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Delos Science Fiction 220
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E-book92 pagine56 minuti

Delos Science Fiction 220

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Fantascienza - rivista (60 pagine) - Nel numero 220 di Delos Science Fiction uno speciale dedicato alla prima antologia italiana di Solarpunk.


La fantascienza deve essere ottimistica o pessimistica? Può esistere una science fiction che guarda allo sviluppo sostenibile della società nel suo insieme? La risposta a queste due domande è sì. Se volete una risposta ancora più precisa allora la parola chiave è Solarpunk.

Che cos’è il Solarpunk? Potremmo definirla come una visione positiva del nostro futuro, che mette insieme alcuni cambiamenti che sono auspicabili nel nostro presente, come la svolta green, l’uso sempre più delle cosiddette energie rinnovabili, la lotta al cambiamento climatico, la valorizzazione dell’artigianato, un cambiamento totale a favore di una società equa, solidale, accessibile per tutti, in cui ogni minoranza viene adeguatamente rappresentata.

Intorno a quest’idea, lo scrittore premio Urania Franco Ricciardiello ha chiamato 11 scrittori italiani per realizzare la prima antologia di Solarpunk tutta italiana. Il risultato è Assalto al sole. La prima antologia solarpunk di autori italiani, oggetto dello speciale del numero 220 di Delos Science Fiction, la nostra rivista di approfondimento. Pubblichiamo l’introduzione all’antologia di Ricciardiello ed una recensione del curatore di Delos Science Fiction Carmine Treanni.

Nello spazio dedicato alle rubriche, Giuseppe Vatinno analizza le armi aliene e terrestri del cinema di fantascienza degli anni Cinquanta, mentre in anteprime dal futuro scopriamo il nuovo romanzo della saga di Dune, incentrato sulla figura del Duca Leto.

Nei servizi, invece, Arturo Fabra ci porta nei meandri di Dark, una delle serie TV più interessanti degli ultimi anni, mentre Vincenzo Graziano ci racconta della recente scoperta dell’esistenza su Marte di acqua salata, che vede coinvolti anche ricercatori italiani, e infine, si analizza del nuovo libro di Filippo Radogna, formato da interviste ad alcuni dei protagonisti della fantascienza e del fantastico italiano.

Il racconto di questo mese è di Annarita Stella Petrino.


Rivista fondata da Silvio Sosio e diretta da Carmine Treanni.

LinguaItaliano
Data di uscita3 nov 2020
ISBN9788825413588
Delos Science Fiction 220

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    Anteprima del libro

    Delos Science Fiction 220 - Carmine Treanni

    Petrino

    Thread

    Contro i cinecomic

    Per Scorsese non sono cinema, per Coppola fanno schifo, per Alan Moore hanno rovinato la cultura.

    Articolo di Carmine Treanni

    E' questo il titolo ufficiale di Avengers 4?

    Il primo a scatenarsi contro i cinecomic della Marvel, ma il discorso può essere generalizzato ai film tratti dal fumetto supereroistico, è stato il regista Martin Scorsese che in un’intervista alla rivista Empire dell’ottobre del 2019, pronunciò la seguente frase: 

    I film Marvel? Non li capisco, ci ho provato sapete? Ma quello non è cinema. Davvero, per quanto siano fatti bene, con attori che fanno del loro meglio in quelle circostanze, la cosa più vicina a cui mi fanno pensare sono i parchi di divertimento. Non è il cinema di quegli esseri umani che cercano di trasmettere esperienze emotive e psicologiche gli uni agli altri.

    A rincarare la dose ci ha pensato, subito dopo, un altro grande regista, Francis Ford Coppola, che ha dichiarato:

    Quando Martin dice che i film della Marvel non sono cinema ha ragione, perché noi ci aspettiamo di imparare qualcosa dal cinema, di ricevere qualcosa, un'illuminazione, conoscenza, ispirazione… Ma non conosco nessuno che abbia imparato qualcosa dal vedere lo stesso film in continuazione. Martin è stato generoso a dire che non sono cinema e non ha detto che fanno schifo, come io penso.

    Ovviamente le frasi di questi due mostri sacri del cinema hanno scatenato una polemica infinita, con la replica piccata di attori e registi che ai cinecomic Marvel e DC hanno partecipato.

    Ora, un altro mostro sacro, ma stavolta del fumetto, ha preso le distanze da questi film e non è la prima volta per lui. Stiamo parlando di Alan Moore, autore di raffinate opere di letteratura a fumetti quali Watchmen, V For Vendetta e From Hell, che ha recentemente dichiarato in un’intervista al sito Deadline, a proposito dei cinecomic:

    No, non ne guardo nessuno. Tutti quei personaggi sono stati rubati ai loro autori, tutti. Si portano tutti dietro una lunga fila di fantasmi. Nel caso dei film Marvel si tratta di Jack Kirby. Non provo alcun interesse per i supereroi, furono un'invenzione degli ultimi anni '30 destinata ai bambini, ed erano ottimi come forma d'intrattenimento per bambini. Ma se cerchi di farli diventare una cosa da adulti allora diventa una cosa grottesca.

    E, poi, ha aggiunto:

    La maggior parte delle persone paragona i fumetti ai film con i supereroi. Questo aggiunge un altro livello di difficoltà per me. Non ho visto un cinecomic dai tempi del primo Batman di Tim Burton. Hanno rovinato il cinema, e la cultura. Diversi anni fa ho detto che mi sembrava un campanello d’allarme vedere centinaia di migliaia di adulti in fila per vedere personaggi creati 50 anni fa per intrattenere ragazzini dodicenni. Sembrava presagire una specie di volontà di scappare dalla complessità del mondo moderno, e tornare a ricordare l’infanzia in maniera nostalgica. Mi sembrava pericolosa, stava rendendo la popolazione infantile. 

    Insomma, autorevoli bordate su un pezzo notevole dell’industria cinematografica americana, che però ci sembrano immeritate. Non vogliamo, tuttavia, intavolare una difesa tout court sui cinecomic sottolineando che anche questo genere di film hanno un messaggio da offrire, così come i film d’autore. Crediamo, tuttavia, che ci siano poche ma semplici ragioni per cui i film che hanno per protagonisti i supereroi abbiamo diritto di esistenza.

    Lasciamo per il momento da parte la questione degli incassi, che da sola potrebbe anche bastare.

    La prima è banale constatazione è che comunque sono dei film, possono piacere o non piacere, ma sono dei regolari prodotti dell’industria cinematografica e in quanto tali non i può dire che non sono cinema (vero Martin?).

    La seconda ragione è, ancora più semplice: non è che tutti i film debbano per forza avere un messaggio universale e indurre ad una riflessione. Anzi. Il cinema nasce anche per stupire, è uno spettacolo, è intrattenimento. Uno dei suoi pilastri è proprio quello di concederci una pausa dal tran tran quotidiano, quindi se ci fa divertire per due o tre ore circa ben vengano i film di cinecomic.

    Infine, se c’è un gran numero di spettatori che va a vedere questi film vuol dire che in un modo o nell’altro attraggono le persone, un gran numero di persone.

    Il cinema, in fondo, esiste o non esiste proprio grazie agli spettatori.

    26 ottobre 2020 https://www.fantascienza.com/26282/contro-i-cinecomic

    Anteprime dal Futuro

    Dune: un romanzo sul Duca Leto

    Libri in uscita sul mercato anglosassone e che forse, un domani, potremmo leggere anche nel nostro Paese. O magari anche oggi.

    Articolo di Redazione

    Una nuova trilogia di Dune 

    In attesa del nuovo film di Denis Villeneuve tratto dalla saga di Frank Herbert, Dune si arricchisce di nuovi romanzi, grazie a Kevin J Anderson e Brian Herbert.

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