FORZA DELLA NATURA
Benioff ha coltivato un eclettico mix di amici molto conosciuti. Tra le celebrità che lo circondano, ci sono la vice presidente Usa Kamala Harris, il comico Chris Rock, il Ceo di Dell Technologies Michael Dell, il musicista Bono, l’attore Matthew McConaughey, l’illusionista David Blaine, la primatologa Jane Goodall, il Ceo di General Motors Mary Barra, il musicista Neil Young, il musicista Lenny Kravitz, il batterista dei Metallica Lars Ulrich, il fondatore del World Economic Forum Klaus Schwab e il musicista Will.i.am
MARC BENIOFF, il Ceo di Salesforce, è in ritardo. Alla sua stessa intervista. In casa sua. Aspetto che arrivi nel suo giardino, con vista sulla Baia di San Francisco. È un meraviglioso giorno di primavera se si considerano gli standard locali, il che significa che a metà giornata la nebbia sta cominciando a diradarsi. Se guardo attentamente, vedo l’immagine sfocata del Golden Gate all’orizzonte. I gabbiani volano in cielo. A rompere il silenzio, le onde. Non è un brutto posto dove attendere. A cincischiare in giro ci sono anche una manciata di dirigenti Salesforce; anche loro sono qui per un meeting con Benioff. Uno di loro, chief designer officer dell’azienda, è connesso in remoto. Il suo viso appare su un monitor scarrellato fino al luogo del meeting. Ogni tanto chiede: ”Marc è arrivato?”. Non è chiaro dove sia il Ceo o cosa stia facendo. Ma nessuno sembra stupito della sua assenza. Passano trenta minuti. Un’ora. Dove si è cacciato? Le possibilità sono infinite: potrebbe essere occupato a messaggiare con la primatologa Jane Goodall, o a parlare con il suo amico Matthew McConaughey, che ha detto in passato di sentirsi “ispirato” dalla leadership del Ceo. O forse è in videochiamata con Bono, perché no? Se si passa un po’ di tempo con Benioff, si capisce che queste sono tutte cose plausibili, nel suo mondo. Pochi Ceo hanno raggiunto lo status di rock star di Benioff, completo di puntuali ritardi e “tour mondiali”, come Salesforce chiama l’inesauribile serie di eventi globali messi in scena dall’azienda (durante i quali di solito Benioff è l’ospite principale). Ha un prodigioso seguito sui social media: su Twitter ha un milione di follower. Ha scritto libri ed è diventato un titano dell’editoria, con l’acquisto nel 2018 di Time, che ha comprato con Lynne Benioff, sua moglie da 15 anni. Ospita i pranzi e le feste più ambite di Davos, l’appuntamento invernale del World Economic Forum sulle Alpi svizzere. E usa tutte queste piattaforme per evangelizzare non solo i prodotti della sua azienda ma anche la sua lista di buone cause, dall’aiuto ai senzatetto al salvataggio del pianeta.
Sembra quasi una questione di coerenza per il Ceo, alto 195 cm: affronta solo sfide gigantesche. Questo è anche il credo manageriale che guida Salesforce, l’azienda che ha co-fondato nel 1999. E che guida da ormai 20 anni, e che negli ultimi dieci ha visto crescere i ricavi più velocemente di qualsiasi altra azienda di software. Nella Fortune 500, solo un’altra grande azienda tecnologica, Facebook, ha registrato un tasso di crescita più alto
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