LA MERAVIGLIA TI SORPRENDE ALL’IMPROVVISO , al termine della regionale Maremmana. Dopo un lungo rettilineo la strada entra in un boschetto e poi piega a sinistra, sfiorando la chiesa della Madonna delle Grazie. Una curva a gomito verso destra crea una terrazza naturale. Bisogna fermarsi e prendere fiato. È da qui che Pitigliano appare maestosa all’occhio di chi la visita per la prima volta.
Appollaiata su uno sperone, di un giallo scuro come, un’area ricca di bellezze naturali e urbane. A pochi chilometri ecco le , e . Poco più in là la medievale , con i suoi vini, e dalle ciclopiche mura. La provincia è quella di ma non è poi così lontana. Pitigliano in questo contesto appare la regina delle cittadelle maremmane. Passeggiare tra i suoi vicoli permette di percepirne la sua storia anche tormentata e caratterizzata dalla presenza di una delle più potenti famiglie nobili romane, gli Orsini, capaci di resistere per secoli agli assalti dei Medici fiorentini. Oggi Pitigliano ospita una comunità di artisti ed artigiani, negozi di antiquariato e modernariato, ristorantini tipici, gallerie. Nella piazzetta centrale ecco il simbolo del paese: l’alto campanile medievale, in tufo, della barocca . In una frazione di uno dei suoi quattro rioni sorge quella che viene chiamata la . Qui furono costretti a trasferirsi molti ebrei residenti nello Stato Pontificio a causa delle bolle papali del 1555-1569. Venne edificata una piccola sinagoga e nacque il ghetto di Pitigliano. Oggi, a memoria del periodo in cui gli ebrei popolavano numerosi le stradine del paese, ancora sono in funzione un forno Kosher e una cantina. Le prime notizie di Pitigliano sono datate 1061 ma l’area era già abitata ai tempi degli etruschi che hanno lasciato, come i romani dopo di loro, molte testimonianze. Qui si trovano anche decine di colombari sparsi tutto intorno al borgo, ambienti scavati direttamente nel tufo caratterizzati dalla presenza di centinaia di piccole nicchie. Per secoli l’origine di questi ambienti è rimasta avvolta nel mistero: spazi per urne cinerarie o per l’allevamento di colombi? Gli studiosi, divisi, propendono più per la seconda curiosa ipotesi. La gita ideale consiste in un bagno rigenerante nelle calde acque di Saturnia, al mattino, e poi una lenta visita al borgo di Pitigliano. Fermatevi a dormire in uno dei tanti bed & breakfast e il giorno dopo ripartite per le vicine Sorano e Sovana. Se la prima vi sembrerà la gemella di Pitigliano la seconda, Sovana, vi colpirà per le sue dimensioni: una sola strada, la piazza centrale lastricata con le “spaccate”, tipici mattoncini rossi fatti a mano. Qui sorge la casa che diede i natali al futuro Papa Gregorio VII, il palazzo del Archivio con il suo orologio comunale e qualche chiesetta. Tutto intorno ulivi, vigne e boschi a perdita d’occhio. Una cartolina perfetta della Maremma più autentica. Chiudiamo con qualche breve cenno enogastronomico: a pranzo non perdete l’occasione di assaggiare i . Si tratta di un primo piatto tradizionale della bassa Maremma, condiviso anche con altre zone della Toscana. Questo tipo di pasta ricorda degli spaghetti più corti e larghi. Qui i ristoranti e i negozi li propongono già impastati con polvere di tartufo o porcino.