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Civil Drones: Tactical Imagery Intelligence per la Sicurezza e la Difesa
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E-book238 pagine2 ore

Civil Drones: Tactical Imagery Intelligence per la Sicurezza e la Difesa

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Con questo saggio si vuole offrire una panoramica su come le nuove tecnologie in ambito di Civil Drones possano dare un supporto significativo per coloro che devono prendere una decisione immediata in ambito di Difesa e Sicurezza pubblica e privata. A tale scopo è di fondamentale importanza l'attività tattica di analisi delle immagini aeree acquisite dai comuni droni e posta in opera dalla figura del Tactical IMagery INTelligence(IMINT) Analyst, il quale non basandosi solamente su teorie d'intelligence o su principi concettuali, analizza e sfrutta i dati grezzi, li rielabora in forma grafica visualizzandoli su sistemi multimediali per poi renderli fruibili al decisore tattico attraverso un Report SIC. Pertanto, il "Capo", chiamato ad assumere scelte in tempo reale su situazioni anche molto delicate, necessita sia di un'interfaccia grafica semplice, attraverso mappe fotografiche aree, sia di avere un quadro completo della situazione in tempo reale. Risulta evidente dunque, quanto l'attività del Tac-IMINT Analyst, nonostante non sia pienamente affermata, rivesta un ruolo rilevante all'interno dei vari comparti e/o team d'intelligence, info-investigativi, operativi-tattici e SAR.
LinguaItaliano
Data di uscita17 gen 2023
ISBN9791221442564
Civil Drones: Tactical Imagery Intelligence per la Sicurezza e la Difesa

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    Anteprima del libro

    Civil Drones - Sabatino Coluccia

    Il nome drone è il termine più usato da tutti per indicare un velivolo pilotato da remoto.

    Coniato ufficialmente nel 1946, fa riferimento al maschio dell'ape, il fuco, che secondo una diceria, poiché i fuchi non fanno miele, arrivava a significare pigro e sfaticato', in realtà si danno un sacco da fare; non è però chiaro, a parte il riferimento alla forma dell'insetto volante, il perché sia stato scelto proprio il nome del fuco per descrivere questo tipo di aeromobile. Probabilmente il nesso è da ricercare nel fatto che il fuco è un elemento dell'alveare più sacrificabile rispetto alle controparti femminili, proprio come lo è un aeromobile senza pilota rispetto a uno con umani a bordo.

    In Italia, il drone viene chiamato con il termine tecnico APR - Aeromobile a Pilotaggio Remoto, e sta ad indicare una macchina volante caratterizzata dall'assenza del pilota a bordo. Il suo volo è controllato dal computer a bordo del mezzo aereo oppure tramite il controllo remoto di un pilota, sul terreno o in altre posizioni. Inoltre il sostantivo aeromobile sta a sottolineare che le operazioni con i droni devono rispettare le stesse norme, regolamenti e procedure degli aerei con pilota ed equipaggio a bordo.

    Con il termine RPAS - Remotely Piloted Aircraft System, utilizzato dalle agenzie internazionali per l'aviazione come l'ICAO - Organizzazione per l’Aviazione Civile Internazionale, sta a indicare sistemi che sono basati su sviluppi all'avanguardia nelle tecnologie aerospaziali, offrendo progressi che stanno aprendo nuove e migliorate applicazioni civile-commerciali, nonché miglioramenti alla sicurezza e all'efficienza dell'intera aviazione civile. Ma nonostante l'accordo internazionale sulla parola RPAS, nel resto del mondo i droni sono noti anche con altri acronimi, molti dei quali di derivazione anglosassone.

    Per la FAA¹⁸ - Federai Aviation Administration, gli UAV - Unmanned Aerial Vehicle, diventano UAS - Unmanned Aerial System mentre l'USAF - United States Air Force, utilizza il termine RPV - Remotely Piloted Vehicle, o RPA - Remotely Piloted Aircraft, per includere sia il velivolo che il pilota; altresì nel Regno Unito viene utilizzata la forma RPAS - Remotely Piloted Air System, per dimostrare la presenza dell'uomo nel ciclo del controllo.

    Il DoD - Dipartimento della Difesa, seguito dalla FAA ed AESA¹⁹ - European Aviation Safety Agency, ha adottato il termine UAS - Unmanned Aerial System, per significare che i droni sono anche degli aerei con sistemi dotati di una stazione di controllo a terra, nessi di comunicazione, sistemi di lancio e recupero, oltre al velivolo stesso.

    Pertanto, risulta così evidente che una definizione ben definita di drone non esiste ancora.

    1.1. L'evoluzione dei droni da militari a civili.

    L'origine dei droni ha inizio con la nascita dell'aviazione, quando nel vedere un velivolo in volo suscitava meraviglia e preoccupazione nelle persone di tutto il mondo. I primi dispositivi volanti privi di pilota sono stati usati durante l'assedio della città di Venezia il 22 agosto 1849, quando il generale austriaco Von Radetzky, tale tenente Franz Von Uchatius, ebbe l'improbabile idea di lanciare un attacco attraverso alcuni palloni aerostatici, senza equipaggio, caricati con circa quindici chilogrammi di esplosivo e lanciato da una nave. Dotati di un congegno di cronometraggio a carbone di legna e filo di innesco di cotone avrebbero dovuto posizionarsi al di sopra della città di Venezia, sospinti dai venti che soffiavano dal mare verso la laguna, nel momento esatto in cui il dispositivo avrebbe rilasciato le bombe di cui erano provvisti. Sfortunatamente per l'impero austriaco e per la buona sorte della città di Venezia le condizioni meteo sfavorevoli e i venti irregolari causarono il ritorno di buona parte dei palloni sulle linee austriache. L'operazione non fu un successo e non venne mai ripetuta.

    Comunque il primo volo di un veicolo aereo privo di pilota si può far risalire al 1890 quando Otto Lilienthal, un pioniere tedesco del volo, fece esperimenti con alianti privi di pilota per testare il design di veicoli alati leggeri.

    Nello stesso periodo, nel 1896, Samuel Pierpont Langley, astronomo inventore e pioniere dell'aviazione statunitense, sviluppò nuovi esperimenti con veicoli alimentati a vapore. La novità interessante era quella che i veicoli venivano lanciati con una catapulta, un metodo che ancora oggi è impiegato dai droni moderni. Il veicolo di Langley, senza pilota e senza sistema di volo, noto come Aerodrone, riuscì a volare solo per un miglio lungo il fiume Potomac, lungo la costa atlantica degli Stati Uniti. Anche se il progetto alla fine fu abbandonato, il test di volo fu significativo nel mondo dell'aviazione, perché fu il primo caso di successo di volo su una lunga distanza.

    Nonostante i successi dei test con i veicoli privi di pilota, si capì subito che era più utile avere un pilota a bordo. Lo storico volo dei fratelli Wright, due ingegneri e inventori statunitensi, annoverati tra i più importanti aviatori dell'epoca pionieristica, ha insegnato al mondo che si poteva ottenere un volo controllato usando la deformazione delle ali per gestire il rollio e l'oscillazione intorno al proprio asse longitudinale. È stata una scoperta che ha portato a un enorme progresso nell'avanzamento tecnico industriale dell'aviazione facendo da catalizzatore per la scienza aeronautica così come si conosce oggi.

    Le prime nozioni di tecnologia di un drone a quattro rotori, chiamato quadricottero, comparirono nel 1907 quando Louis-Charles Bréguet, francese e costruttore di aerei, modificò, con l'aiuto dell'amico e fisiologo, nonché premio Nobel, Charles Richet, il girocottero (o giroplano) di sua proprietà, trasformandolo in quello che si pensa essere il primo prototipo di quadricottero, assolutamente instabile, infatti si sollevò da terra per soli 60 centimetri.

    Non molto tempo dopo, Lawrence Sperry, aviatore statunitense e conosciuto come il nonno dei piloti automatici, utilizzò i giroscopi, inventati dall'azienda di famiglia, per controllare il primo pilota automatico che aiutasse i piloti a dirigere i propri aerei. Infatti, nel 1914 il pilota automatico di Sperry permise a un velivolo con pilota di volare dritto mantenendo sempre la stessa altitudine, riducendo notevolmente il carico di lavoro del pilota.

    Nel 1917, il professor Archibald Low, un consulente tecnico inglese, fisico, inventore e autore di oltre 40 libri, conosciuto come il padre dei sistemi di guida radio, giocò un ruolo importante nello sviluppo di sistemi di guida via radio per controllare aerei da remoto, portando al primo volo controllato da remoto del Ruston Proctor Aerial Target (bersaglio aereo).

    Questo aeroplano radiocomandato senza pilota era destinato sia alla difesa contro lo Zeppelin (un terribile dirigibile tedesco della prima guerra mondiale), ma anche concepito come un bombardiere volante.

    Nel corso della prima guerra mondiale il programma Kettering Bug fu il primo progetto importante a utilizzare velivoli privi di pilota. Questo biplano, che era essenzialmente un missile volante, aveva un sistema di guida progettato da Elmer Sperry, il padre di Lawrence, ed era alimentato da un motore alternato che per il decollo usava un sistema basato su un carrello su binari. Il Kettering Bug poteva navigare in modo autonomo fino a 121 km fino al suo target, viaggiando a velocità di 80 km/h, guidato da un pilota automatico basato su un giroscopio con barometro aneroide²⁰ per monitorare l'altitudine. Per misurare la distanza percorsa il velivolo usava un sistema meccanico basato sul numero di giri del motore necessari a raggiungere l'obiettivo. Comunque il Kettering Bug non fu mai attuato perché la prima guerra mondiale terminò prima che potesse essere completato.

    Fu nel 1922 che avvenne il primo volo di un velivolo di tipo quadricottero. Noto come l'elicottero De Bothezat²¹, noto anche come Jerome-de Bothezat Flying Octopus, usava i suoi quattro massicci rotori a sei pale in una struttura a X. Furono completati circa 100 voli con una massima altezza raggiunta di 5 metri. Soffriva di complessità, difficoltà di controllo e carico di lavoro elevato del pilota, ed era in grado di volare in avanti solo con vento favorevole. L'esercito annullò il programma nel 1924 e l'aereo fu demolito.

    Tra le due guerre mondiali il volo privo di pilota vide uno sviluppo limitato in termini di autonomia, ma i progressi nelle trasmissioni in radiofrequenza (RF, Radio Frequency) semplificarono il comando remoto dei velivoli, rendendo inutili i piloti automatici. Ci furono anche dei miglioramenti sugli autopiloti e sugli attuatori. L'uso principale di questi sistemi, molti dei quali erano prodotti da aziende britanniche, era quello di bersagli aerei per far pratica all'artiglieria. Infatti, in questo periodo, si ebbe un uso prolifico di velivoli senza pilota come bersagli radiocontrollati per l'addestramento, con una produzione di circa 12000 unità. Anche oggi è una delle applicazioni militari principali per i droni, anche se ora questi ultimi hanno un livello di autonomia molto più

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