Gli ultimi due anni non sono stati facili per nessuno, men che meno per il settore automobilistico. Prima la pandemia, poi la carenza di semiconduttori e ora una guerra, inattesa e sorprendente, alle porte di un continente che sta – anzi, stava – vivendo il più lungo periodo di pace dell'era moderna. Il conflitto russo-ucraino non poteva arrivare nel momento peggiore per un'industria già alle prese con una combinazione di fattori negativi senza precedenti: la persistente, per quanto in miglioramento, crisi dei chip
è stata affiancata da difficoltà logistiche, approvvigionamenti di componentistica sempre più complicati, elevata volatilità dei cambi, continue tensioni geopolitiche e, non ultimo, un rincaro delle materie prime e dell'energia