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Le Donne Del Pane. Cuti: storie di rughe, profumi e memorie
Le Donne Del Pane. Cuti: storie di rughe, profumi e memorie
Le Donne Del Pane. Cuti: storie di rughe, profumi e memorie
E-book117 pagine58 minuti

Le Donne Del Pane. Cuti: storie di rughe, profumi e memorie

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Info su questo ebook

Nelle parole di nonna Marietta ho sentito il respiro, l’anima di quel vissuto, di quel mondo così lontano e la gioia nei suoi occhi di farmi partecipe del racconto. Mentre mi spiega e mima la “sçanatura”, dal suo viso pieno di rughe traspare la donna autentica di un tempo, la passione e l’amore nel fare il pane. Sento le sue preoccupazioni nell’accudire la famiglia, sento la sua vitalità di donna abituata a sopravvivere, sostenere ogni giorno la vita in un’epoca povera, sotto le disgrazie di una guerra interminabile e inutile.
LinguaItaliano
Data di uscita4 apr 2014
ISBN9788868221607
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    Anteprima del libro

    Le Donne Del Pane. Cuti - Pina Oliveti

    PINA OLIVETI

    Le donne del pane

    Cuti: storie di rughe, profumi e memorie

    Pubblicato in collaborazione con il Panificio Gallo Vincenzo & C.

    Via A. De Gasperi . STr.1, n.5 -87054 Rogliano

    Tel. (0984) 961061

    Sito internet: www.panecuti.it

    E-mail: panecuti@libero.it

    Proprietà letteraria riservata

    © by Pellegrini Editore - Cosenza - Italy

    Edizione eBook 2014

    ISBN:978-88-6822-160-7

    Via Camposano, 41 - 87100 Cosenza

    Tel. (0984) 795065 - Fax (0984) 792672

    Sito internet: www.pellegrinieditore.com

    www.pellegrinilibri.it

    E-mail: info@pellegrinieditore.it

    I diritti di traduzione, memorizzazione elettronica, riproduzione e adattamento totale o parziale, con qualsiasi mezzo (compresi i microfilm e le copie fotostatiche) sono riservati per tutti i Paesi.

    "A mio marito e ai miei figli, il mio sostegno

    a Gina, la mia guida

    a tutti quelli che c’erano, che sono andati via

    ma che nonostante tutto rimangono."

    I tempi sono tre:

    Presente del passato,

    Presente del presente,

    Presente del futuro.

    Questi tre tempi

    Sono nella mia anima

    E non li vedo altrove.

    Il presente del passato è la memoria;

    Il presente del presente la percezione;

    Il presente del futuro l’attesa

    Santo Agostino, Le confessioni, libri XIII, XI

    Prefazione

    La storia del cibo è storia di popoli

    La Calabria, nel corso della sua storia, di popoli ne ha conosciuti tanti e, perciò, indagare un ingrediente, riscoprire pietanze perdute o antiche ricette significa ricercare e ricostruire percorsi identitari. Una identità non statica e monolitica ma ricca di apporti diversi, una stratificazione multietnica dove la diversità non genera diffidenza e paura ma la curiosità e la ricchezza del nuovo.

    Una ricerca sul cibo è, allora, una ricostruzione della storia dei territori, storia di uomini ma soprattutto di donne, perché il cibo è stato sempre appannaggio della donna, archetipo naturale della nutrizione, generatrice e custode della vita di cui il cibo è fonte essenziale. La trasmissione di questi saperi avviene per via femminile, da madre a figlia, da nonna a nipote, attraversando le generazioni per via matrilineare.

    Se questo è vero per tutto il cibo, lo è in particolare per il pane che della vita è origine e simbolo.

    Non a caso, perciò, Pina Oliveti intitola questo suo bel libro: Le donne del pane. Sfilano nella sua memoria e nelle pagine: Flora, nonna Chella, nonna Marietta che, con un rito antico di generazioni, con gesti quasi sacerdotali, preparavano il pane in una cerimonia condivisa, perché il pane è condivisione, infatti il lievito madre, il levato, non si compra, ma si presta, si regala, si condivide perché la vita non è in vendita.

    Questo libro è un viaggio nella memoria, scandito dal profumo del pane e dei ricordi.

    Come scordare l’immagine dell’ormai anziana Flora che, insieme alla giovane Pina, cerca di ricreare quel dolce che aveva mangiato, forse anche preparato nella casa che frequentava da ragazza?

    Sembra di vedere Flora che assaggia gli impasti che Pina, di volta in volta, le sottopone cercando di coglierne il sapore. Facendo questo, lei assapora un altro dolce che esiste solo nei suoi ricordi e nella sua immaginazione. E il confronto tra quello che assaggia e quello che c’è nella sua memoria le fa proporre le modifiche, fino a quando arriva l’approvazione. La torta dell’oggi è come quella della sua giovinezza, dei suoi ricordi.

    E allora il cibo e il pane non sono solo quel poco o molto che si mangia per nutrirsi (oggi molto in fretta) ma sono cultura.

    Dalla pianura mesopotamica fino all’Egitto e a tutti i paesi bagnati dal Mediterraneo il pane, in varie forme e miscele, è diventato la fonte primaria di sussistenza, acquistando una forte valenza simbolica.

    È entrato nel linguaggio come sinonimo di vita per cui: guadagnare il pane, cercare il pane, perdere il pane sono locuzioni che significano guadagnare, cercare, perdere il lavoro e cioè la possibilità di sopravvivere; ma il pane è assurto nel Cristianesimo a simbolo assoluto, diventando corpo del Cristo, materia e centro del miracolo eucaristico.

    Il pane e il sacro hanno corso strade parallele che sono state strade di guerra, di rivolta, di dispute ma soprattutto strade di cultura e di pace.

    Perciò Pina, quando ci parla di pane non si riferisce solo a quel pane che le donne della sua infanzia sfornavano e che la sua famiglia continua oggi a sfornare con successo, ma parla della storia della sua gente, del suo quartiere, degli uomini e delle donne di Cuti, della loro vita di povertà e sacrificio, ma anche di semplicità e bellezza; ci parla della guerra e della pace, della fame e della solidarietà, dell’amore e anche di Dio.

    Cosa sarebbe il Paradiso senza un profumo buono di pane caldo che ci avvolge e ci dà pace?

    Gina Guarasci

    Premessa

    Ho sempre pensato che tutto ciò che ci lega a un territorio, a una strada, a un focolare, a dei profumi fa parte del nostro essere uomini e donne.

    I ricordi legati all’infanzia nel nostro rione li portiamo sempre nel cuore, così come i racconti dei nonni, degli zii e dei genitori ci legano per sempre a quel mondo antico ma profondamente vero, legato alla terra, ai sacrifici, al succedersi delle stagioni, dei

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