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Linfedema: Spunti pratici per la terapia multidisciplinare
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E-book182 pagine2 ore

Linfedema: Spunti pratici per la terapia multidisciplinare

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Info su questo ebook

Il libro nasce nel trasmettere i dati scientifici acquisiti in più di vent’anni di pratica clinica dando delle informazioni in chiave semplice ed aggiorante alla letteratura scientifica, su questa patologia cronica, nell’intento di migliorare al massimo lo stile di via della persona portatrice.

L'autore
Alberto Cataldi, nato nel1965, medico chirurgo autore di libri in ambito medico e fantasy, studioso di scienze iniziatiche.
LinguaItaliano
Data di uscita27 apr 2020
ISBN9788835815938
Linfedema: Spunti pratici per la terapia multidisciplinare

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    Anteprima del libro

    Linfedema - Alberto Cataldi

    Ringraziamenti

    Premessa

    Iniziamo a parlare di linfedema una malattia grave, invalidante e fastidiosa nel quotidiano vivere, che riduce notevolmente la qualità di vita.Insieme tra domande e risposte affronteremo non solo i consigli pratici quotidiani, ma anche come alimentarsi, scegliendo lo stile di vita più adeguato ed idoneo possibile, basandosi anche sui principi di genetica correlati al gruppo sanguigno. Inoltre richiameremo alcuni aspetti di terapia complessa che sarebbe da estendere a 360 gradi nella cura e gestione del linfedema. Iniziamo a vedere anche il linfedema come un meccanismo di compenso alla carenza o al malfunzionamento dei vasi linfatici, dunque una disfunzione.

    La prima domanda da porsi è la seguente: cosa intendiamo per linfedema?

    Il linfedema è una malattia del sistema linfatico primitiva o secondaria; intendendo con il termine primitiva l'assenza o ridotta presenza o mal funzionamento dalla nascita del sistema linfatico, e secondaria in seguito ad un altro processo patologico; ovvero,se uno nasce con il danno geneticamente presente si chiamerà linfedema primitivo precoce, raramente presente già nel nascituro; oppure secondario ad un processo patologico che lo ha facilitato, linfedema tardo congenito oppure causato, linfedema secondario vero.Il linfedema primitivo alla nascita è rarissimo e spesso si associa ad altri difetti congeniti.

    I linfedemi tardi o secondari sono sicuramente più frequenti nell'osservazione clinica, e nell'anziano, sicuramente i secondari sono frequentissimi ed associati spesso ad obesità.Infatti, vi sono pazienti con obesità patologica che non sviluppano mai linfedema, sicuramente agisce come cofattore ma non ne è esclusivamente la causa.Dunque la cura del linfedema deve prevedere un approccio a trecentosessanta gradi se vogliamo ridurne l'evoluzione e stabilizzarne la malattia.Abbiamo già compreso che il linfedema secondario è il più diffuso poiché si presenta associato a varie patologie: obesità, cardiaca, renale, infettiva, neoplastica, reumatologica, neurologica, etc.

    L'alimentazione gioca, in tutte queste forme sia primitive che secondarie, un ruolo di primaria importanza oltre all'attività fisica adeguatamente calibrata ed alle adeguate precauzioni e terapie.

    Adesso dovremmo introdurre qualche concetto anatomico e funzionale per spiegare sia come funziona il sistema linfatico, sia come esso possa mal funzionare e vedremo a seguire le strategie alimentari e gli ulteriori consigli quotidiani che possono ottimizzare questa patologia. Buona lettura.

    Anatomia funzionale e fisiopatologia del sistema linfatico.

    In questo capitolo non svilupperò approfonditamente le tematiche inerenti a quest'argomento, ma spiegherò alcuni concetti per comprenderne la patogenesi, ovvero come il linfedema si instaura nel corpo o in una parte di esso, a parità di condizioni di partenza.Nel corpo umano esiste un sistema di viabilità (il sistema vascolare), nel quale scorre un fluido viscoso, rappresentato dal sangue, esso è costituito da una parte corpuscolata (le cellule ematiche: globuli rossi, globuli bianchi e piastrine) e la parte fluida (il siero). Questo sistema serve per portare le sostanze nutritive agli organi e tessuti (sistema arterioso) ed un sistema di drenaggio, in uscita dagli stessi, delle tossine del metabolismo (sistema venoso).

    Il sistema vascolare è apparentemente chiuso, in realtà in base alle variazioni del metabolismo e delle pressioni vasali ed interstiziali del distretto più fine, di questo impianto idraulico (il sistema capillare), perde dei liquidi che regolarmente si accumulano nei tessuti durante lo scorrere delle ventiquattro ore. La notte quando prevale il i sistema parasimpatico (riduzione della pressione arteriosa, minore attività fisica, minore attività d'organo, attività anabolica o attività d'accumulo, etc) vengono facilmente riassorbiti, essendo anche assente l'effetto gravitazionale esaltato durante la posizione eretta. Al mattino, quando prevale il simpatico (aumento della pressione arteriosa, dell'attività fisica, dell'attività d'organo, attività catabolica o di demolizione, etc) vengono maggiormente perduti ed accumulati.

    Dunque, esiste un sistema nervoso autonomo, che agisce da solo, senza bisogno del controllo volontario, che regola i due sistemi che rincontreremo. Della presenza di questo ciclo circadiano, nessuno ci fa caso, fin quando funziona in maniera ottimale il sistema linfatico, ma quando iniziano ad esserci dei deficit, per varie ragioni, del "sistema di sentina, i liquidi si accumulano nei tessuti e la fase di riposo, non sarà più sufficiente a farli rientrare nel sistema vascolare principale, instaurandosi così, il segno clinico dell'edema, ovvero il gonfiore dell'area deficitaria.

    Fisiologicamente i liquidi persi dal sistema vascolare devono essere riassorbiti dal sistema linfatico che agisce come un sistema di pompe di sentina di una nave, ovvero, rimuove le perdite presenti tra i tessuti. Ma cos'è il sistema linfatico? Come è fatto?

    Come il sistema arterioso ed il sistema venoso sono fatti da vasi, immaginiamole come delle tubature idrauliche, anche il sistema linfatico ha le stesse caratteristiche, solo che i linfatici sono più delicati ed hanno meno tonaca muscolare dei vasi venosi, pur presentando un sistema che agisce come un imbuto che raccogliendo dai capillari la linfa interstiziale la convoglia e la concentra in un unica via principale: i collettori. Essa viene convogliata nei collettori secondari, passando nei collettori principali e nel dotto addominale che termina nel torace (dotto toracico). I vasi sono costituiti da una parete ed un lume. La parete presenta tre strati: l'endoteliale (quello più interno, detto intima), la tonaca media (la parte intermedia) e la tonaca avventiziale (la parte esterna in contatto con i tessuti); mentre l'endotelio è in contatto con il sangue e le sue variazioni emodinamiche. La velocità di parete el vaso è vicino a zero nei vasi con un vettore di picco centrare dove il sangue scorre al massimo della velocità in condizioni di adeguata gittata cardiaca e di elasticità vascolare. I vasi linfatici più fini presentano all'interno delle valvole anti-reflusso, che per la loro particolare forma e funzione vengono chiamate valvole ad imbuto. Esse sono valvole unidirezionali che impediscono il reflusso di linfa verso la periferia, generando un sistema a senso unico verso il cuore.Tra i sistemi dei dotti collettori secondari ed i principali sono disposte in specifiche sedi delle strutture organizzate anatomicamente, che prendono il nome di linfonodi (in passato glandule linfatiche o in gergo ghiandole, oppure linfoghiandole). Queste sono addette al controllo immunitario e rappresentano dunque un sistema di controllo molecolare detto in gergo sistema difensivo (sistema linfonodale) ed un sistema di filtraggio. Tutte le principali stazioni linfatiche linfonodali sono localizzate nei punti di giunzione del corpo, articolazioni principali o nei punti di diramazione dei sistemi vascolari principali o peri-organo nella parte viscerale (intra-addominale o toracico) e drenano dunque la linfa, che man mano che viene concentrata con vari sistemi, cambia le sue caratteristiche, portando verso il cuore e dunque verso il circolo ematico molecole e sostanza macromolecolari che hanno subito un controllo immunologico ed una adattamento qualitativo, dunque viene controllata ed adattata l'omeostasi dei fluidi filtrati. La presenza di linfonodi in rapporto con le giunture rappresenta una risposta al sovraccarico funzionale di controllo anche questo dell'eccesso di reazione allo stress articolare e dei potenziali patogeni che dalla periferia potrebbero accedere al sistema centrale.I linfonodi sono dunque stazioni di filtraggio, e controllo immunitario di molecole complesse e semplici, e stabilizzanti l'omeostasi dei fluidi corporei. Fino a poco fa si pensava che il sistema nervoso centrale non avesse un sistema linfatico, e non comunicasse con il sistema immunitario.Come si poteva concepire tutto ciò e non immaginare che il sistema nervoso avesse un suo sistema linfatico? In realtà esso è immerso nella linfa (liquido cefalo rachidiano) e questa viene regolata anche da rapporti che si hanno tra le membrane che lo proteggono (la dura madre-aracnoide-pia) ed il sistema fasciale superficiale; inoltre, il sistema immunitario invia segnali chiari al sistema nervoso centrale, infatti nel corso degli studi di medicina, mi meravigliavo che l'unico meccanismo fosse la variazione di temperatura, di pressione arteriosa, etc.

    Questi dati sono noti da pochi anni, anche se già in passato si erano osservate ed ipotizzate varie connessioni con il sistema nervoso centrale, non solo fisico-strutturali ma anche biochimiche.. A tal punto è doveroso ricordare che la maggior parte del sistema immunitario del corpo umano, è presente nell'apparato oro-gastro-intestinale, circa il 70-75%, mentre il 10-15% nelle mucose dell'apparato respiratorio ed il resto distribuito nel corpo (10-20%). Questo per far dirigere l'attenzione del lettore, sull'importanza fondamentale che l'apparato intestinale gioca nel sistema di difesa e comunicativo.

    Ad esempio durante la notte le cellule bianche del sistema immunitario, migrano tra i vari organi linfoidi, questo implica che la cena svolge un ruolo fondamentale sulla metabolizzazione degli allergeni e dunque sulla risposta immunitaria.

    Allergene è quella sostanza che può dare una reazione immunitaria di tipo allergico, ma se lo vediamo in termini allargati, attivante o inibente su determinate funzioni e non sono loco-regionali!Non entrerò nei dettagli di questi aspetti, come avevo già accennato, ma cercherò in parole semplici di spiegare come tale sistema funzioni. Per gli aspetti immunitari e le correlazione con gli alimenti si rimanda all'ebook: Stile di vita: la dieta ABO. Evidenze scientifiche dello stesso autore troverete altri spunti di riflessione ed applicativi.La linfa dopo che è stata controllata a livello linfonodale, senza dare segnali d'allarme immunitario, ritornerà nel sistema venoso centrale a livello del cuore. Questo implica che se abbiamo un cuore che lavora male, che ha una bassa frazione di eiezione (quantità di sangue che esce dal cuore ad ogni contrazione), sarebbe sufficiente a spiegare l'edema degli arti inferiori ed a volte in base alla gravità della malattia, anche degli arti superiori o di tutto il corpo in questo caso si parlerà di anasarca.

    Finora abbiamo parlato di edema e linfedema, ma cosa vuol die la parola edema? La parola edema vuol dire gonfiore utilizzata nel XVII secolo con tale significato, ma per i greci voleva significare ingrosso, gonfio.

    Si intende per linfedema dunque un gonfiore che insorge in una parte del corpo senza evento acuto, con andamento cronicizzante. Ad esempio in una distorsione di caviglia, si genera per il trauma dei tessuti un edema secondario al danno meccanico o al semplice stupore dei linfatico, ovvero come risposta della reazione infiammatoria tissutale, e di norma questo tipo di edema regredisce con il miglioramento della distorsione; in certi casi, però. se il trauma è stato generato da molta energia, potrebbe rivelare o un pregresso linfedema sub-clinico, che prima di quel momento non aveva dato segno di se, oppure un peggioramento del quadro distorsivo non adeguatamente trattato (linfedema secondario post-traumatico).

    Una delle cause, spesso presa in causa negli edemi degli arti inferiori è il peso corporeo, sicuramente gioca un ruolo importane, nel paziente con linfedema, ma non ne è la causa!

    Il ruolo dell'ipomobilità associata al peso sicuramente potrebbe influire sulla prognosi della malattia a parità di condizioni di partenza. Seguo da anni pazienti obesi, con obesità patologica grave-severa, che non hanno mai sviluppato linfedema, mentre spesso lo si vede in soggetti magri anche senza carenze di proteine, ma di questo vedremo man mano. Occorre uscire dall'idea clinica che in un paziente obeso portatore di linfedema, sia proprio l'obesità la causa principale dello stesso, in questo caso vuol dire che le cause alla base del linfedema sono state ignorate. Ricordo che normalmente il paziente viene dal medico per farsi aiutare e non certo per passarsi il tempo, ed anche vero che esistono pazienti ipocondriaci, che si ammalano per cercare aiuto in altro senso, ma anche questi chiedono aiuto, perché da soli non riescono ad uscire dal labirinto dell'ipocondria.

    Dunque vi sono soggetti magri con linfedema primitivo e vi sono soggetti obesi senza alcun segno di linfedema per tutta la loro vita. Ad esempio nel paziente obeso, un dato che viene spesso sottovalutato è che se il grasso ha un accumulo extra-viscerale sicuramente darà meno problemi, rispetto alle persone che lo accumulano a livello viscerale. A tal punto, ricordo come accenno, che gli organi che normalmente utilizzano gli acidi grassi per lavorare sono il cuore, i reni (questi se sotto sforzo prolungato o in condizioni di stress) ed il cervello in digiuno prolungato!

    Ad esempio in gravidanza si da tanta importanza al peso della madre ma non agli alimenti che essa ingerisce regolarmente, anche se esistono studi scientifici che dimostrano l'influenza della tipologia degli alimenti sul nascituro (embrione-feto). La domanda provocatoria a questo punto sarebbe: "E se fosse proprio l'alimentazione a facilitare le malattie? Abbiamo detto che il sistema immunitario prevalentemente è nelle vie digerenti e nelle vie respiratorie. Nel primo caso gli alimenti persistono in contatto con il microbioma intestinale e con le mucose per più tempo, per la via respiratoria l'aria entra ed esce più velocemente, dunque l'esposizione alle sostanze necessita di maggior tempo, sempre a parità di patologia nelle malattie croniche polmonari (BPCO – broncopatia cronico ostruttiva o nell'enfisema bolloso) lo stazionamento dei gas è fortemente alterato e questo innesca facilmente un iperattivazione del sistema immunitario in tali distretti. La scienza ci ha dimostrato che abbiamo batteri ovunque, come pure miceti e virus, ma cosa permette ad essi di diventare patogeni? Si dice un calo delle difese immunitarie, va bene, ma cosa riduce le difese immunitarie? A volte mi sento dire il clima, si sicuramente ci

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