ALESSANDRO ARRIGHI
Medico Veterinario libero professionista, Roma
L L’agilità e la potenza muscolare dei felini riescono il più delle volte a mascherare molto bene il problema, ma non è così raro che qualche proprietario particolarmente attento riferisca al veterinario che il gatto Tra le artropatie infiammatorie possiamo distinguere quelle infettive (batteriche, virali o altro), rare, e quelle non infettive, per lo più immuno-mediate. Tra le patologie più propriamente degenerative riconosciamo la primaria (artrosi in genere legata all’età molto avanzata) e le secondarie (esito di traumi mal curati o di precedenti fratture, lussazioni recidivanti, rotture legamentose, malattie metaboliche o neoplastiche). Parliamo ora di terapia. I gatti non sono buoni candidati alle classiche cure con anti-infiammatori non steroidei (fans) perché il loro fegato non riesce a metabolizzarli bene. Negli ultimi anni sono state brevettate alcune molecole utilizzabili nei felini (Meloxicam, Robenacoxib e altre), tuttavia tali farmaci possono essere impiegati solo per periodi molto brevi, e ciò è un grave limite dal momento che le patologie articolari sono per lo più croniche. Un buon aiuto può essere l’impiego di integratori a base di Glucosamina, Condroitin Solfato e sali minerali, che agiscono come fattori trofici. Quando a essere malata è una sola articolazione si può utilizzare la terapia infiltrativa locale. Nelle artropatie secondarie (a malattie metaboliche, neoplasie, disendocrinie ecc….) è ovvio che per arrivare a una soluzione definitiva sarà necessaria la cura del problema sottostante.