LA CREATIVITÀ, SECONDO BRUNO MUNARI — uno dei più brillanti protagonisti del design e dell’arte italiana del XX secolo — è una questione collettiva. A chi progetta i beni che entrano nel tessuto degli usi, dei consumi e delle abitudini quotidiane, appartiene la responsabilità di unire fantasia e ragione, modellare la forma sulla funzione e, possibilmente, replicare quello che la natura fa ogni giorno: adattarsi al cambiamento, plasmando la fisionomia degli oggetti per adeguarla al loro uso. Ha elogiato l’arancia con i suoi spicchi ben proporzionati e la scorza semplice da sbucciare, i piselli e le loro “pillole” strette in pratici “contenitori bivalve” e probabilmente, avesse assistito alla “rivoluzione bianca” degli ultimi anni, avrebbe detto la sua anche a proposito del pane.
Se proprio nella Milano del grande design è germinata, agli inizi dei Duemila, la nuova energia della panificazione contemporanea — attorno all’alimento che forse più a fondo e dai tempi più antichi intreccia la vitalità del mondo