Mistero Magazine

Ritorno al posto TRANQUILLO

n ritorno degli horror in sala da fuochi d’artificio anche se, in questo caso, le esplosioni pirotecniche sono le ultime cose che vorreste qualora foste i protagonisti di questa pellicola., abbiamo imparato che il silenzio è la principale arma per sopravvivere. Nell’atteso sequel targato John Krasinski, , continuiamo ad apprezzare l’importanza dell’assenza forzata del suono, nonostante il break narrativo iniziale a tratti destabilizzante, soprattutto per i cultori del primo capitolo. In realtà è un abile espediente che permette ai neofiti di godersi uno spettacolo post apocalittico caratterizzato dall’ambizione di voler essere più di un semplice sequel. Escludendo un inizio utile a contestualizzare l’arrivo dei cattivissimi alieni, tutto comincia dai frame immediatamente successivi alla chiusura del primo film. Ritroviamo la famiglia Abbott privata della sicurezza del padre, ucciso nel primo capitolo, alle prese con l’unica attività possibile in questo mondo devastato: sopravvivere. Riecco mamma Evelyn, i figli Regan e Marcus, e il neonato, vera bomba a orologeria che con il suo pianto potrebbe innescare reazioni a catena drammatiche. Gli alieni, attirati dai rumori, hanno decimato la popolazione mondiale. Per questo motivo, l’uomo è costretto a comunicare a gesti o, in alternativa, può avventurarsi in rischiosissimi sussurri. Ma come spesso accade nei film in cui l’umanità è costretta a sopravvivere sui resti di una civiltà spazzata via da agenti esterni, al problema principale si aggiunge sempre la cattiveria e la pericolosità dei superstiti: gli altri. Al grido ciceroniano di , schivare gli attacchi alieni, in questo nuovo capitolo, rappresenta solo il 50 per cento del dramma mondiale. Krasinski riesce ancora una volta a catturarci e spaventarci attraverso un survival movie apparentemente privo di obiettivi, se non quello di restare vivi. La bravura del giovane regista statunitense risiede proprio nel costruire ogni scena dal filo narrativo piuttosto lineare e non complesso, in modo perfettamente funzionale a mantenere sempre alto il livello di tensione. Un film ideato con l’intenzione di coinvolgere tutto il pubblico, sollevato dall’esclusività tipica di un racconto sviluppato in capitoli. Krasinski mostra tutta la sua bravura sfruttando al massimo due linee narrative che si intrecciano, instaurando un rapporto con il pubblico fatto di silenzi esaltatori di tensione.e.

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