dove il cittadino sporca di più aumenta il lavoro per strada, ma anche per questo, come vedremo si può e si deve far qualcosa di diverso. La crisi attanaglia, stringe, con le risorse esigue occorre fare i conti, anzi si devono sempre rifare i conti, che non tornano mai.

    Un dato di fondo resta, però: alla fine paga tutto, nolente o volente, il cittadino che con la tares, questa nuova articolazione della tassa che assorbendo tutti i costi rischierà di far impallidire la vicenda Imu; se le gestioni restano farraginose, costose, e ruotano sempre nell'alveo del lavoro pubblico, semi pubblico, comunque municipale.

    Il caso di Roma è eclatante, i dipendenti dell’Ama, secondo un riepilogo fatto di recente sulla stampa, sulla scia delle polemiche per le assunzioni clientelari del governo Alemanno, l’azienda che si occupa della raccolta dei rifiuti, sono passati da 7.840 a 9358 con un ’incremento del 24%. Secondo le cronache riportate, i debiti con le banche toccavano 620 milioni, che per un’azienda che non si occupa dello smaltimento finale e non ha quindi il problema degli investimenti relativi non è certamente uno scherzo anche se nel bilancio del 2010 figuravano crediti verso utenti e aziende per la tassa sui rifiuti non pagata per la bellezza di 743 milioni di euro: poi svalutati a «soli» 436 milioni. Insomma una gestione in apparente pareggio tra dare ed avere. Ma l’avere, tasse non pagate, è una missione impossibile.

    Genova

    L’Amiu di Genova (607.906 abitanti) conta oggi 1.650 dipendenti (1 dipendente ogni 368 abitanti). Un numero esorbitante che sta facendo maturare alcune scelte Ad esempio, gli uomini a terra che supportavano l’attività di raccolta dei camion quasi certamente verranno tolti. E sarà l’autista, da solo, a occuparsi delle operazioni di carico della spazzatura all'interno dei cassonetti. C’è il blocco del turn over (circa 15 nuovi lavoratori all'anno) che per la crisi non consente, per adesso. Prevedono una riorganizzazione capillare per continuare a garantire servizi che, altrimenti, risulterebbero a rischio. L’azienda genovese, per ridurre i costi del proprio personale, sta tentando ormai da alcuni anni di meccanizzare sempre di più il servizio offerto ai cittadini, riducendo il numero dei dipendenti, soprattutto quelli utilizzati per la pulizia delle strade, a favore di nuovi mezzi meccanici che facciano lo stesso servizio. Ed ora, vista la situazione di difficoltà economica, il fenomeno potrebbe subire un forte impennata.

    Alessandria

    L’Amiu di Alessandria (94.974 abitanti), che pure ha sofferto per le ristrettezze economiche comunali (dissesto) ha 197 dipendenti. (1 dipendente ogni 482 abitanti) e qui c’è anche un dettaglio: gli impiegati sono 23 pari all’11% (a Taranto per esempio sono circa il 21,5%). Seguendo questo parametro Torino (909.885 abitanti) con i suoi 1962 dipendenti ha un rapporto di 1 dip ogni 468 abitanti. Per avere un confronto con Taranto (191.810 abitanti) circa 700 dipendenti dell’Amiu portano ad un rapporto di 1 dipendente ogni 210 abitanti (finora di gran lunga il più alto come incidenza). Piuttosto simile è la situazione dell’’Amia di Palermo (656.829 abitanti), che pur essendo indebitata fino al collo continua ad assumere. Secondo la cronaca si continuano a fare assunzioni, stabilizzazioni e a dare consulenze come se niente fosse, mentre l´azienda perdeva 30 milioni di euro all’anno e il governo nazionale interveniva per ricapitalizzarla. 1952 dipendenti (1 dipendente ogni 336 abitanti). Saltando al nord, in questo percorso non c’è una analisi metodica, ma un ragionamento sulla crisi, Verona (660 mila abitanti) è la prima multi servizi con 660 dipendenti ( i dipendente ogni 1000 abitanti) essendo il primo capoluogo riciclone i conti tornano, eccome se tornano.

    Non è la situazione di Foggia (146.994 abitanti), scendendo di nuovo al Sud, dove la crisi delle due società: Amica e Daunia Ambiente, è superata con l’intervento dell’Amiu di Bari dell’efficiente sindaco Emiliano, con un dettaglio di cronaca: La società barese Amiu ha iniziato a spulciare la documentazione degli ex 350

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