Il non mutuo bancario: Analisi critica della questione monetaria
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Anteprima del libro
Il non mutuo bancario - Silvio Orlandi
Silvio Orlandi
IL NON MUTUO BANCARIO
Analisi critica della questione monetaria
Sindimedia Edizioni Digitali è un marchio di:
Sindimedia Srl
Via F.lli Cervi 21
50065 Pontassieve (FI)
Per contattare Silvio Orlandi: info@silvioorlandi.it
Web: www.silvioorlandi.it
ISBN: 9788831994002
Questo libro è stato realizzato con StreetLib Write
http://write.streetlib.com
Indice dei contenuti
PREFAZIONE
LA MONETA E LA SUA ATTUALE VIRTUALITÀ
I CONTRATTI NOMINATI: IL MUTUO E L’APERTURA DI CREDITO
MONETA LEGALE E MONETA CREATA DALLA BANCA - MONETA PRIVATA BANCARIA
PERFEZIONAMENTO DEL NEGOZIO (MUTUO)
PATOLOGIA DEL NEGOZIO
LA VERITA' O NON VERITA' DELLE DICHIARAZIONI. LA IMMUTATIO VERI
RIFLESSIONI CONCLUSIVE
Note
Ringraziamenti
A Laura e Francesco. Laura, amore, moglie, compagna, il mio tutto; immensa Donna, unica ed irripetibile nel mio universo.
Francesco, folgorante amore di mamma e papà, genio e forza, gioiello e colonna, capolavoro della nostra vita.
PREFAZIONE
Marco Saba
Quando si dice la verità, prima o poi si è sicuri di essere scoperti
Oscar Wilde
Raccolgo molto volentieri l’invito a presentare questo lavoro coraggioso volto a meglio definire la fattispecie del (non) mutuo nella pratica odierna cosi’ come viene svolta nel mondo bancario. Il documento è essenziale qualora i Tribunali volessero attivare il dispositivo dell’accertamento giudiziario dello stato d’insolvenza all’interno dei procedimenti di messa in liquidazione degli istituti di intermediazione
(banche). In questo 2018 non ancora giunto al termine si assiste ad una serie di rivelazioni a dir poco sconcertanti. Inizia la rassegna a gennaio con l’articolo del Prof Costa e Biagio Bossone, della Banca Mondiale, dove finalmente si mette in dubbio ufficialmente la pratica di nascondere gli utili bancari sotto forma di false passività all’interno dei bilanci degli intermediari (1). Segue la notizia recentissima della messa in stato d’accusa da parte della Corte dei Conti, di ex ministri e banche nella questione dei derivati (2) mentre il presidente della Banca Centrale Europea – banca che non si degna nemmeno di pubblicare il rendiconto finanziario a fine anno - conferma la sua partecipazione all’organizzazione segretissima chiamata Gruppo dei 30
(3).
La natura della moneta bancaria – poco o male indagata nei testi universitari degli ultimi decenni (4) e assolutamente trascurata nelle facoltà di giurisprudenza, è fondamentale per indagare la titolarità e validità giuridica dei contratti commerciali bancari di prestito e mutuo. Infatti, se tale moneta è da considerarsi legale, come afferma la Banca d’Italia, allora dovrà risultare nei flussi di cassa degli istituti che la creano come originale attività prima di essere impiegata. Se invece tale moneta è da considerarsi clandestina, ovvero creata fuori bilancio e non legale, allora diventa problematico riconoscere la validità dell’applicazione di tassi di interesse legale.
Il pregevole lavoro d’indagine svolto dall’avv. Silvio Orlandi serve per orientare quanti, non fermandosi alla versione propagandistica e scorretta per cui le banche sarebbero semplici intermediari anziché fabbriche di denaro, vogliano acquisire maggiore padronanza della materia. E’ vero che normalmente è più facile diventare banchiere che spiegare alla gente l’essenza del denaro moderno digitale che usiamo per oltre il 90% delle transazioni, ma non per questo dobbiamo rinunciare a sfatare pericolosi luoghi comuni che ci portano al disastro. In Italia oggi ci sono 6500 miliardi di euro di debiti, tra debito pubblico, debito privato, debito di società finanziare e società non finanziarie, (5) a fronte di poco più di 1100 miliardi di circolante. La non solvibilità del sistema trova spiegazione nell’equivoco rispetto alla natura del denaro bancario che l’autore affronta in questa dissertazione seminale che speriamo apra un dibattito più ampio in tutte le sedi, istituzionali e non.
Mi auguro che i lettori, che vogliano disincantarsi dalla versione del pifferaio magico della banca centrale, trovino in questo testo il cibo necessario a soddisfare quella fame di verità e quell’amore per la conoscenza che ci dovrebbe distinguere dagli altri primati che ignorano la moneta.
Questo testo dovrebbe essere inviato come amicus curiae a tutti i Tribunali italiani.
Note:
La moneta è capitale o debito di chi la emette?
http://www.economiaepolitica.it/banche-e-finanza/moneta-banca-finanza/la-moneta-e-capitale-o-debito-di-chi-la-emette
Biagio Bossone, Massimo Costa - Economia e Politica, 22 gennaio 2018 - Il lavoro conferma quanto da me ed altri autori già segnalato, in varie occasioni, negli ultimi anni.
Derivati sul debito: a processo Morgan Stanley, Grilli e Siniscalco
https://www.ilfattoquotidiano.it/2018/04/19/derivati-sul-debito-a-processo-morgan-stanley-grilli-e-siniscalco-corte-dei-conti-denaro-pubblico-gestito-come-privato/4302706/
Difensore della banca l’ex sottosegretario Catricalà - Il Fatto Quotidiano, 19 aprile 2018
Bce: presidente Draghi conferma controversa appartenenza al G30 - AGenzia NOVA, 19 aprile 2018
https://www.agenzianova.com/a/0/1893329/2018-04-19/bce-presidente-draghi-conferma-controversa-appartenenza-al-g30
A lost century in economics: Three theories of banking and the conclusive evidence
https://www.sciencedirect.com/science/article/pii/S1057521915001477
Richard A.Werner, International Review of Financial Analysis - Volume 46, luglio 2016, pp. 361-379
Italia? No, è la Francia il Paese più indebitato dell’area euro
http://www.ilsole24ore.com/art/finanza-e-mercati/2017-08-30/italia-no-e-francia-paese-piu-indebitato-dell-area-euro-202718.shtml
Vito Lops, Il Sole 24 Ore, 31 agosto 2017
LA MONETA E LA SUA ATTUALE VIRTUALITÀ
Cenni Introduttivi.
Il nostro ordinamento giuridico da tempo, in ogni settore civile e commerciale, emana norme impositive che si preoccupano di individuare origine dei beni e dei prodotti, descrivere la completa filiera di provenienza, il percorso, la tracciabilità ecc… Si tratta di norme protettive della collettività. Si pensi, ad esempio, a tutte quelle agroalimentari, a quelle inerenti i capi di vestiario ed ogni altro bene che circola nei rapporti quotidiani.
In ogni ambito della vita civile e commerciale è ormai necessario che la collettività possa e debba conoscere (tramite descrizioni, differenziazioni ed altri sistemi, diversi a seconda dei beni) la origine delle cose e le sue successive tracce di elaborazione e trasformazione. E’ prevista la etichettatura.
La trasparenza, la obbligatoria prospettazione di ogni elemento di conoscenza e verità per la collettività e per i consumatori, in relazione a beni e servizi, ma soprattutto beni, ha trovato ampio riconoscimento in moltissime norme di legge. Nel codice penale ciò ha trovato riconoscimento nella strutturazione del titolo VIII, del libro II, che, nei suoi successivi tre capi contiene: Capo I Dei delitti contro l’economia pubblica (artt. 499-512); Capo II Dei delitti contro l’industria ed il commercio (art. 513-517); Capo III Disposizioni comuni a i capi precedenti (art. 518). Gli artt. 515-517 cp tutelano la fiducia e la sincerità del commercio.
Esula dalla presente trattazione un approfondimento di quell’impianto normativo. Il lettore ben potrà, tramite la consultazione del codice, formare una propria opinione in merito, ma certo che questo impianto normativo ha elevato, e di molto, la rilevanza della trasparenza, della fiducia e della sincerità nei rapporti inerenti l’economia pubblica, il commercio, l’industria. Nessun settore dell’economia può ritenersi immune dalla necessità di rispettare questi beni (trasparenza, fiducia, sincerità). Il legislatore lo ha con forza codificato. Più avanti, vedremo alcuni profili di possibile contatto di queste norme con le tematiche in analisi/studio.
Le regole su origine, provenienza, trasparenza, sincerità devono valere anche per il denaro, oggi divenuto un bene simbolico pressoché totalmente smaterializzato. In Italia il denaro ormai circola con mere scritturazioni contabili, denominate in euro (od altre valute). Per il denaro poi il legislatore, al fine di scongiurare eventuale circolazione illegale di esso (ove proveniente da fonti illegali od illecite, da criminalità, in nero ecc..), ha introdotto severe norme in tema di riciclaggio ed autoriciclaggio.
Di tutto il denaro che circola è necessario accertare origine e filiera. Le banche, che lo maneggiano, e sono intermediari (solo intermediari ex art. 10 TUB e non abilitati alla creazione) autorizzati a maneggiare tale bene, non sono certamente immuni da queste norme; viceversa sono (e dovrebbero essere) le prime destinatarie dei precetti normativi.
In epoche passate le condotte illegali di creazione del denaro, venivano praticate mediante la creazione e stampa di banconote false; ovvero con banconote non emesse dalle banche centrali e/o dai soggetti a ciò abilitati per legge e con legge.
Basterà ricordare lo storico scandalo della Banca Romana tra il 1892 al 1894 nel quale rimasero coinvolti ministri e parlamentari. (cfr. Wikipedia)
L’accertamento sulla origine del denaro appare pertanto quanto mai obbligatoria, anzi imprescindibile, al fine anche di tutelare la collettività. Anzi mai più può prescindersi da questo accertamento, di origine; oggi inderogabilmente, dopo le recenti graduali ufficiali ammissioni, in sede parlamentare, ed anche da parte di Banca d’Italia, del fatto storico che le banche commerciali italiane creano denaro (e pare che neppure lo contabilizzino).
Rilievi ed interventi contemporanei in materia di moneta ed usura
In limine
della analisi oggetto del presente studio, meritano di essere ricordati tre eventi significativi, contemporanei seppur apparentemente lontani tra loro: il referendum svizzero sulla cessazione della creazione della moneta da parte delle banche private a favore della banca centrale; le parole di Papa Francesco il 3 febbraio 2018; la proliferazione delle criptovalute, anche di Stato, con il recente avvento del Petro Venezuelano.
Il referendum svizzero nei suoi sintetici contenuti.
Per utilita' si riporta un testo di Enrico Grazzini fautore ed osservatore della iniziativa [1]
"L'iniziativa, introdotta nel 2015 con la raccolta di 110 mila firme, è stata avviata dal Movimento Svizzero per la Moneta Sovrana, la Vollgeld-Initiative, che l’ha denominata, in italiano ticinese, «moneta intera» (ovvero: moneta piena, legale)."
Più di cento anni fa è stato vietato alle banche di stampare moneta cartacea. L’iniziativa Moneta intera aspira a un simile divieto per la moneta bancaria elettronica. Solo la Banca Nazionale crea in futuro moneta bancaria e la mette a disposizione, tramite erogazioni esenti da debiti, alla Confederazione, ai Cantoni e ai Cittadini.
Questo lo spirito della iniziativa sfociata nel referendum svizzero.
"La grandissima maggioranza dei cittadini crede che il denaro sia creato dalla Banca nazionale o dallo Stato. In realtà circa il 90% del denaro è creato dalle banche private. L'iniziativa popolare federale Moneta intera, che sarà sottoposta al voto il 10 giugno 2018, intende conferire la facoltà di creare denaro in franchi svizzeri unicamente alla Banca nazionale svizzera. L'iniziativa intende realizzare quindi ciò che la maggioranza ritiene sia già oggi realtà.
Un referendum di riforma costituzionale per passare dalla moneta bancaria alla moneta pubblica: ovvero per togliere alle banche private il potere di creare moneta sotto forma di erogazione dei crediti e per ridare invece il monopolio dell'emissione monetaria alla banca centrale. Secondo i promotori, il passaggio dalla moneta bancaria a quella pubblica eliminerà alla radice le crisi cicliche finanziarie e renderà possibile l'utilizzo della moneta per il bene comune del Paese.
Moneta pubblica e moneta bancaria
L'esito del voto popolare svizzero è incerto ma il successo è possibile. Apparentemente la consultazione popolare riguarda una complicata questione di tecnica monetaria; ma se il referendum – a cui si oppongono il governo, l'associazione delle banche svizzere e la maggior parte dei partiti – venisse approvato, si tratterebbe di una rivoluzione non solo in campo economico ma anche politico. Una rivoluzione non violenta resa possibile dalla democrazia diretta tipica del regime politico svizzero. Una rivoluzione che si espanderebbe in tutto il mondo.
Si tratterebbe di un primo ma decisivo passo di moneta pubblica (anche se in realtà la piccola Islanda ha già preso una decisione analoga). Se passasse il referendum costituzionale, la Banca Centrale potrebbe non solo emettere tutta la moneta, sia quella cartacea che quella elettronica, ma potrebbe anche distribuirla gratuitamente (ovvero senza interessi, a differenza delle banche), in base ai criteri fissati dal Parlamento, per le spese pubbliche, per le energie sostenibili, il riassetto del territorio, le infrastrutture materiali e immateriali – scuola, sanità, previdenza, ecc -, per diminuire le tasse o per aumentare direttamente il reddito delle famiglie, o anche per un reddito garantito. O per prestarlo alle banche e alle aziende private, ma dietro interesse.
Le banche invece non potrebbero più creare moneta: tornerebbero a fare il loro antico e tradizionale mestiere, cioè diventerebbero intermediari finanziari nel senso proprio del termine – così come viene descritta l'attività bancaria nei libri di testo -. Si occuperebbero di raccogliere i risparmi delle famiglie per riversarlo nell’economia sotto forma di prestiti e investimenti. Tornerebbero a essere quelle che erano prima della moneta