«Bisogna scendere sul campo, vedere, verificare», dice a Quattroruote Domenico De Bartolomeo (nella foto in basso), ingegnere, già dirigente del corpo dei Vigili del fuoco e, da maggio 2021, direttore dell'Ansfisa, l'Agenzia nazionale per la sicurezza delle ferrovie e delle infrastrutture stradali e autostradali, istituita dal governo nel settembre del 2018 dopo il crollo del Ponte Morandi, ma pienamente operativa) e altre verifiche su segnalazione». Per il 2022 il programma è più ambizioso: otto audit, 29 ispezioni a campione su 400 chilometri di strade e autostrade gestiti da 12 concessionarie, con 400 opere oggetto d'ispezione, oltre a 15 gallerie della rete Ten. «Ma è solo l'inizio», avverte il numero uno dell'Ansfisa, «perché entro l'estate procederemo ad altre 275 assunzioni tra ingegneri (132), tecnici (geometri, periti) e personale amministrativo. Di queste, almeno 150 si occuperanno di strade e autostrade». Insomma, sulla sicurezza, finalmente, si volta pagina. «Quando sono arrivato in agenzia, le ispezioni sulle strade non erano ancora iniziate. Abbiamo accelerato la costituzione di una struttura molto operativa per i controlli sul campo». Basteranno questi tecnici per tener d'occhio una rete sterminata? «No», risponde senza mezzi termini De Bartolomeo. «Per verificare visivamente tutto servirebbe un esercito d'ingegneri. Ma non è così che funziona. Sono i gestori che devono controllare le infrastrutture loro affidate». A rafforzare l'incisività dell'agenzia contribuirà sempre di più la tecnologia. «Abbiamo appena stipulato una convenzione con il Cnr per verificare l'utilità dei satelliti nel controllo delle infrastrutture», spiega il direttore dell'Ansfisa, aggiungendo che «le immagini dallo spazio potrebbero andare indietro di cinque anni nel monitoraggio di un'opera d'arte e, quindi, permetterci di capire cosa è successo all'infrastruttura e al territorio in cui è inserita in questo arco temporale. Sia chiaro, non è detto che un crollo sia annunciato da un micro-movimento: a volte, un evento si verifica senza alcun preavviso apparente. Però, in generale, vogliamo studiare se con i satelliti sia possibile individuare microspostamenti prima di fare le verifiche sul posto e intercettare segnali premonitori di possibili fenomeni pericolosi». Poi ci sono i droni, che consentono di vedere là dove non si riesce ad andare fisicamente, che possono consegnare una ricostruzione tridimensionale di un'opera e che, potendo essere comandati dall'esterno o da sotto un ponte, non impattano sulla circolazione stradale. Infine, l'intelligenza artificiale «permetterà d'individuare in modo asettico, grazie ai dati provenienti da satelliti e droni, gli elementi distintivi di una possibile criticità. Questi dati possono essere valutati dalla squadra che opera sul posto, ma stiamo progettando anche una sala operativa che attiveremo nella sede di Roma, in cui un pool d'ingegneri super esperti potrà valutare le informazioni che giungeranno da remoto. Una sala operativa che dovrà colloquiare con quelle dei gestori stradali, autostradali, ferroviari e degli impianti di trasporto pubblico, oltre che con quelle della Polizia e dei Vigili del fuoco». Il futuro, insomma, è dietro l'angolo. «Stiamo cercando di portare avanti quel cambio di passo che il ministro delle Infrastrutture si aspetta proprio dall'Ansfisa», conclude De Bartolomeo.
DRONI E SATELLITI PER CONTROLLARE MEGLIO
May 25, 2022
2 minuti
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